Diario di una Lella – La felicità nei mulini a vento – E07S01

Zaanse Shans. La prima volta che ne ho sentito parlare ero ad Utrecht, su una cartolina dove erano stati fotografati una serie di mulini immersi nella nebbia. Ne rimasi affascinata ma dimenticai il nome in tempi record, come solo I nomi olandesi sanno fare.

La seconda volta ha galleggiato tra i pensieri , una volta prenotato un giro turistico.

Zaanse Shans, Zaanse Shans. Io questo nome l’ho già sentito. Prendi un po’ la cartolina!

E quindi niente, eccoci qui su questo pulman partito alle 9:30 da Damrak 26. Ci sediamo in posti distanti, perchè ci siamo messe in coda per ultime. Felici, si: usciamo da Amsterdam, c’è una bellissima giornata ed adoro I mulini. Che voglio di più?

La prima tappa è appunto Z.S., un villaggio ( non penso di poter dare altra definizione a quelle 40 casette Verdi ) sulla riva di un fiume, dall’altra parte 5-6 mulini Verdi, ancora funzionanti ognuno con la sua storia e la sua utilità. Noi entriamo in quello che lavore le arachidi, il tipo spiegava ma ero troppo affascinata dagli ingranaggi che giravano per raccontarvi come si arriva a farne l’olio e la farina.

Se volete, potete ammirare il panorama dall’alto, salendo le scale.

Voliamo su ad ammirare quel fiume scorrere placido, il vento accarezzare l’erba, le pale attentare alla nostra vita con una secca decapitazione.

Col mio nuovo selfie stick ho fatto mille foto, tutte uguali. Strano, mi sembravano tutte fighissime. A Z.S. c’è anche il primo Albert Heijn aperto in Olanda. AH è praticamente la nostra GS, avvelenati coi prezzi ed onnipresenti ad ogni angolo o stazione della città.

Dopo una passeggiata ce ne andiamo a Marken, una cittadina il cui unico scopo sembrerebbe quello di vendere zoccoli di legno. Prima di andare alla fabbrica, ci facciamo un giro ( letteralmente, 2 minuti di passeggiata a disegnare un cerchio ) tra alcune casette Verdi e nere un po’ sgarrupate.

Che te ridi?

Sorrido, sono felice.

Nella fabbrica degli zoccoli ci spiegano come si producono, le tipologie. Ci invitano persino a provarle, di una scomodità estrema. Dopo qualche Battuta ed un sentitevi di comprare quello che volete dal nostro negozio, ne usciamo con degli stroopwafel  (non esattamente la cosa che ti aspetteresti di comprare in una fabbrica di zoccoli, lo so. ). Prendiamo un traghetto ed andiamo a Volendam dove ci aspetta una cittadina di pescatori decisamente meravigliosa, una fabbrica del formaggio dove usano conservanti, un bel porto ed I fish and chips più buoni della città ( 20 mila anime ). Così eccoci a crollare nell’autobus, distrutte e felici. Prima di addormentarmi però mi sembra doveroso cambiare la lingua della sua audioguida da italiano ad ellenico. E non c’è nessun altro posto in cui avrei voluto essere in quel momento.

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