
Arruolato nel team #PeopleFromTitina, non posso esimermi dal dire la mia sulla kermesse sanremese ormai alle porte.
Come ogni giovane studente ligure, per me e i miei compagni di scuola era un must saltare le lezioni e prendere il treno per Sanremo andando a caccia di vip a cui scucire foto e autografi. E intanto girare per le strade della città incrociando giornalisti, troupe televisive, manager e vipparoli in cerca di visibilità. I veri protagonisti se ne stavano in albergo oppure a rilasciare interviste nelle varie postazioni radio, mica li vedevi a spasso….
Ma a noi piaceva lo stesso immergerci in quel frenetico e variopinto circo che avvolgeva la sonnacchiosa Sanremo! Ovviamente era anche una tradizione seguire la gara in famiglia commentando questa o quella canzone e lanciarsi in spericolati pronostici molto spesso azzeccati.Perchè diciamocelo, a Sanremo vince quasi sempre lo stesso tipo di canzone : il lento melodico che piace un po’ a tutti! Chi osa va a fondo classifica e poi vende centinaia di migliaia di dischi…
Ma all’Ariston ci va soprattutto chi cerca visibilità per rilanciare la propria carriera. E diciamocela tutta, se le tue canzoni non interessano più a nessuno un motivo ci sarà pure. Spesso i nostri eroi non sono riusciti a evitare il disastro, ma altre volte invece….
A me piacciono i perdenti, o meglio chi viene dato per tale e invece ribalta le carte in tavola e fa vedere a tutti di che pasta è fatto. Oggi ho scelto tre donne.
Alexia, cantante spezzina con una gran voce sprecata fino a quel momento in tormentoni dance buoni per la discoteca della domenica pomeriggio. Canta in inglese ritornelli come ‘Uh la la la’ e ‘The summer is crazy’. Roba filosofica, insomma. Nel 2002 approda a Sanremo cantando per la prima volta in italiano. ‘Dimmi come’, con le sue pompatissime sonorità funk e black, travolge il teatro Ariston e regala alla piccola (di statura) Alessia Aquilani un prestigioso secondo posto e soprattutto una veste tutta nuova che la porterà alla vittoria del festival nel 2003.
Giorgia. ‘Brava,sì, ma che canzoni pallose, tute uguali!’ Così si diceva della signorina Todrani. Che nel 2001 ha pensato bene di salire sul palco sanremese con una canzone scritta da Zucchero e inizialmente pensata per le corde vocali di Andrea Bocelli. ‘Di sole e d’azzurro’ viene eseguita con la solita magistrale tecnica e per la prima volta una struggente intensità che ha rapito tutta Italia, arrendendosi solo all’exploit di Elisa e della sua ‘Luce’. Poco importa perchè da quel momento Giorgia non si è più fermata e ancora oggi riempie i palazzetti ed è una della artiste più amate e seguite del nostro paese.
Arisa,esempio vivente di come una carriera si possa manipolare a proprio piacimento risalendo la china meglio di un salmone controcorrente.
Affacciatasi alla ribalta con vesti quasi fumettose e innocue, ha capito ben presto le regole del gioco e ha messo in campo un cambio di stile così efficace e repentino da lasciare tutti a bocca aperta. Dopo ‘Sincerità’ e ‘Malamoreno’ torna in riviera nel 2012 con le lenti a contatto, parecchi chili in meno e un guardaroba da urlo. Ma soprattutto con una canzone ‘La notte’, che ha messo in chiaro che la macchietta è un ricordo del passato. Oggi c’è una grande artista intensa e dotata della quale sentiremo ancora parlare. E molto.
Tre secondi posti, tre donne diverse fra loro ma accomunate dal coraggio di cambiare, dal talento e dalla passione.
Io quest’anno spero sarà la volta di Irene Grandi.
E voi??
Sciaouz!