Un viaggio lungo un giorno – Mix Milano 2014

Che Il Mix Milano sia un festival culturale “coi controcojoni” ho già avuto modo di dirlo, ripeterlo e ribadirlo. Ora, lasciando da parte problemi tecnici organizzativi che passano in secondo piano e mancanza di preparazione per i discorsi di presentazione da parte di alcuni addetti ai lavori che ti lasciano con un po’ di amaro in bocca perché da un festival di questo calibro qualche discorso di apertura fatto per bene te lo aspetti, i temi trattati durante la kermesse sono tanti, importanti, forti e toccanti.

Una vita insieme

L’amore è amore e non ha sesso né età, e questo lo ribadirò fino alla morte: ma come reagire alla dipartita del proprio partner dopo una vita insieme? Questo è il tema affrontato da Last Farewell, cortometraggio di Casper Andreas (Svezia) un ritratto calmo ma allucinato di quanto difficile sia per il nostro protagonista accettare la morte del suo partner di una vita. Sconvolto da questo evento deve fare i conti con una figlia incinta che prova a riallacciare i rapporti rovinati da dissapori del passato e la continua visione del fantasma del defunto marito. Una storia vera, commovente (non immaginate quanti in platea hanno pianto di pura commozione) di un amore sincero che va ben oltre la morte e continua a fare bene. Ritratto di una società aperta e lungimirante che stride con le storie dei corti che lo seguono.

Quali diritti?

É questa la domanda che ci si pone di fronte alle storie che seguono il corto di cui abbiamo appena parlato. La storia di Vincenzo e Luigi, due gay napoletani “vecchio stile” alle prese con un’evento molto più grande di noi tutti: un’operazione chirurgica di importanza vitale. La paura di essere giudicati e additati, nonostante Napoli sia divenuta una città dove la cultura gay e queer è sempre più ben accetta, è dura a morire ma Vincenzo vuole a tutti i costi accoccolarsi sulla spalla del suo amato mentre all’alba dal loro terrazzo guardano il panorama mozzafiato del Golfo di Napoli che si sveglia. Una storia girata quasi interamente nella metro di Toledo dove i due protagonisti si trovano faccia a faccia con la realtà cha cambia, proprio in occasione del Gay Pride di Napoli 2013, e allora è qui che le barricate devono cadere: prendere coraggio e fregarsene del mondo! Tutto deve essere perfetto: i due finalmente in pubblico si prendono per mano e si baciano. Ma all’entrata del policlinico, di nuovo le strade si dividono: Luigi è accompagnato dalla figlia e Vincenzo resta fuori. Quale diritti può avere costui dopo tutta una vita insieme al suo partner se in Italia le unioni gay non vengono ancora equiparate (come è normale che debba essere) alle unioni etero? Come possiamo pretendere una vita giusta ed equa per tutti noi cittadini italiani se la politica non si pronuncia ancora a favore dei Diritti Gay? Uno spaccato di storia moderna che tocca noi tutti.

Ma la storia che segue (Nomansland) ci mette di fronte a nuovi problemi: e se l’intralcio venisse non più dalla società e dal governo ma dalla famiglia del proprio amato? Come comportarsi? IL nostro personaggio sceglie la via dell’autenticità, della semplicità e della sincerità: affrontare la morte del proprio partner non è cosa semplice, specie se vieni a scoprire che ti aveva nascosto di essere HIV positivo e tu stesso sei stato infetto. Ma l’amore, quello sincero, va ben oltre. Se ne frega dei preconcetti e dei pregiudizi e lotta per ottenere ciò che gli spetta di diritto, fosse anche questo un triste posto accanto alla bara del proprio fidanzato durante il suo funerale.

Storie che ci mettono di fronte ad interrogativi che non hanno risposta semplice, a difficoltà che troppo spesso rendono la nostra situazione sentimentale ancora più complicata e ingarbugliata, ma storie che ci lasciano capire quanto importante sia amare; amare incondizionatamente e sinceramente, dando tutto di noi stessi senza paura. Storie che ci esortano a vivere noi stessi, il nostro amore senza paure e ad affrontare la vita a testa alta: un messaggio positivo che può venire fuori anche da situazioni tristi.

