
Se c’è una costante nel mio immenso vagabondare (oltre alla sfiga) quella è la certezza di dover sempre fare pipì nei momenti più inopportuni!
Così la storia conitnua, il viaggio con essa, e dopo Bologna raggiungo la “Hulla del Rihnnahscimentoh”: Firenze.
Il viaggio è stato lungo e anche poco simpatico visto che mi sono dovuto sparare circa 2 ore di traffico per uno stupido incidente, che poi dico, ma non potete fare incidenti solo dopo che sono passato io così non mi intralciate le tabelle di marcia? boh? Io non lo so proprio!
Esco dall’autostrada e cerco di arrivare in centro, dove arrivo quasi senza problemi grazie ai saggi consigli di San TomTom… ma è proprio il centro che mi turba, sensi unici, ZTL come se piovesse in questo Agosto a Milano (e credetemi che piove come se fossimo a Novembre), con non poche difficoltà e con tanti, tantissimi Santi scesi giù dal cielo a farmi compagnia, arrivo verso una piazza dove trovo finalmente parcheggio: avevo solo la vescica piena, ma ok!
Primo appuntamento fissato perle 15.30 ed io ero arrivato alle 14.10 circa, ma mi dico: “vabé, prendo un caffè al bar, faccio la pipì e aspetto un po’ in macchina così mi porto avanti un po’ di lavoro alle mail”. Parcheggio e scendo dall’auto, ma è solo in quel momento che mi rendo conto di quanto la vescica fosse spaventosamente piena e di come la mia resistenza all’impetuoso bisogno di mingere fosse arrivato quasi al fatidico limite. Sudando e respirando profondamente manco stessi per partorire 2 gemelli di 5 chili l’uno, mi porto al bar e assumo un’aria di nonchalance: “un caffè espresso in vetro, per favore!”; “certo, signore. 1 euro per favore!”; “tenga! … ah! Sarebbe così gentile da indicarmi l’ubicazione dei servizi igienici? Sa… così lavo le mani prima del caffè!”… ma le miei orecchie stavano per sentire la cosa peggiore del mondo!
“Abbiamo appena passato il disinfettante e per legge dobbiamo lasciarlo agire per almeno 15 minuti. Il bagno sarà disponibile tra 30 minuti circa. Mi spiace!” ….
A quel punto che fai? Ho continuato ad avere la mia aria incurante, bevuto il mio caffè (na ciofeca), salutato e andato via.
Il guaio era combinato: con la vescica già piena che traboccava, il caffè che stimolava le urine, nessun angolo appartato dove andare, nessun bar aperto a quell’ora nel giro di almeno 300 mt, io cosa potevo fare?
Il sudore mi grondava dalla fronte, i dolori alla vescica erano insistenti… ma nessuna soluzione pratica all’orizzonte: potevo mai mettermi contro un muro, in pieno centro, e farci su disegni e scrivere frasi’d’ammmmoreh con la mia pipì?
Di corsa (per quanto potessi realmente correre) mi fiondo in macchina disperato e preoccupato che sarei dovuto andare in albergo per cambiarmi i vestiti bagnati, ma proprio quando stavo per lasciarmi andare allo sconforto…ecco lei! La mia salvezza! Una bottiglia vuota da 1 litro e mezzo che avevo svuotato durante il viaggio.
Allora, via! A mali estremi, estremi rimedi: via di idrante in mano e bottiglia da riempire.
Ragazze mie… mi son salvato in calcio d’angolo! Il difficile era centrare un buco così stretto senza assumere posizioni che i passanti avrebbero potuto giustamente fraintendere con quelle di chi sta letteralmente pisciando in una bottiglia mentre è nella propria auto!
Missione compiuta… ed erano solo le 14.30.
Posso riposarmi e lentamente incamminarmi verso il primo appuntamento.
Sono un caso perso…lo so.