Europa, nomine ed equilibri

Il voto del 25 Maggio ha destabilizzato, in parte, gli equilibri europei: gli euroscettici sono entrati a pie’ pari nell’europarlamento, sebbene Marine Le Pen non sia -ancora- riuscita a creare un gruppo di estrema destra con Lega Nord e gli altri partiti anti-europa oltre che anti-euro.

La sfida di questa nuova Europa è fondamentale: riavvicinare i cittadini alle istituzioni sovranazionali, anche se, a ben vedere, ciò sembra non importare molto. Nonostante gli alti proclami si dibatte ancora su cosa significhi flessibilità e su come questa vada utilizzata, basti pensare allo scontro Renzi – Weber (CDU) durante il discorso di inaugurazione della presidenza italiana nel semestre europeo.

L’attenzione dunque, dopo l’apparente negoziato sui contenuti, come voluto dal nostro governo subito seguito dagli altri paesi socialisti, adesso è tutta sulle nomine. Prima però c’è  da sottolineare quanto Mattero Renzi sia riuscito a polarizzare su di sé la corrente socialdemocratica europea: nel PSOE ci si chiede perché non venga fuori un “Renzi spagnolo” e di conseguenza un dibattito come ci fu alle primarie tra Renzi e  Bersani. In Francia, dopo il glorioso successo elettorale di Marin le Pen, Holland ha subito pensato di sostituire il primo ministro con un giovane, mezzo rottamatore, che potrebbe strizzare l’occhio a chi nel Bel Paese è riuscito a prendere il 40% dei voti, ma questa, forse è un altra storia…

Tornando alla battaglia sulle nomine il nostro paese sta puntando molto alla poltrona di Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza. Questa nomina ha in sé un altro obbiettivo: essere il secondo di Junker. Aggiungendo poi che lo stesso neopresidente della commissione ha dichiarato che sarà un socialdemocratico a riempire la casella del commissario europeo per le politiche economiche potremmo considerarci contenti per quanto riguarda lo spostamento dell’asticella da rigore a flessibilità.

Eppure così non pare proprio, voci di corridoio dicono che la nomina di Federica Mogherini stia diventando un percorso in salita a causa di tre fattori da non sottovalutare: la poca esperienza, le (presunte) posizioni filorusse che non piacciono a Est (fonti vicine a Junker hanno oggi confermato che avrebbe 10-11 voti contro) e la concorrenza del ministro degli Esteri polacco Sikorski.

Anche in Italia per il nostro ministro non è tutto rose e fiori. Mara Carfagna dall’HuffingtonPost si dichiara scettica e totalmente contraria che si punti a quella carica, in quanto il rappresentante di politica estera europea avrebbe poca influenza, visto anche lo scarso protagonismo dell’inglese Ashton. C’è però da sottolineare che la Gran Bretagna volle la Ashton proprio per limitare la possibilità di incisione dell’Europa nel campo della politica estera: le posizioni anti-federaliste degli inglesi non sono segrete e sono alla base, tra l’altro, della contrarietà di Cameron alla nomina di  Junker. Sempre la Carfagna critica direttamente la Mogherini bollata come “priva dell’esperienza e del’autorità necessaria per quel ruolo” e qui i più cattivi potrebbero chiedersi perché ci si scaldi tanto per una poltrona che dovrebbe contare poco o nulla.

Intanto Federica non ci pensa e oggi è volata in Palestina, proprio come fece tempo fa andando prima a Kiev e poi a Mosca; probabilmente con scarsi risultati ma non si può dire che lei “la faccia” non ce l’abbia messa. Dopotutto quello di “metterci la faccia” è un mantra del Renzismo 2.0.

6 thoughts on “Europa, nomine ed equilibri

  1. OMG! Un Matteo Renzi spagnolo, che quindi sibilla la “s” in maniera ancora più forte, non s’ha da avere! No, no, no e poi no! E cmq… parliamoci chiaro: la cara Mogherini ci mette la faccia, vero, ma non mi pare poi così la persona giusta proprio perché non ha esperienza in merito (ma non dico esperienza attiva, andrebbe bene anche un’esperienza passiva in cui però ha appreso bene) e per le sue posizioni troppo filorusse che se “non piacciono a Est” a me fanno proprio cagare!

      1. e la risposta in questo caso è: boh? Poi anche in questo caso, bisognerebbe sapere e capire chi tra gli esponenti potenti internazionali scenderà in campo appoggiandola.

  2. Ciao Diego, sono spesso lettore “passivo” dei tuoi post, ma in questo caso, devo dire la mia. ma da quando il posto alla poltrona di rappresentante alla politica estera è di poca importanza. Sopratutto in scenari come quelli del parlamento europeo questo posto gioca ruoli fondamentali e la furbona di Mogherini sa bene dove vuole arrivare. Spero vivamente che però non venga eletta…anche se di alternative valide, anche in questo caso, non ne vedo.

    1. Anche per me la poltrona di MR. Pesc è importante ed è proprio per questo che la Gran Bretagna impose la Ashton.
      Per quanto riguarda la Mogherini non conosco bene il suo curriculum ma credo sia più un gioco di opportunità italiane che di capacità personali.
      Certo è che fare peggio della Ashton (fare niente insomma) mi sembra difficile..

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