
Matteo Renzi ha annunciato, all’assemblea nazionale del PD del 14 giugno, una legge sulle unioni civili entro settembre. Negli stessi giorni, all’interno del partito, gira un testo di discussione che raccoglie sempre più adesioni. Abbiamo fatto tre domande a uno dei fondatori del testo.
Che cos’è diritti democratici, chi e come può aderire?
Diritti Democratici (nome coniato da Filippo Andrea Rossi) è un lavoro corale. Non un documento ma una richiesta di discussione come “recitano” le nostre slide e grafiche. Chiamiamolo manifesto di intenti rivolto a chiunque si riconosca nel PD, sia esso iscritto od elettore.
Siamo 9 autori, ciascuno di noi ha portato il proprio bagaglio di esperienze, vissuto e professionalità. Abbiamo usato Facebook come piattaforma di confronto creando un gruppo specifico e abbiamo redatto quel manifesto che adesso conta ben 506 firme [al 17/06/2014, ndr].
Noi riteniamo che non ci sia più tempo per permettersi il lusso di rinviare ancora la discussione sui diritti civili sia nel PD che nel Paese e se non lo fa il PD, che rappresenta il 41% degli italiani che sono andati a votare alle ultime europee e che governa la stragrande maggioranza degli enti locali di questo paese, allora non lo fa nessuno.
Pensiamo che il percorso migliore sia quello di una discussione bottom/up (dal basso verso l’alto) che coinvolga in prima istanza le centinaia di circoli che il nostro partito ha sparsi per tutta Italia e poi gradino per gradino arrivi fino alla segreteria passando per l’assemblea nazionale. Abbiamo anche buttato giù delle idee su cui confrontarsi ma non è detto che poi siano quelle finali che usciranno dalla discussione di tutto il partito. Non chiediamo infatti un sostegno acritico a quanto scritto da noi, ma chiediamo semplicemente che questo sia un punto base su cui discutere e ciascun democratico possa portare il suo contributo.
Intanto si può aderire alla nostra richiesta mandando una mail a dirittidemocratici@gmail.com scrivendo nome, cognome e specificare se iscritto o elettore. Qualora l’adesione provenga da un iscritto chiediamo anche che incarico ricopre nel partito o nelle istituzioni per il partito.
Qual’è stata la scintilla che ha fatto nascere il testo in un partito che, almeno sulla carta, ha a cuore la questione dei diritti civili?
La scintilla è che siamo nel mese del Pride, dell’orgoglio lgbtqi*, e sotto una discussione Facebook fra iscritti al partito è emersa la necessità di rilanciare la questione diritti civili dentro il nostro partito. Siamo in breve tempo passati dalle parole ai fatti e ci siamo organizzati. Abbiamo creato una pagina Facebook, un profilo twitter ed un blog dove leggere tutto il manifesto.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate durante la redazione del documento e quale invece la più grande soddisfazione?
Le maggiori difficoltà son state quelle classiche di quando si lavora a distanza, con mezzi che non ti permettono di confrontarsi faccia a faccia, e quindi alcune incomprensioni erano da mettere in conto. Ma a dire il vero grandi difficoltà non ne abbiamo incontrate. La più grande soddisfazione, o meglio le due più grandi soddisfazioni, son state le centinaia e centinaia di firme. Elettori, iscritti, amministratori locali, senatori, deputati ed eurodeputati che hanno messo la loro firma per unirsi alle nostre richieste. La seconda invece è ovviamente l’incontro ottenuto con Davide Faraone, responsabile welfare della segreteria nazionale. Non era per niente scontato ottenere un incontro e con questa celerità. Forse anche dovuta al clamore mediatico suscitato dal pezzo di Cristina Cucciniello su l’Espresso e al peso di alcune firme in calce al manifesto, non lo nego, ma è intanto per adesso è un grande risultato.
Anche noi de IlPuntoH ci auguriamo che la questione dei diritti civili torni ad essere un argomento di discussione all’interno non solo dei partiti ma anche del parlamento. Intanto potete seguire Diritti Democratici QUI al quale facciamo il più grande in bocca al lupo.