Da stamattina non si fa altro che parlare delle parole del nostro fighissimo Papa Francesco – che per carità di Dyoh sarà anche un tipo troppo avanti ma sempre un Papa cattolico è! – sui gay e il ruolo della donna nella chiesa.
Partiamo subito dal primo punto: i media per risollevare le sorti di una Chiesa 2.0 sempre più nelle fogne hanno fatto a meno di citare per intero le poche parole dette dal Papa che se fossero state citate allora avrebbero dato un senso del tutto diverso alla notizia.
Messaggio riportato: “Chi sono io per giudicare un gay?”
Messaggio reale: “Le lobby tutte non sono buone – ha ribadito Bergoglio -. Mentre se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene“. (fonti. Repubblica)
Scoviamo le differenze insieme? Andiamo!
1- certo è vero che qualsiasi tipo di lobby è pericolosa, ma in Italia si va avanti solo con le lobby e quanto pare per il Papa quella cattolica non rappresenterebbe alcun pericolo per la società (scherziamo?);
2- Chi è Bergoglio per giudicare un gay che cerca il Signore? Nessuno, è un uomo come noi! Ma facciamo attenzione: metti me che sono ateo e gay. Questo vuol dire che devo sottopormi al giudizio del Papa? Che devo essere discriminato? Che anche io come i gay che cercano il Signore, mi sono perso ma non merito di essere aiutato?
3- Chi ha chiesto il suo aiuto?
4- Il Catechismo, oltre ad essere alla base della religione cattolica cristiana è anche alla base delle dottrine dei movimenti che credono di poter redimere i gay e farli tornare etero (ex-gay). Ma perché è stato omesso di dire o ricercare cosa dicesse il Catechismo (citato in giudizio) in merito all’omosessuale nella religione? Perché è scomodo e infastidirebbe troppo le menti pensanti. Vi riporto io cosa si dice in merito: “Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata [cosa vorranno dire con questo? Un piccolo escamotage per dare la possibilità ai preti gay di farsi una scopatella ogni tanto con un loro amico disinteressato?] , con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”
5- Allora la perfezione cristiana è l’essere apertamente omofobi ma accettare che gli “uomini di chiesa” gay facciano di tanto in tanto una rinfrescata alle loro arti amatorie con qualcuno?
E poi alla fine veniamo al punto del ruolo della donna nella chiesa, di cui non ho per niente sentito parlare oggi.
Bergoglio dice: Per quanto riguarda l’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e ha detto no. Giovanni Paolo II si è pronunciato con una formulazione definitiva, quella porta è chiusa. Ma ricordiamo che Maria è più importante degli apostoli vescovi, e così la donna nella Chiesa è più importante dei vescovi e dei preti” … perdonatemi ma io qui vedo solo tante belle parole ma fatti nessuno!
Come sempre accade in questi casi e in questi ambienti (permettetemi lo stravolgimento di una citazione “aulica), sono tutte “pugnette” e zero fatti!
A questo punto, lasciate che vi chieda una cosa: siete ancora convinti che per queste parole ci sia da festeggiare e inneggiare ad una nuova era in cui la Chiesa 2.0 sia anche #GayFriendly?
A voi l’ardua sentenza.