
Quello che ho imparato sull’amore è che l’amore esiste … Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. E’ un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile.
“Rosso Istanbul” (ed. Mondadori) è il primo romanzo di Ferzan Ozpetek, il pluripremiato regista turco che in Italia ha avuto così tanta fortuna grazie ai suoi film, sempre accolti da ampio consenso di pubblico e critica. E finalmente, un regista così poetico, così “da romanzo”, è finalmente sbarcato tra la carta stampata, tra le righe di un romanzo breve che in pochi capitoli ti lascia senza fiato. E’ infatti la sua immediatezza, che colpisce subito. In poco più di cento pagine Ferzan, da abile regista, orchestra due storie che viaggiano parallele e vicinissime, sullo sfondo di una Istanbul fremente e malinconica, rossa di amore e ribellione. Sono le storie di Lui e Lei. Lui è un regista turco che ritorna dall’Italia nella sua terra, per un viaggio che prolungherà e che gli servirà per immergersi nuovamente in tutto quello che aveva lasciato e credeva di aver dimenticato: la sua famiglia, i suoi primi amori mai dimenticati ma che l’hanno lasciato troppo presto, i suoi luoghi, la sua infanzia. E ripercorrendo ogni cosa come fossero tanti tasselli di un puzzle meraviglioso come è la vita, il nostro Lui si troverà a fare i conti con l’amore in tutte le sue forme, tutto l’amore che
dal passato riemerge e come un fiume in piena travolge di malinconia il presente. Ma “Rosso Istanbul” è anche la storia di Lei, Anna, che – andata in Turchia in vacanza- si ritroverà a rimettere in gioco la sua intera vita, e non sul piano dei ricordi e del passato, ma tra gli anfratti di un futuro misterioso da scrivere giornalmente, lontana da casa sua. Ogni strada di Istanbul sarà la sua conquista e la sua paura di sbagliare tutto, perché riscrivere la propria vita non è facile come scrivere un romanzo qualunque. Perché la vita non è mai un romanzo qualunque.
E proprio sul finale, ecco che le due storie -che si sono inconsapevolmente rincorse per tutti i capitoli- si trovano ad unirsi come in un abbraccio, come passato e futuro che creano un meraviglioso presente da vivere e una lezione di vita da ricordare.
“Rosso Istanbul” è un romanzo a metà strada tra l’autobiografia e il racconto, è un romanzo all’interno del quale chi ha seguito Ozpetek al cinema troverà gli spunti che sono serviti al regista per scrivere le sceneggiature dei suoi film più belli: perché queste pagine sono un dialogo silenzioso tra la vita e l’opera, che trovano il loro perfetto punto di equilibrio in quell’amore rosso-Istanbul che accompagna ciascuno di noi, da sempre.
Consiglio “Rosso Istanbul” perché si fa leggere veloce ed è come un film su carta, con colonna sonora e tutto; perché è un romanzo di impatto, che quando finisci ti mancherà, e speri sia vero quello che ha detto il suo autore: <<E’ probabile che “Rosso Istanbul” sia il mio prossimo film>>.
Voi lo avete già letto? Cosa ne pensate? Sperate anche voi che sarà anche la prossima fatica cinematografica di Ozpetek? Fatemi sapere ogni cosa nei commenti o in mail, all’indirizzo matteo@ilpuntoh.com!
Ci aggiorniamo la prossima settimana!
Matteo
Mi hai fatto venire voglia di leggerlo…
allora attendo presto pareri 🙂
Matteo, finalmente!!!
Ora so che mi sfanculerai: non ho letto il romanzo di Ferzan e non sono proprio sicuro di andare in libreria a comprarlo; ho amato Ozpetek sin dai suoi esordi (Harem Soireè…) ed alcuni suoi film credo siano davvero dei capolavori, penso per esempio a Cuore Sacro o La finestra di fronte; trovo, però, che ultimamente la sua vis poetica si sia decisamente annacquata. Dialoghi, soggetto e sceneggiatura dei suoi ultimi film -a parte qualche sprazzo di bellezza per Mine Vaganti- li ho trovati abbastanza sciatti e quasi privi di suggestione. Ovvio che questa sia esclusivamente la mia impressione. Convincimi a leggere il libro e quando verrai a Lecce ti offrirò da bere!
Grande Matteo!
ho risposto alla tua mail 😉
Matteo, ti rispondo di là anche io! 😉