Il tormento dello scontrino omofobo

Pare che si stia diffondendo un nuovo sport, quello di lasciare all’interno di uno scontrino insulto omofobi.

Prima un commesso della Apple che, al cliente che non ha voluto lasciare la sua mail, ha scritto f@g.com sulla ricevuta del ragazzo. Poi noi italiani, grandi importatori di sfide estive (guardiamo ad esempio alle docce gelate che tanti soldi stanno facendo arrivare all’ASLA, piaccia o non piaccia), non potevamo farci mancare anche questa e dunque un locale di Taranto non perde occasione per trascrive sullo scontrino che “so ricchioni”.

La Apple ha risposto con delle scuse, e visto che è la madre del marketing moderno, non ha perso l’occasione per ricordare quanto l’azienda sia in realtà vicinissima alla clientela LGBT, suo uno spot a favore del gay pride (potete vederlo QUI). Il ragazzo però ha chiesto all’azienda di voler tenere un corso contro l’omofobia per gli iComessi, senza compenso.

Tornando a casa nostra, sicuramente, nessuno farà in modo che i ristoratori (o qualsiasi altra azienda del settore terziario) facciano dei corsi di sensibilizzazione sul razzismo (di qualsivoglia forma), sebbene il proprietario del ristorante abbia chiesto scusa facendo altresì presente che il cameriere responsabile del gesto è stato prontamente licenziato.

Molti considereranno tale evento come un incidente sì grave ma cosa vuoi che sia, tanto il tizio l’hanno mandato a casa. Non è così, non deve essere risolta in questo modo la questione. Bisogna creare una cultura del diverso, ma è ancor di più necessario far capire l’impatto che le parole possono avere, e credo che Catanzarite (il ragazzo al centro dell’episodio dello scontrino Apple) lo spieghi meglio di me in un post che ha pubblicato su Facebook:

Non è che il commesso Apple che ha scritto f@g.com dovrebbe essere licenziato, ma bisognerebbe dargli l’opportunità di comprendere l’impatto che l’uso di quella parola può avere sugli individui che ne sono stati oppressi. Apple dovrebbe dare ai propri dipendenti la possibilità di avere le risorse di cui hanno bisogno per servire meglio la loro clientela

A ciò vorrei aggiungere una proposta. In questi giorni il Governo presenterà un pacchetto di riforma che vede coinvolta anche la scuola perché allora non includere nella discussione un capitolo legato a questi temi sociali? Perché non reintrodurre l’insegnamento di “educazione civica” legandovi assieme una sana lotta al razzismo e alle discriminazioni? Dopotutto anche il Presidente del Consiglio non fa altro che sottolineare che la scuola è la chiave dell’Italia del domani.

E se questa Italia fosse un pochino meno omofoba?

One thought on “Il tormento dello scontrino omofobo”

  1. E se questa Italia cominciasse ad avere più a cuore il futuro dei propri bambini facendo piazza pulita (in maniera civile per quanto possibile) di tutta una classe politica che di sensibilizzazione all’accettazione ne capisce solo in materia di “accettazione di mazzette” e “accettazione che tutti i loro porci comodi vengano bene”? IL problema è che anche se volessimo insegnare ai nostri bambini ad accettare le differenze dovremmo iniziare dai docenti stessi: almeno l’80% di questi docenti sono troppo vecchi, con ideali quasi ancora di mussoliniana memoria, non hanno più forze per insegnare. Ringiovaniamo il corpo docenti italiano, diamo loro una buona stabilità e “armi” culturali con cui lottare; permettiamogli di reintrodurre Educazione Civica e soprattutto chiediamo al governo che metta in atto entro ieri (domani è già troppo tardi) una serie di leggi specifiche che vadano a tutelare i diritti del popolo LGBT che come tutti paga le tasse e fa girare l’economia, che con queste leggi si renda di pari dignità le unioni tra persone dello stesso sesso, che la si smetta di polemizzare su cosa sia realmente una famiglia, e che si tenga più a cuore il nostro futuro. Anche queste sono soluzione per un’Italia più stabile…sotto tutti i punti di vista!

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