
Ci sono persone che entrano nella nostra vita intrecciando le loro storie con le nostre anche se – e a volte capita – sono loro a condividere la proprie passioni, vita, storia con le nostre; a noi ci è dato solo vivere le loro avventure passivamente e a loro affezionarci. Queste persone sono molte volte capaci di regalarci sorrisi, lacrime, parole di conforto quando ne abbiamo davvero tanto bisogno; riescono spesso a darci risposte a domande che non gli abbiamo mai fatto, ma ecco che lo fanno strappandoci un sorriso; o ancora sono capaci di cullarci, farci crescere, diventare di famiglia senza neanche mai incontrarle di persona.
Ecco…oggi ho sentito di perdere “uno di famiglia”, una persona con cui sono cresciuto, nelle cui canzoni rivedo la mia infanzia da scugnizzo Napoletano; la mia adolescenza lontana da Napoli dove non c’era giorno che passasse senza aver ascoltato almeno una volta la mia amata “Napul’è”, dove anche da lontano, tramite la sua musica di carattere così internazionale, riuscivo a vedere e vivere la Napoli vera, senza maschere, una città lontana dagli stereotipi e dalle immagini di cartolina, una realtà restituita in musica e parole, nella lingua dolce e colorita che è il napoletano.
Pino Daniele è questa persona di famiglia che uscendo di scena così in silenzio e velocemente ha lasciato nei cuori dei Napoletani, della sua gente, di sicuro nel mio, un gran vuoto, un dolore inaspettato che è difficile spiegare, ma è palpabile, è forte. Un vuoto che solo le sue musiche immortali potranno e sapranno colmare.
Pino, il Re del Blues made in Naples, è stato da sempre fedele alle sue radici, un artista in cui sono riuscito sempre a riconoscermi perché come me non ha mai rinnegato il suo essere fieramente Partenopeo, ma vivendo un rapporto di odio e amore con la città di Pulcinella ha fatto di queste sue origini punto di forza, marcia in più per portare Napoli nel mondo e il mondo a Napoli, tenendo sempre in alto la sua Italia e il suo Sud.
Un artista che ha fatto sognare e innamorare migliaia di persone con le sue canzoni, che ha fatto emozionare spettatori e ascoltatori di tutto il mondo esibendosi in teatri e location importanti come l’Olympia di Parigi, a Cuba, negli States, in Canada, collaborando con artisti internazionali come Laura Pausini, Mariza Monte – pochi ricorderanno o conosceranno la canzone “E po’ che fa (bem que se quis) – e ancora con Randy Crawford; un cantautore che ha creato tre la colonne sonore più belle e conosciute del cinema Italiano, un artista che non ha mai tradito la sua arte rimasto lontano dallo showbiz e dal gossip che tutti e tutto rovinano.
Pinuccio, ho realmente poche parole per esprime la tristezza che provo da quando il sipario è improvvisamente calato sulla tua vita, ma so che la tua arte continuerà a vivere e farci compagnia ricordandoci quanto importante sia il rispetto per gli altri, di quanto – con rispetto parlando – le nostre libertà individuali dal giudizio altrui non debbano farsi influenzare e (forse questo ricordandolo di più a noi Partenopei) di quanto fortunati siamo ad essere nati in una delle città più belle e complicate del mondo.
I “mill culure e Napule” non hanno smesso di brillare per te neanche oggi, nonostante sulla città sia calato un innaturale, doloroso e assordante silenzio rotto solo delle tue canzoni che risuonano in ogni vicolo della tua amata Napoli.
Grazie Pino. Ciao.