
L’avventura intrapresa qui, su IlpuntoH, mi ha portato spesso a parlare di diritti civili facendo tristemente il conto con la realtà. L’Italia resta uno degli ultimi paesi dell’UE a non riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso, mentre nel resto del mondo si compiono sempre più velocemente dei passi avanti.
Nelle ultime settimane un altro argomento ha risvegliato il mio senso civico: il razzismo politico “istituzionalizzato”. Come nei migliori anni di una certa propaganda si cerca un capro espriatorio per concentrare l’attenzione su di sé e convincere le masse che c’è un cattivo da sconfiggere. Ne è esempio lampante Salvini col suo “noeuro” e “primagliitaliani” punta a diventare il nuovo simbolo della destra italiana, una destra molto lepeniana, dopo la messa in ombra di Berlusconi, quest’ultimo, oramai, utile solo a Renzi per tenere a bada il suo partito e i cattolici alleati di governo.
Siamo dunque ad una nuova pagina della politica italiana, il MoVimento5Stelle si è messo in ombra da solo con le continue espulsioni e un antirenzismo asfissiante oltre che controproducente; in questo spazio si è introdotta la nuova LegaNord, un partito secessionista trasformatosi in nazionalista, protezionista, populista e ultraconservatore. Grazie ai soliti slogan e le perenni ospitate in tv il partito che urlava “Roma ladrona!” è arrivato nel cuore dell’opinione pubblica ritagliandosi una prima pagina su Oggi.
Purtroppo però le spese le fanno le persone: sbaragliando disinformazione a destra e manca si è creata una vera e propria guerra tra poveri, pensiamo a Tor Sapienza oppure agli scontri di Castel Volturno. Se per un attimo vogliamo mettere da parte gli scontri fisici, fortunatamente ancora pochi, possiamo mostrare però come la percezione di molti circa l’immigrazione sia profondamente sbagliata: una ricerca Ipsos infatti dimostra che gli italiani pensano che nel nostro paese ci sia circa il 30% di immigrazione quando in realtà arriviamo a malapena al 7%. Un’analisi Istat sui dati reali del 2013 pone invece l’attenzione sui flussi migratori dall’estero che, causa crisi, sono diminuiti di 43 mila unità (differenza su base annua 2012/2013) mentre noi siamo scappati all’estero con una percentuale maggiore rispetto agli altri anni, sempre nel 2013 circa 20 mila persone in più (rispetto al flusso migratorio 2012) sono fuggite dal Bel Paese.
Sarà che Salvini intendeva prima gli italiani all’estero?
Fatto sta che creare guerre tra poveri, mettendoci gli uni contro gli altri non fa bene a nessuno, nasconde solo la politica dalle responsabilità che ha, creando dei falsi colpevoli che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose. Gli ultraconservatori nazionalisti dicano pure quel che vogliono ma, dopo i fatti di “Mafia Capitale” i quali dimostrano (ad oggi) quanto sia responsabile la destra italiana in affari poco leciti, compresi interessi illegali sulla sistemazione e gestione dei campi rom, diventato un vero e proprio affare redditizio, si facciano un bell’esamino di coscienza.
Possiamo dire ciò che vogliamo ma è fondamentale ricordare che i nostri zii, nonni e lontani parenti sono stati a loro volta migranti e hanno quasi certamente subito le stesse ingoranti vessazioni che oggi riserviamo a chi fugge da una relatà che non offre più opportunità. Senza scordare che, come molti arrivano molti se ne vanno, anche noi oggigiorno siamo considerati “invasori” di altri paesi. La Svizzera cerca in tutti i modi di mettere un tappo ai frontalieri italiani, la Gran Bretagna cercando di arginare il fenomeno Farage vuole imporre misure stringenti ai flussi migratori e gli altri paesi europei, in maniera più o meno velata, varano regole sempre più restrittive.
Indovinate un po’? Sono i paesi in cui noi siamo tra i primi invasori.
Condivido abbastanza ma concedimi una chiosa, a margine: a mio modestissimo parere, l’inverecondia di tutto ciò che sta venendo fuori a proposito di #MafiaCapitale mi sembrerebbe decisamente trasversale, almeno stando ai provvedimenti giudiziari emersi ed alle indagini in corso. Non ho mai creduto alla bontà ed all’intelligenza delle generalizzazioni: non siamo tutti uguali e nemmeno i politici sono tutti uguali, ma dopo questa premessa ogni addebito a senso unico mi sembrerebbe forzoso e fuorviante. Sarei per il ripristino della legalità prima di tutto nelle intenzioni e nelle aspirazioni della gente, quindi dei politici. 😉
Sì ma quello che stona è che i primi a urlare “ognuno a casa sua” in realtà hanno mangiato su campi rom e sulle cooperative sociali che gestivano la situazione.