Gay Pride e Omofobia: qualcosa non quadra!

20130704-093538.jpgMilano ore 9.00 di un sabato mattina (29 Giungo 2013) non proprio qualunque:

la città si preparava alla grande festa dell’Onda del Gay Pride che da Sud era arrivata al Nord con l’intento pacifista di rivendicare pari diritti per le coppie dello stesso sesso.

Siamo tutti d’accordo che l’Italia non può continuare a stare nell’Unione Europea o a considerarsi una Nazione tra quelle “avanzate” se non viene approvata prestissimo una legge che dia pari diritti e possibilità a coppie dello stesso sesso: l’amore è amore non importa se ami un lui o una lei!

Corso Buenos Aires si preparava a ricevere la parata che qui si sarebbe fermata e qui tutti insieme (famiglie con bambini, gay, lesbiche, trans, travestiti, forze dell’ordine, persone comuni, vip e chiunque avesse voluto esserci) avrebbero poi festeggiato per la buona riuscita del Pride e perché sì rivendicare i diritti in modo pacifico e colorato è motivo di festa, di gioia e di orgoglio!

Parte di Corso Buenos Aires è ormai chiuso al traffico e protetto dalle nostre forze dell’odine…ma c’è chi questo posto deve raggiungerlo per lavoro.

Milano ore 9.30 del mattino dello stesso Sabato. Gian che convive da oltre 10 anni col suo compagno Gio (miei amici), venuti insieme da Napoli per costruirsi un futuro in questa città che tanto ti dà ma tanto ti chiede in cambio, stava andando in bicicletta a lavoro da Maciachini a Corso Buenos Aires, dove avrebbe incontrato i suoi colleghi, e preparato il negozio di questo famoso brand nord-europeo molto gay friendy, a festeggiare con la folla l’arrivo della parata.

Ma, ahimè, in Italia un gay si alza ogni mattina con la consapevolezza che dovrà lottare peggio di un gazzella col leone nella savana; così mentre Gian all’altezza di via Rossellini e via Taramelli, praticamente passava fuori dal nuovo costosissimo e non del tutto utilizzato palazzo della Regione Lombardia (zona per altro piena di telecamere di sorveglianza – non sia mai che un politico pappone venisse aggredito da qualche trans a cui deve soldi) un automobilista, dal nulla e senza alcun motivo, comincia a stromabazzare con il clacson.

Gian, non si spiega il perché di questo strombazzamento, pensa forse sia per il traffico mattutino del mercato che si stava svolgendo in quella zona, così indifferente all’insistenza dell’automobilista continua per la sua strada. Ad un certo punto l’auto lo affianca ed il conducente dall’abitacolo comincia ad urlare contro Gian, il quale capendo che si trattava di un povero idiota senza palle e sempre senza dar peso all’accaduto cambia strada, percorrendo via Melchiorre Gioa.

Fermatosi al semaforo rosso l’automobilista, che non aveva smesso di seguirlo, lo raggiunge scende dall’auto e comincia ad insultarlo attribuendogli nomi non proprio gentili “frocio di merda” “ricchione” “omosessuale di merda” “deviato” “voi e la vostra razza dovete morire tutti”, ma Gian che è una persona giusta e buona, non reagisce, nonostante dentro stesse tramando e allontanava il più possibile il pensiero spaventoso di quello che sarebbe potuto succedere dopo gli insulti; così alla non reazione di Gian partono gli schiaffi.

Il malcapitato era proprio fermo al semaforo che è appena fuori l’uscita della metro di Gioia che a quell’ora è piena di orde di persone che vanno in giro, a lavoro, o fanno le proprie cose, e tutti…TUTTI…sono stati spettatori passivi dell’accaduto!

Volano schiaffi, pugni, calci ripetuti, TUTTI guardano e nessuno fa NIENTE, così dopo quei 2 minuti che sono durati un’eternità (e ne so qualcosa per esperienza in prima persona) Gian resta a terra, spaventato, in lacrime, sanguinante, (si scoprirà più tardi in ospedale che quella belva ignorante gli avrà causato una micro frattura al setto nasale, micro lesione alla cervicale e un occhio nero) e nell’indifferenza della folla, l’assalitore, lo sporco bastardo beatamente rimonta in macchina e va via.

