Le corse tra un aeroporto e l’altro, sei su un volo, guardi fuori dal finestrino e quasi ti senti potente nel vedere quanto piccolo è il mondo fuori da quell’oblò e per una manciata di minuti è come se non pensassi a cosa ti aspetta e cosa o chi stai salutando per un po’.

Il silenzio di una camera d’albergo immersa in una calma surreale, solo esterna, perché la tua mente non smette di lavorare e elaborare pensieri: gli appuntamenti della giornata, i meeting del giorno dopo, cosa indossare per quell’appuntamento e che cosa dire per colpire il tuo partner lavorativo.

Corri da un posto all’altro, sorridi con sorrisi non sempre falsi o forzati. Regali al tuo “cliente” la tua prestazione, il tuo piccolo show e provi a fargli anche da psicologo, da orecchio che ascolta, spalla forte su cui lamentarsi, amico con cui bere e mangiare e risolutore di problemi.

Poi arriva la sera, sei stanco, hai fame e ti siedi ad un qualsiasi tavolo di ristorante, non occupi molto spazio. Il chiacchiericcio di chi circonda, di là una coppia che si guarda negli occhi, dall’altro un gruppo di amici che ci prova col gruppetto di amiche all’altro tavolo, di fronte a te una coppia che è al primo appuntamento, da un’altra parte una famiglia, e via così fino a riempire la fauna della diversa clientela tipo di un ristorante di città. Guardi nel piatto, guardi il tuo cellulare…speri che qualcuno ti scriva, ti posti un commento su faccialibro, una qualunque cibernetica interazione; poi alzi lo sguardo e rivedi la coppia, gli amici, le amiche, le famiglie, ma tu riabbassi la testa nel piatto e mangi in fretta.

Ritorni in albergo, il letto è lì che ti aspetta, accogliente, non gli frega se sei grasso, bello, magro o cesso a pedali, non ti dice mai di no se ci vuoi andare… è la tua puttana di turno: ha toccato e fatto godere il corpo di tanti altri prima di te. Sopraffatto dalla stanchezza ti addormenti, non prima di averlo sentito al telefono per dirgli che ci sei, che lo ami, che ti manca, poi Morfeo.

Nel sonno lo cerchi, lo desideri e ti risvegli abbracciato a quel cuscino che vorresti tanto fosse lui, caldo e pronto a baciarti e guardarti negli per dirti “buongiorno bambolino”. Conti i giorni che ti separano dal rivederlo e come un fesso, sapendo che dovrai ripartire a breve, ti lasci prendere dall’ansia e rovini il tempo che passate insieme! Idiota, porco cazzo! Datti una fottuta regolata e vivi serenamente, lui lo merita!

Ami il tuo lavoro, ti diverte, ti soddisfa e lo fai con entusiasmo perché ambisci a realizzarti lavorativamente… solo che a volte la solitudine di prende – forse anche immotivatamente – e di brutto… ti fotte!

One thought on “”

  1. “Non c’è combattimento senza dolore, non c’è speranza senza sacrificio, tu sei la luce” Citazione, lo ammetto, ma trovo molto adatto a te. Quello che mi viene da aggiungere è: una candela non arde sempre con la stessa intensità, a volte la fiamma è flebile, altre volte è più forte, l’importante è che non si spenga mai.

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