CambioCanale S02E02: Italy in a Day

Ieri sera è andato in onda su Rai3, in seconda serata, Italy in a Day, creazione del premio Oscar Gabriele Salvadores, basato sulla produzione americana Life in a Day, firmata da Kevin Macdonald e dal più noto Ridley Scott. Gli albori di questo progetto risalgono al 26 di ottobre del 2013, allorché tutti gli italiani erano invitati a girare un breve filmato che riprendesse uno spaccato della loro vita quotidiana, che sarebbe poi confluito in un film dal più ampio respiro che racconta quella che potrebbe essere una giornata qualsiasi nel nostro Paese.

Dalla regia sublime – ed altro non potevamo aspettarci da Salvadores – il film si apre allo scattare della mezzanotte del giorno 26/10/2013, portando in scena le vicende di quelle migliaia di persone che lavorano già alle prime ore del giorno, dai panettieri, alle tipografie che mandano in stampa gli ultimi numeri dei quotidiani.

Protagonista del film è dunque l’Italia, raccontata coralmente dalle persone comuni, coi propri piccoli o grandi problemi, gioie e drammi della vita quotidiana, attraverso i loro occhi che comunicano in pochi istanti la serenità di una vita vissuta con piacere o la tristezza per la solitudine, per un futuro incerto; la tristezza che si può leggere negli occhi di chi è vittima di una catastrofe ambientale e, perduta la casa, cerca di recuperare e ricomporre i pezzi del proprio passato, la tristezza di chi vive alla giornata, alla disperata ricerca di un lavoro e di un posto nella società.

L’Italia letta negli occhi dei giovani, in costante bilico tra le speranze disilluse per il domani e la gioia del presente, fatto di amicizie, scuola, soddisfazioni personali, compiti non fatti, e mille scuse campate all’aria per “cavarsela”.

L’Italia dei volontari, che con grande forza d’animo, tanto in patria quanto nelle aree desolate del mondo, assistono i bisognosi e gli indigenti, mostrando come un Paese che sa essere molto egoista ed opportunista come il nostro sa, nel bisogno, dare l’anima per il prossimo.

L’Italia dei paesaggi unici, dalle vaste distese pianeggianti del Settentrione, che sfuggono alla vista perdendosi oltre l’orizzonte, passando per i dolci paesaggi collinari dai colori caldi delle regioni centrali, sino alla maestosa ed inquietante potenza dei vulcani al Sud, che suscitano l’ingenua curiosità dei bambini e di quanti si sentono piccoli innanzi a questi spettacoli della natura.

L’Italia dell’ora di pranzo, perché, per quanto possa apparire un cliché, è un momento vissuto come sacro, che sia a casa o al lavoro; il momento in cui le madri escono con “Com’è andata a scuola?” ed i figli distrattamente rispondono “Al solito”, troppo “impegnati” tra smartphone e pensieri frivoli ma – a loro avviso – assolutamente fondamentali (e parlo per esperienza personale).

L’Italia delle paure: paura della morte, della malattia, di lasciarsi il passato alle spalle; cose comuni e banali si potrebbe dire, ma che in realtà ci fanno capire quanto 60 milioni di persone che vivono esperienze così diverse le une dalle altre, sotto lo stesso cielo, siano in realtà così tanto accomunate tra loro; e parimenti l’Italia della giocondità, letta negli occhi e nelle espressioni attonite di due genitori che vengono a sapere dal proprio figlio di stare per diventare nonni, abbandonandosi poi a pianti di gioia, oppure negli occhi di un padre che stringe al petto per la prima volta il proprio figlio; la gioia di chi si accontenta delle piccole cose della vita.

L’Italia che protesta, per i tagli alla spesa pubblica, per il degrado, il lavoro che non c’è, la paura per un futuro sempre più precario; per chi si sente abbandonato dallo Stato, per le ingiustizie.

L’Italia dei testimoni di giustizia, che trovano la forza di reagire alle logiche malavitose per consegnare ai propri figli un Paese migliore.

L’Italia di chi ha fiducia nell’Italia stessa, e nello spirito d’iniziativa del nostro popolo, che nel corso della storia, e ancor di più in questo difficile frangente, ha sempre saputo e sa sollevare il capo e farsi in quattro per tirare a campare.

Tutto ciò finché non cala la notte sul nostro meraviglioso Paese, fatto di bellezze, contraddizioni, dissidi interni, problemi ma soprattutto persone, che quotidianamente recitano la loro piccola parte in quel grande spettacolo che è la vita; cala la notte sull’Italia stanca che si assopisce, fino al mattino successivo, quando, ancora a letto e mezzi assonnati, ci si chiede quale giornata ci aspetti: ci può essere di tutto là fuori, puoi immaginare che ci sia il sole, che ti succeda qualcosa di bellissimo durante la giornata, magari che vinci la lotteria, o che qualcuno ti faccia un regalo, o magari che succeda qualcosa che rimane nella Storia.

Vorrei concludere, lasciando spazio per i vostri commenti e le vostre riflessioni sul film, con una canzone del grande Francesco De Gregori che penso richiami il significato del film: Viva l’Italia.

http://youtu.be/k60i0es8gb0

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