Ripeto: tutto cio è sucesso sotto gli occhi incuranti di passanti e altri automobilisti che, né mentre né durante né dopo hanno soccorso il malcapitato.

Gian -fisicamente – ora sta meglio: i segni della violenza fisica passano in fretta ma la paura, l’ansia del ritrovarsi in una situazione simile, e soprattutto le ferite che lasciano parole ed offese come quelle ricevute da lui, beh… quelle sono più taglienti di una lama affilata e ci metteranno tanto tempo a guarire eppure rimarranno lì, sempre dentro, a segno “percepibile” di un qualcosa che è stato, che ha segnato, che ha fatto male!

Cari amici, gay e non, ma persone intelligenti e colte consapevoli che al mondo siamo tutti uguali purché non si faccia del male al prossimo e che tutti abbiamo il diritto ad una vita DIGNITOSA E A VEDERCI RICONOSCIUTI I PROPRI DIRITTI DI CITTADINI E DI ESSERI UMANI, vi chiedo: è questa l’Italia che vogliamo? Sono questi i politici che possono garantire alla popolazione #LGBT un futuro dignitoso, pari diritti ed uguaglianza e tutelare le nostre vite? É questa la vita che vogliamo? Io, come Gian, come Gio, come il mio Ale, come tanti altri gay, genitori di gay e persone etero diciamo NO! Non è questo ciò che vogliamo e ci opponiamo ad un governo dove i diritti essenziali sono lasciati al caso mentre tutti si interessano di trovare il modo migliore per incularci ed arricchirsi!

Io non taccio! IO reagisco!

NO ALL’OMOFOBIA! Perché fin quando ci saranno persone passive come quelle che sono passate e hanno assistito alla violenza che la belva ignorante compiva sul povero ragazzo “colpevole” di amare un uomo, di essere OMOAFFETTIVO, non ci sarà eguaglianza e nessuno si interesserà di proteggere “le minoranze a rischio“! (che poi … chi ha detto che siamo una minoranza?)

Milano ore 16.30 … su Corso Buenos Aires, si festeggia il Gay Pride, dall’altro lato della città Gian e il suo compagno si stringono per scongiurare le paure e curare le ferite dell’OMOFOBIA.

 

6 thoughts on “Gay Pride e Omofobia: qualcosa non quadra!

  1. Halfetto mi spiace molto per il tuo amico, e anche per l’ignoranza e l’indifferenza della gente che non l’ha aiutato! Visto che hai citato il pride non posso far a meno che riconfermare la mia idea: non serve a niente. Non si può sentire che da un lato si festeggia l’orgoglio e dall’altro, contemporaneamente, viene calpestato. Meno feste e più leggi. Lo so che sembra un motto da integralista ma sono stufo di leggere notizie del genere!

    1. Pier, tu hai ragionissima: servono leggi e servono ora! Tutti sono bravi a parlare e promettere…ma poi nessuno che mantenga una fottuta promessa! Nessuno! E noi? Lasciati alla mercé di tutti gli idioti che pensano di essere più “uomini” o “maschi” se pestano le loro donne o pestano offendendo un gay o una lesbica e poi sono gli stessi che la sera vanno a Trans giustificandolo con gli amici “perché quelli poi sono stati uomini e sanno come farti godere per bene e dove stimolartelo e come prendertelo in bocca!! ” IO sono stufo, schifato, ma da solo non farò molto… ci vogliono tutti a combattere pacificamente per un riconoscimento e pari diritti!

  2. Uno schifo, letteralmente uno schifo, io pensavo che solo al sud Italia ci fossero questi problemi, purtroppo mi sbagliavo…

    1. Eh no tesoro! Te lo avevo sempre detto: Che il NORD sia più avanti mentalmente forse è vero,… ma se è vero allora ti dico solo che lo è di qualche centimetro rispetto al SUD. Tutta l’Italia è messa troppo male! Purtroppo

  3. Ho letto di questo fatto in giro per internet, ma non ero convinto si trattasse di un caso di violenza omofoba. Ora, grazie al tuo racconto, che finalmente descrive con chiarezza la vicenda, ne sono sicuro e schifato!

    1. beh, come vedi, PURTROPPO, allo schifo e all’essere DISUMANO degli “uomini” non c’è mai fine… non ancora! Fai girare la notizia quanto più puoi. Please. grazie

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