CambioCanale: #tvoi – And the winner is…

cambio_canaleQuest’anno The Voice è riuscito ad essere moscio anche nella finale; scaletta decisamente troppo lunga ed ospiti pressoché ignoti non hanno certo contribuito a mantenere viva l’attenzione sul percorso finale dei quattro “talenti” arrivati alla quinta puntata dei live: Giorgia Pino, Tommaso Pini, Suor Cristina e Giacomo Voli.

Chiaramente fin dai primi minuti, ma già dalla prima puntata, il vincitore era già tacitamente sottinteso: chi se non la monaca che ha ricevuto milioni di visualizzazioni su YouTube portando la versione italiana il talent show all’attenzione dei media di mezzo mondo? Ciò che “consola” resta però il fatto che almeno questa sera – ma sottolineo, non a livello globale della competizione – la vittoria se la sia meritata.

Procedendo con ordine, la prima esibizione dei quattro concorrenti ha visto una gradevole cover di Smooth Criminal da parte di Tommaso Pini, che si contrappone invece all’obbrobrio partorito da Pelù e Giacomo Voli col Nessun Dorma: reinterpretare un’aria in chiave rock è sicuramente impresa audace e ammirevole, ma temo che ieri sera Puccini e Pavarotti siano risuscitati per togliersi la vita da sé, visto lo strazio cui il pubblico è stato sottoposto, un’incessante alternanza di parti cacofoniche ad urletti isterici.

Piacevole è stata anche la manche di duetti con i coach, che ha visto Giorgia esibirsi con Noemi sulle note di Ain’t no mountain high enough. Apprezzabile la voce un po’ graffiata della giovane salentina che si profonde in una performance coinvolgente. Momento #gaygaygay invece l’esibizione di Tommaso con la Raffa con It’s Raining Men che non ha però valorizzato appieno la sua voce delicata, spesso celata dai cori di sottofondo e dalla Carrà stessa, che alla veneranda età di 70 anni ancora ci dà dentro come una pazzah.

Per quanto riguarda la presentazione dei singoli devo dire che non mi è possibile fare apprezzamenti o giudizii per due ragioni: punto primo, la tarda ora, che ha messo a dura prova le mie facoltà di attenzione, e secondo, come Sanremo insegna, una canzone inedita raramente piace già al primo ascolto. Sottolineo solo il singolo di Giacomo Voli, Rimedio, scritto da Pelù stesso, che ha qui riprodotto il sound dei suoi più grandi pezzi. Sebbene il genere non mi piaccia particolarmente devo dire che la canzone è ben riuscita. Per il resto lascio a voi lettori di commentare nella sezione qui sotto i vostri brani preferiti.

Inutile invece la esecuzione dei brani delle blind auditions, che ha visto però l’eliminazione di Tommaso Pini, che ha seguito Giorgia Pino, esclusa dal televoto al turno precedente.

La finalissima è stata invece disputata tra Giacomo Voli e Suor Cristina. Il primo con Vivere il mio tempo, dei Litfiba, con la quale ha dimostrato che per fare un buon pezzo non serve cacciare delle urla che sfondino la barriera del suono, come è suo solito, mentre la monaca canta Flashdance…What a Feeling in maniera anche piuttosto gradevole nonostante la visibile stanchezza. Ed è proprio questa seconda performance che colpisce il 62% del tele-elettori, che la incoronano vincitrice di questa seconda edizione dello show.

Ora, mi siano concesse (le ennesime) due parole su questa vittoria: 1. Assolutamente immeritata: nonostante le discrete esibizioni della serata, e l’orecchiabilità del suo singolo, era ormai chiaro che Cristina non fosse assolutamente all’altezza degli altri concorrenti; 2. Inutile: vittoria inutile perché la stessa suor Cristina ha affermato di non voler vincere per avviare una carriera musicale ma perché “ho un dono e ve lo dono”; motivo in più per premiare invece, in un contest in cui l’obiettivo è proprio quello di poter avviare un’esperienza nel mondo della musica, chi di questo avrebbe voluto farci un mestiere; 3. Ingiustificata: capisco la questione di auditel, passi che sia stata portata fino in finale per questo motivo e che le sue esibizioni siano sempre state in tarda serata così da mantenere gli ascolti copiosi, ma a questo punto sarebbe stato più opportuno far vincere Giacomo.

Ma la cosa che più mi ha infastidito è stata la recita finale del Padre Nostro. Va bene che Cristina è una suora, e in quanto tale senta il bisogno e la voglia di manifestare la propria felicità ringraziando il Signore, ma non in televisione; non sulla televisione di Stato. Io sono Cattolico e assolutamente aperto a professioni di qualsiasi credo religioso, per carità, però ritengo che, all’insegna di un’assoluta equità nei confronti del vasto pubblico televisivo, sarebbe meglio che la religione rimanesse relegata alla sfera privata.

E anche per questa seconda edizione di The Voice è tutto, ora la parola a voi per commentare la serata e raccontare le vostre impressioni!

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