Provolette Affumicate di Giugno

Storie e viaggi di ordinaria pazzia che continuano anche in pieno Giungo in una Roma rovente ma sempre meraviglievole.

Destinaizone: ufficio di una nota catena di agenzie viaggio che ha la sede centrale in quel di una strada che con “Trevi” ha qualcosa in comune, che si trova praticamente appena fuori il Grande Raccordo Anulare! (bene se avete capito qual’è la parola allora avete capito anche la strada!)

Direte voi: facile? Prendi il raccordo e c’arrivi! Eh no! Io in quel caso mi muovevo con i mezzi pubblici, che se a Milano fanno cagare, a Roma siamo appena un palmo sopra la dissenteria (ma è cosa risaputa da tutti).

A Termini chiedo all’omino ATAC che mi suggerisce – secondo lui – l’itinerario più veloce: “Arriva a Ponte Mammolo e poi cor 131 fai 15 fermate e sei a destinazione!

Vaccabò…facile! Ma nessuno mi aveva detto che gli orari degli autobus a Roma sono a discrezione dei propri autisti! Arrivo a Ponte Mammolo portando nel mio zaino il Mac, il Tablet, un iPhone e un S4 … e la popolazione della stazione era di un variegato che i Campi Rom a confronto sembrano sale da ballo di alta classe, quindi immaginate la mia ANSIAH!!!!

Dopo aver aspettato per circa 80 minuti sto fot*°$%@ 131, chiamato taxi che non si sono mai presentati, salto su questo maledettissimo bus e arrivo alla fermata indicatami dal gentil autista: il nulla intorno! Solo io, qualche battona nascosta dietro i muretti, lavori in corso… e il sole cocente! E cosa vuoi di più dalla vita?

Cammino e trovo la retta via grazie alle mappe del mio iPhone: porto così a termine la mia giornata lavorativa. Ah! Adoro.

E cosa sarebbe bello fare visto che la giornata è finita e c’è un bel sole? Organizzarti con i tuoi amichetti per una bella cenetta in centro!

Tutto organizzato durante la lunga strada che mi portava verso la fermata di Rebibbia: ma fin lì tutto era stato troppo facile, avevo anche preso il bus appena uscito dal meeting.

Scendo in metro, tutto normale… ma non mi convinceva il fatto che io sentissi puzza di bruciato e non riuscissi però a vedere né fiamme né fumo: detto fatto! Mica mi sono dovuto preoccupare più di tanto, secondo voi?

Manco 2 minuti che si è alzata una nerissima e fittissima nube di fumo che ci ha reso tutti delle belle e annerite provolette affumicate tossenti.

In preda al panico si esce tutti fuori dalla metro alla ricerca di aria fresca e di luce, e una volta su, oltre il danno, la beffa: linee elettriche bruciate. La metro non può riprendere e bisogna prendere i bus sostitutivi per arrivare a Termini: peccato fossero le 18.30 di un venerdì pomeriggio con millemila persone che volevano tornarsene a casa dopo lavoro!

L’odissea continua tutti stipati sui bus, chi sviene, chi ti guarda e ride vedendoti la faccia nera dal fumo, tu che li fanculizzi con lo sguardo, e intanto dopo solo 2 ore sei finalmente a Termini.

La mia serata? Ah, vero! Mi ero organizzato con gli amici!
Eh niente… in hotel, con una pizza delivery, a cercare di togliermi di dosso le macchie di fumo e di levarle sopratutto alla mia camicia azzurra.

Roma…sempre magggicah!

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