Il 2014 in cinque punti

Senza tentare di fare bilanci dell’anno trascorso e senza voler esaurire qui i fatti salienti dei 365 giorni appena passati, ecco quelli che a mio avviso sono stati i 5 avvenimenti politici che hanno segnato il 2014. Nessun riferimento ai diritti civili perché, come al solito, tanti proclami ma zero concretezza.

5. L’alleanza del Movimento5Stelle all’UKIP e la nascita del Direttorio. Il primo fatto mostra e dimostra come il movimento debba fare delle scelte politiche pur di rimanere in piedi mentre il secondo evento mette in luce la stanchezza della diarchia Grillo-Casaleggio nella gestione del movimento. La continua lotta a Renzi unita alla perenne campagna elettorale, mista alle espulsioni e agli scontrini ha reso il movimento da faro per il popolo a piccola meteora; la piattaforma web non viene usata (come inizialmente promesso) per permettere ai cittadini di fare proposte di legge che i loro rappresentanti dovranno presentare in parlamento, ma è diventata la gogna per il parlamentare di turno che, in orari risicati e con una partecipazione da forum, attende il verdetto. Sarò o non sarò un cittadino? Che dice il mio meetup?

4. L’interdizione ai pubblici uffici di Silvio Berlusconi. Il cavaliere, mai battuto in campagna elettorale, è stato escluso dal Parlamento grazie ad una condanna definitiva per evasione fiscale; attualmente serve sì la comunità ma lo fa a Cesano Boscone, poco lontano da Arcore. Fuori dai giochi per molti è in realtà fondamentale nel tavolo delle riforme e appare anche l’interlocutore più serio poiché costretto a ottemperare ai patti pur di non rischiare un annichilimento politico.

3. #Enricostaisereno. Mai hashtag fu più pericoloso, il nuovo segretario del PD, Matteo Renzi, eletto poche settimane prima dell’inizio del 2014, rassicura il Presidente del Consiglio Enrico Letta, per poi fargli le scarpe poche settimane dopo. “Se parte il processo delle riforme e da una spinta all’economia può restare fino al 2018. Io voglio diventare Presidente del Consiglio attraverso le urne”. Sappiamo tutti come andò a finire e, col senno di poi, fu probabilmente un bene.

2. Il 40% del PD alle elezioni europee. Appena un anno prima il Partito Democratico aveva, per l’ennesima volta non-vinto, costretto alla Große Koalition col giaguaro che Pier Luigi Bersani voleva smacchiare. Il 23 Maggio invece vince in maniera stracciante, strepitosa, inaspettata: venti punti sopra al secondo partito. Alla storia passerà una foto di quella notte: al centro una classe dirigente giovane, fresca e con un linguaggio politico innovativo, niente uomo solo al comando. Il leader del partito scappa nella sua residenza a Palazzo Chigi.

1. Giorgio Napolitano. Primo Presidente della Repubblica eletto per un secondo mandato. Memorabile il suo discorso, dopo la rielezione, alle camere riunite dove senza mezzi termini ha sottolineato i fallimenti della politica, il più grande di questi sta proprio nell’incapacità di trovare un successore per il Quirinale; ricordando ancora una volta come in politica ci voglia coraggio e non stasi, mettendo al centro del suo secondo mandato la necessità di portare a compimento quelle riforme politiche e istituzionali che servono al nostro paese per non sprofondare.
Quello di domani sera sarà il suo ultimo discorso di fine anno, secondo i più informati sarà proprio in occasione degli auguri a trasmissioni unificate che Giorgio Napolitano saluterà gli italiani, congedandosi da un ruolo che lo ha impegnato per otto lunghi anni, passati portando sulle spalle il peso di una nazione in crisi, combattendo fino in fondo per farla apparire come un paese serio, stabile e dignitoso. Un 2014 che si apre e si chiude con un grande protagonista delle istituzioni italiane e, ne sono certo, la storia lo ricorderà con onore.

Buon anno!

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