Dicono che parlare delle proprie ansie, paure e problemi, aiuti a farci stare meglio, a liberarcene…vediamo se ci riesco.
Antefatto
Venerdì scorso ho trovato un iPhone4 negli spogliatoi della palestra mentre andavo via, ed ero forse uno degli ultimi. L’ho preso e fatto il primo numero che ho visto in memoria, rintracciato il proprietario, e riconsegnato.
Fatto
La nuova ministra Kyenge parla di eliminare il reato di immigrazione. Cara ministra come? Vogliamo fare entrare anche un’altra razza animale oltre ai cani e porci ed esseri ignobili che vengono nella nostra nazione rendendo le nostre città posti in cui nemmeno in pieno centro o nella zona bene, si sta più tranquilli?
Perché? Eccole un estratto della denuncia ai Carabinieri – i quali ammettono a loro volta che a Milano, la sera, meglio camminare in compagnia anche se sei un uomo – dopo che in pieno centro a Milano (la città dell’Expo Universale 2015) sono stato aggredito, malmenato e derubato da una banda di Nord Africani senza scrupoli, violenti e avvezzi a tali angherie.
Leggenda: tra parentesi quadra leggete il mio flusso di coscienza.
Il sottoscritto Rd, nato a [tanto questo non vi interessa]e residente a Milano in [nemmeno questo vi interessa] ripreso dallo shock subito in seguito ad una rapina con aggressione ai propri danni per conto di persone non note, ricorda e conferma quanto segue sull’accaduto.
La sera del giorno 13 Maggio 2013 ero andato in palestra alla SportsManClub di Palestro [fa figo dire che vai in palestra a palestro], e ne sono uscito alle 22.00 circa. Decido di controllare gli orari di apertura e chiusura cancelli dei giardini Indro Montanelli antistanti la palestra in questione [spesso con un altro mio amico di palestra decidiamo di tagliare attraverso il parco in bici per arrivare verso la stazione centrale, e una volta ci stava capitando di rimanere chiusi dentro]. Arrivo esattamente al cancello grande che è in curva, opposto alla fermata della metropolitana Palestro (Linea Rossa) e che dà su l’incrocio tra Corso Venezia e Via Palestro. Faccio circa 30 mt all’interno del parco incuriosito dalle impalcature che ricoprono l’edificio sito vicino a quest’entrata [ma perché cazzo l’ho fatto?], quando un ragazzo non molto alto, magro, capelli corti e ricciolini, viso ossuto, vestito con una camicia chiara e un pantalone lungo tipo quelli estivi di lino, anche se non sono certo dei colori perché illuminati dai lampioni della strada e perché non ho prestato molta attenzione all’individuo, ma dai tratti egiziani o comunque di origini nord africane, si avvicina e mi chiede una sigaretta. [ascoltavo musica e sinceramente ho anche pensato “cazzo vuole sto cacaminchia!”] Rispondo di no e lui mi risponde di non aver capito, riformula la domanda ed io riformulo la stessa risposta. A quel punto non ho capito più nulla e la situazione è degenerata. Mi sono sentito tirare da dietro, dal borsone della palestra che avevo a tracolla, e in meno di 2 secondi mi sono stati coperti occhi e bocca con delle mani, sono stato preso di peso e sollevato e mentre venivo portato non so dove mi veniva detto con accetto classico degli arabofoni “Zitto c’ho un cortello”. Il trasporto non credo sia durato molto, ricordo di essere riuscito a nascondere l’Iphone facendolo scivolare nei miei pantaloni tra le mutande. D’un tratto sono stato messo a terra, e sempre con le mani che mi coprivano occhi e bocca, mi sono state prese la mani e immobilizzate a terra, mi è stato poggiato un qualcosa di una lega fredda che sulla pelle sembrava una lama (da lì, credo, si spiega il taglietto sul mento). Una persona mi è salita addosso, sedendosi sul mio petto e tenendomi fermo (altrimenti non spiego l’enorme peso sentito sullo sterno e all’altezza dello stomaco). Altri mi hanno perquisito ovunque [la sensazione di essere stuprati e privati della propria intimità, il sentirmi mani ovunque senza rispetto del mio corpo è stata forse una delle cose che mi ha fatto poi sentire lurido, sporco, privo di ciò che più intimamente era mio] rubandomi circa 40 euro dal portafogli, l’iPhone 5 nero con IMEI 013410002443493 con numero di cellulare [non lo do mica a tutti il mio numero] (operatore TRE ITA), una collanina di acciaio con annesso ciondolo, un bracciale a spirale in pelle di Punto Ar. Mentre venivo derubato mi veniva intimato di stare zitto, non urlare e il tizio del coltello continuava a ripetermi “Stai zitto, c’ho un cortello”. Chi mi teneva fermo dalla testa ha anche tentato uno strangolamento, o se non lo stesse tentando gli è comunque riuscito quasi bene. Ricordo solo di aver supplicato, mugugnando qualcosa, di lasciarmi la gola perché non respiravo e di essere riuscito a liberarmi la mano sinistra per spostare le sue mani dalla mia gola. [ho sentito i sensi e le forze venir meno, il battito del mio cuore era lento, stanco