Noi che pensavamo fosse l’Highlander immortale della politica Italiana siamo stati invece disillusi: Giulio Andreotti ha deciso di farla finita con questa vita di sofferenze e tribunali ed è salito sulla barca di Caronte.
Muore oggi un pezzo della storia politica del nostro Bel Paese (non il formaggio).
Non mi piace fare discorsi funebri, forse non per lui, ma devo riconoscergli l’essere stato da sempre il centro silenzioso e poco appariscente della vita politica italiana; Il Gobbo di Monte Citorio che a quello di Notre Dame gli fa un baffo col riccio.
Ripercorrendo in breve la sua storia troviamo già la prima coincidenza: nasce a Roma nel 1919 (14 Gennaio) e guarda caso è proprio lo stesso anno della nascita del Fascismo [echecculo amisci!]
Tirato su a politica e acqua dalla mamma premurosa, entra in politca giovanissimissimo e all’età di 28 anni (cioè la mia) ricopre già il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio… not dicks! (io l’ho sempre detto di aver sbagliato tutto nella vita!) E vogliamo poi parlare degli amici politici? Silvio, manchi tu all’appello, segui l’esempio di Giulio.
La vita scorre lenta ma il peso e l’importanza politica di quest’uomo si fanno sentire prestissimo sulle sue spalle… e a giudicare dalla gobba che si portava dietro il peso e la stazza del macigno che si portava addosso doveva essere delle dimensioni della scatola nera di un Boeing 747: a tal proposito sono sicuro che se l’ascoltassimo tutta avremmo segreti che mano i pastorelli di Fatima potevano immaginarsi.
Segreti, o forse malefatte, che da metà degli anni 90 lo hanno portato in un iter giudiziario (senza fine?) che lo vedeva indagato per collusione con la mafia e spulciando tra i nomi che hanno attraversato la sua vita, troviamo pesi del calibro di Pecorelli, Sindona, Ustica, Moro e Borghese. Se scaviamo a fondo troviamo che centra qualcosa anche con la morte di Chavez, di Bin Landen e di tutti gli altri omicidi e scomparse senza soluzione; ma a differenza di Berlusconi, Giuliuetto non è mai mancato nemmeno ad un’udienza.
Da sempre appartenente alla casta (centra qualcosa quella croce di Malta che porta addosso?) non ha mai fatto sfarzo della sua posizione e anzi è sempre stato in secondo piano, un po’ in disparte, differentemente da chi della propria vita privata ne ha fatto ragione politica.
Padre di famiglia esemplare, mette al mondo 4 figli… che vedete in foto, e no, la più grande della foto non è la moglie ma la figlia primogenita che all’epoca dello scatto aveva 15 anni (portati benissimo direi). Il marchio di famiglia è ben visibile sulle orecchie: non ci si poteva confondere!
Tanti e tanti lo hanno imitato… da Noschese a Montesano, passando per Oreste Lionello (foto in apertura) fino a che il TRIO non decise di portare un po’ alla ribalta quelli che vengono sempre messi in seconda linea: i figli di Andreotti.
Beh che dire…uomo silenzioso, discreto che ha saputo custodire fino alla sua morte i segreti di uno Stato che ha visto nascere e lottare. Porta con se tutti questi segreti manco fosse l’Olivia Pope della situesciòn! Ora per cortesia chiamatemi Melinda Gordon per farlo parlare, confessare i segreti e passare oltre nella luce, che questo rischiamo si reincarni nel primo sfigato che muore e ce lo ritroviamo al Parlamento.
A me … piace ricordarlo così!
Vedo che sei sempre sul pezzo 🙂 Non è che avevi già preparato il post-coccodrillo in anticipo, come le redazioni dei Tg nazionali? 😀
Yo bro! olueis on the pis! 😉 Non faccio come i tiggì nazionali… io scrivo le cose appena le sento 😛 Ma ci stava vero?