Essere gay e musulmani

SalvationArmyDalla Danimarca voliamo al Marocco per vivere la storia autobiografica di Abdellah Taïa – primo scrittore musulmano a dichiararsi apertamente gay – una storia fatta di stanze familiari affollate, sfruttamento sessuale (quasi consenziente da parte del padre del personaggio) e tristezza interna alla ricerca di momenti in cui Abdellah potesse essere realmente lui. Un amore fraterno forte ma tormentato, la ricerca della propria identità che lo porterà a lasciare il Marocco e approdare in Svizzera a Ginevra, dove pur con un visto e una borsa di studio universitaria, sarà costretto a cercare asilo e rifugio dal freddo delle notti svizzere presso “L’esrcito della salvezza”. Ancora una volta i ricordi, le immagini e le emozioni si mischiano con quelli che erano gli odori, i sapori e soprattutto la musica della propria infanzia; infanzia negata dalle difficoltà di vita in un paese così retrograda come il Marocco. Uno spaccato di vita che mette noi tutti di fronte alle difficoltà di un giovane alle prese con la ricerca di se stesso e di un futuro migliore in una terra straniera: un futuro che il nostro personaggio sa bene ci sarà ma per ora è lì ed incerto. Questo giovane potremmo essere noi tutti, indipendentemente dal nostro luogo di provenienza, ma tutti noi che siamo, siamo stati e saremo alla ricerca di un futuro migliore, di un posto migliore nella società. Una storia forte, che mette tristezza ma che riesce a dar speranza. Un film molto lento ma grazie alle poche censure e alla storia forte che lo regge si lascia guardare con piacere.

Israele tra musica e omosessualità.

A048R1PYDal Marocco voliamo in Israele per questa commedia divertente e irriverente che ho semplicemente amato. Quanto 6 persone completamente diverse tra loro (ma amiche) possono essere unite dalla musica ed imbarcarsi in avventure molto più grandi di loro stesse? Una storia che nonostante l’ilarità e l’entrata in scena del concorso trashissimo di eurovision song contest (qui il nome però viene rivisitato) ci mette di fronte al problema che accomuna un po’ tutti: sottovalutare troppo spesso noi stessi e dare poca importanza a chi ci sta accanto. Un problema che sempre più spesso viene fuori a causa delle mille paure che ci assalgono, “sarò capace di fare…” ; “e se lo faccio poi cosa pensano gli altri?”; “qui comando io”… situazioni comuni a noi tutti che però condizionano il nostro modo di agire e comportarci. Allora ecco che arriva l’occasione della vita, quella che “o adesso o mai più”, ed è qui che i nostri 6 protagonisti realizzano quali realmente siano le loro potenzialità, quali i loro problemi e vincono le loro paure. Un’occasione che però riesce a riflettersi anche su chi gli sta accanto e riesce a cambiare, a sbloccare situazioni che sembravano perse ma che alla base – ancora una volta – erano tenute su da un sentimento di amore e di speranza forti e sinceri. Cupcakes è la commedia queer Isrealiana che tutti vorrete vedere, è il film adatto a risollevare il morale dopo un film abbastanza triste e importante come L’Esercito della Salvezza; è un film musicale, gayssimo per tutta la famiglia dove ancora una volta il popolo Isrealiano (almeno quello non estremista, perché come ho sempre detto in tutti i casi l’estremismo è sbagliato!) ci mostra il proprio lato friendly e aperto alla convivenza gioviale, dove anche i bambini non si importano di vedere il loro amatissimo maestro vestito da donna e anzi vengono spronati ad essere loro stessi e dove anche il Rabino più conservatore apre la sua mente alla realtà moderna per amore della figlia. Lo consiglio a tutti, sopratutto a chi è sempre preso dal vortice lavorativo e dallo stress del dover arrivare al week-end e staccare dal lavoro, o ancora a chi per forza vuole o crede di essere tenuto a dover nascondere le proprie inclinazioni amorose, artistiche e i propri sogni per paura di andare contro ciò che è l’arbitrarissima e insensatissima normalità della nostra società. (P.s. La canzone va di diritto tra le TOP20 del mio iPod!)

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