
Amsterdam riesce ad offrire una grandissima quantità di roba fritta a chiunque: carnivori, vegetariani e vegani. Passeggiando per le strade spesso si incrociano persone con un cartoccio di patatine fritte, panini di qualsiasi genere, strane croquet on the go, waffles e mazzi di fiori ( questi ultimi non si mangiano, ma sono comunque avvolti in un cartoccio ).
Sebbene spesso a pranzo mi conceda solo un frutto o una zuppa alla mensa dell’università per motivi di budget, è anche vero che durante le uscite serali o la birra del venerdì mi lascio andare facilmente alle irresistibili torture epatiche che questa città ha da offrire ai turisti, agli “stoned” ed ai Rolling Stones(/d).
Essendo un’onnivora nel vero senso della parola ( leggete “me magnerei pure le sedie” ) e non avendo ancora provato la parte vegana della cucina olandese, questa volta mi concentrerò esclusivamente su cibi decisamente sugnosi ( sorry guys ).
Tra le cose che preferisco fare di più in assoluto, c’è quella di andare in giro per i mercati di quartiere ( occhio però, la domenica son tutti chiusi ), dove si possono comprare robe fresche da cucinare o già cucinate: Amsterdam ne è piena. Questi markt ( no, non mi sono dimenticata la e ) sono una meraviglia per gli occhi, le orecchie ( ogni tanto c’è qualche artista che canta ) ma soprattutto per l’olfatto ed il gusto.
Waterlooplein: sempre affollato dai turisti ma con ottime possibilità di mangiarsi delle cosucce sfiziose passeggiando tra cui torte ripiene di fagioli rossi, crocchette vegetariane strafritte nella sugna ( le grandi contraddizioni della vita ). Tra questi, c’è un banchetto dove fanno degli ottimi panini preparati al momento e non c’è mai stata una volta in cui non l’abbia trovato affollato. Quindi un giorno mi sono decisa ed ho provato un panino con manzo, formaggio alle erbe, lattuga, pomodoro, una cosa che non ho capito cosa sia ed il mango chutney ( un condimento a base di mango ). Qui sotto potete ammirare la diapositiva del panino e del banchetto.
Giusto accanto, ce ne stava un altro che serviva ostriche ed herrings broodje – meglio conosciuto come panino con le aringhe, crude, e con cipolle, crude anche queste – no, non fate quella faccia perchè è una roba squisita ed ho avuto l’ardire di mangiarmelo addirittura per colazione ( la verità è che mi sto trasformando in una vichinga bionda con trecce annesse – in effetti quel giorno mi sono presa una birra subito dopo – ). L’omino che potete osservare qui non è molto simpatico, ma un maestro sicuramente nello spinare l’aringhetta, tagliarla chirurgicamente ed accompagnarla con dei cetriolini sott’aceto.
Parlando di herrings però non posso che citarvi il migliore di Amsterdam, un ( bel ) po’ più lontano da Waterlooplein. Se capitate dalle parti di Haarlemmerpoort volate da Herring Stall e godetevi la freschezza e la gentilezza dei proprietari del banchetto.
In Albert Cuyp market invece ci sono capitata una volta per caso ed ho mangiato dell’ottimo gouda kaas ( il loro formaggio tipico ) accompagnato da “dadel taart” ( ammetto di aver consultato per una buona mezz’ora google per trovare il giusto spelling alla mia pronuncia di merda ). Questa dadeltaart è una roba marroncina ( giuro è buona ) con formaggio, noci, caffè, pepe e uova ( c’è sicuramente dell’altro ) che mangiata insieme al gouda è una roba spaziale.
Poco più avanti ho mangiato del pane con una polpetta enorme stra buona (Broodje – pane – bal – palla ), cucinata per un giorno intero.
-Si, si trattano proprio bene!-
Se invece siete affamati di dolce e vi trovate in zona, in Albertcuyp Street pare si possa mangiare lo Strophwaffle più buono della città. Non ho ancora testato personalmente, ma pare ne valga proprio la pena. Tecnicamente dovrebbe essere lo stesso impasto del waffle, solo molto sottile e tagliato a metà con dentro spalmato uno sciroppo. Credo che con un morso si assimilino calorie sufficienti per andare avanti per settimane.
Certamente non mi sono dimenticata di FEBO, una catena che dal 1941 salva la vita ai giovani amanti delle ore piccole. La prima volta che ne ho visto uno ne sono rimasta affascinata: la sua particolarità, infatti, è quella di avere delle macchinette automatiche all’interno del locale, dove puoi prendere da mangiare senza dover fare la fila e passeggiare ( o sbandare ) beato per la strada con la tua croquet ( ma anche panino o soufflé formaggioso ) che vantano all’interno una temperatura di 3000°C. Se volete un consiglio però prendete sempre i cibi al piano di sopra: sono quelli appena fritti.
E se proprio FEBO non vi conquista a prima vista, provate a cercare un Wok to Walk nelle vicinanze: una specie di fastfood dove il wok te lo scegli con cura te, tra numerosi ingredienti cotti poi al momento. Il risultato è quanto segue nella immagine seguente e basta per 2-3 persone, ve lo assicuro.
Parlando di croquet però non posso esimermi dal citarvi il miglior café dove poter scegliere tra le migliori croquet di Amsterdam servite rigorosamente con pane e senape. Sto parlando del Café Luxemburg, in Spuistraat, dove se il tempo lo permette potete anche sedervi fuori e godervi un timido sole. Gli olandesi sono riusciti ad inventarsi oltre 100 tipi di croquet, inizialmente pensavo fossero come le nostre crocchette di patate, ma sono decisamente più fritte, più dense e più oscure: dalla banale purea di patate a quella di gamberi, passando per quella di carne. Insomma descriverle sarebbe davvero limitante ( oltretutto non ho ancora concluso l’ispezione totale delle alternative ) quindi bisogna provarle. Al di la delle croquet qui c’è una grande tradizione di Bitterballen e soufflé kaas ( non chiedetemi cosa c’è nel primo perchè non s’è ancora capito, è a base di carne comunque, mentre il secondo a base di formaggio ) accompagnati da ottima senape e cubetti ( o stick fritti ) di formaggio da intingere nella mostarda.
Non molto distante da qui se vi è venuta una irresistibile voglia di patatine fritte al cartoccio, siete nel posto giusto perché Vleminckx the Sausmeester è dietro l’angolo ed ha le patate più buone di Amsterdam ( fritte due volte, da abbinare a 25 tipi di salse diverse; si chiamerà the sauce master per un motivo, no? )
So di non aver parlato abbondantemente delle birre, ma per ora ho conosciuto solo una birreria artigianale. Qui lo chiamano semplicemente “il mulino” ma il nome è piuttosto impronunciabile ai più ( Brouwerij ‘t IJ ) in Funenkade . Le mie preferite? la Zatte e la Bok ( quest’ultima è scura ed ha mille sapori diversi, assolutamente da provare ) insieme a del buon formaggio di capra e della salsiccia affumicata come stuzzichini.
Ora, la lista è ancora molto lunga ed io spero che per pranzo abbiate mangiato adeguatamente, perché solo a scrivere questo articolo mi si è aperto un buco nello stomaco. Perciò penso proprio che andrò a mangiarmi della verdura perché sto diventando una vacca. Ed ora sapete anche il perché.
Da L.S.D. è tutto, buona domenica!
più seguo le tue avventure e più ti amo mia dolce Milordina!! <3
non dirmi così che mi emoziono poi <3