ma assordante, la voglia di vivere è tanta e l’istinto di sopravvivenza mi ha spinto a lottare, credere di potermela comunque cavare anche se avessero poi affondato il coltello da qualche parte del mio corpo…almeno lo speravo] Mi dimenavo e avevo paura, essi però non riuscivano a prendermi l’iPhone di dosso, così mentre due mi tenevano le gambe ferme (ricordo di aver percepito nitidamente un paio di mani a gamba che spingevano verso terra) qualcun altro ha tentato di strapparmi via l’orologio senza però riuscire ad aprirne la sicura, ma graffiandomi e ledendomi il polso [la forza dell’amore dei miei genitori che mi hanno regalato quest’orologio è stata più forte della loro meschinità e cattiveria]. Ad atto concluso, ricordo solo di aver sentito un colpo sul lato sx del petto tra ventre e costato e un altro colpo sulla schiena (ero riuscito a girarmi come a volermi mettere quasi pancia a terra) di averli visti correre via, aver visto che il mio borsone era stato aperto e tutto era stato buttato sul suolo. [A questo punto ho vaghi e sbiaditi ricordi di rumori di risa di persone felici, di acqua che scorreva ma non so bene se quello che ho fatto dopo l’ho fatto immediatamente oppure è passato tempo perché mi riprendessi dall’accaduto e il mio cervello reagisse, ricordo solo di averli visti correre via…in 4 o forse 5] Ho avuto le forze di riprendere tutto da terra, mettere nel borsone, tirarlo su come un fagotto e cercare un’uscita. Sono uscito su via Palestro [da un’altra parte proprio rispetto a dove era il cancello sul quale avevo consultato gli orari], e ho camminato smarrito fino alla Palestra citata dove avevo stazionato la mia bici. Da lì poi la chiamata ai carabinieri, l’ambulanza e i controlli medici di cui allego il referto.
Milano, lì 14/05/2013
In Fede
Dott. Rd
Ora, mia cara Ministra Kyenge, io non sono, né sono mai stato e mai sarò razzista (anche se ora non le nego che ho paura ogni qual volta vedo visi nord africani o che gli somiglino) ma vorrei farle due domande:
Immagini se al posto mio ci fosse stata una ragazza…magari quella che ho visto entrare 3 secondi netti prima di me e che ha attraversato da sola il parco alle 22: cosa sarebbe potuto succedere oltre ad un’aggressione e alla rapina?
Sono questi gli immigrati che vogliamo, che Lei vuole, nel nostro Paese?
Siamo a Milano..ero in pieno centro. H0 28 anni, sono un uomo eppure… ora ho il collo gonfio per un tentato strangolamento, lividi un po’ ovunque, dolori ed escoriazioni. Grazie forze dell’ordine che ci siete quando non servite e non ci siete quando servite e grazie a chiunque abbia favorito l’ingresso di questi pezzi di merda in Italia.
Questa è semplicemente ombra di civiltà. Che schifo.
Questa è (purtroppo) una squallida istantanea del nostro tempo.
Ad ogni modo la voglia di scherzarci su non può che fare bene e aiutare a riprenderti più in fretta! A me è successa una cosa analoga seppur meno violenta un paio di anni fa e posso capirti! Un forte abbraccio <3
grazie mille bellezza!!! 🙂 <3 poi ti scrivo in privato per quella collaborazione :-*
E di che! Attendo con ansia! 😀
Sono quelle situazioni che chiunque ha paura di vivere! Quelle che di notte mentre cammini ti fanno voltare perchè ti sembra che qualcuno ti segua, quelle che ti fanno preferire un giro più lungo per evitare di passare attraverso un parco o un giardino, quelle per cui magari su un autobus ad ora tardi ti fai piccolo piccolo come se non esistessi.
Pensi sempre che queste cose succedano agli altri, che non possa succedere nei luoghi che di solito frequenti e che siano cose lontane, da sentire al massimo ai tg.
Sinceramente non saprei quale possa essere una soluzione se non maggiori controlli, ma so che puoi essere donna, uomo, magro, muscoloso che davanti ad un gruppo e ad un coltello non puoi comunque fare niente.
Sapere che è successo a te mi ha sconvolto e mi dispiace tantissimo. Sono felice che tu fisicamente stia bene (non sai quanto!) e spero che la paura dell’esperienza vissuta passi in fretta!!
Grazie mille tesoro! Davvero grazie del tuo messaggio e del tuo affetto! Il dolore fisico, i segni che porto addosso prima o poi passeranno e starò fisicamente bene; l’iPhone (con qualche sacrificio) si può sempre ricomprare, i soldi si riguadagneranno…
Psicologicamente, queste paure, le immagini che rivedo ogni qual volta chiudo gli occhi, beh… devono darsi una mossa a passare. Sono un ragazzo forte e coraggioso e non devo mollare ora…no!
Il tg ora potrebbe farci uno speciale su di me… lo chiediamo a Mentana? A Vespa? Scherziamoci un po’ su altrimenti la depressione ci prende. un grande abbraccio. grazie ancora.
Chiedilo a Studio Aperto…mettono la canzoncina triste in sottofondo tipo Adele! 😀 Ancora un abbraccio grande!!
uh è vero! e poi magari mi fanno i primi piani delle guance inondate dalle lacrime.