
C’è una settimana all’anno in cui mamma RAI si mette il vestito della festa, si imbelletta – proprio come noi #PeopleFromTitina che mettiamo le ciabattine più comode con lo scialle più caldo per goderci lo spettacolo musicale e per cinque sere porta in prima TV l’evento mediatico più importante del servizio televisivo pubblico nazionale: il Festival della Canzone italiana di Sanremo, giunto già alla 75° edizione.
Quest’anno, dopo il biennio di conduzione Fazio – Littizzetto, il testimone di padrone di casa della kermesse è passato al sempre più abbronzato Carlo Conti, fin da subito additato quale nuovo Pippo Baudo nello stile di presentazione, rivelatosi quanto mai tradizionale, sobrio, elegante.
Nessuna ampollosa introduzione per focalizzare l’attenzione fin da subito sui veri protagonisti del festival, i cantanti, negli anni scorsi a tratti passati in secondo piano per esigenze di spettacolo. Così la prima performer, Chiara Galiazzo, entra in scena a meno di 10 minuti dall’inizio delle trasmissioni e via uno dopo l’altro i primi tre artisti.
E proprio nello stile rapido e ordinato che ha avuto la prima serata sanremese, anche i #PeopleFromTitina vogliono condurre la loro personale classifica, immancabile, con la loro “critica del giorno dopo”. Di cosa vogliamo parlarvi? I 5 Top-Flop-Moments e i 5 Top-CiPiace-Moments di ogni serata.
Diamoci subito dentro!
TOP5-Flop-Moments – accuratamente selezionati da Zia Penny
Primo posto ma una piccola nota dolente è stata l’introduzione della famiglia più numerosa d’Italia per la rubrica “Tutti cantano Sanremo” (cioè anche no, visto che la qualità delle canzoni nelle ultime edizioni è stata abbastanza scadente), che subito è diventato un manifesto celebrativo alla famiglia tradizionale. Il pater familias si limita a ripetere insistentemente l’opera di Nostro Signore nella realizzazione di questo grande progetto più grande dell’uomo, mentre Conti incornicia la scena come “un modello di vita”. Già Rai1 ha la nomea di essere la rete più democristiana della tv pubblica, e sicuramente questa poco velata celebrazione della famiglia tradizionale, ultimo baluardo di moralità nel clima di decadenza dei tempi moderni (leggasi: legittima richiesta di diritti civili da parte della comunità LGBT), risulta inammissibile da parte di un servizio pubblico, che deve essere mass media imparziale.
Al secondo posto per noi c’è Alessandro Siani: l’attore rivelazione di Benvenuti al sud e del sequel Benvenuti al nord, che si cimenta in un tristissimo siparietto offensivo nei confronti del pubblico (arrivare a fare ironia su un bambino sovrappeso è proprio una tristezza senza fine) e ricolmo di battute più vecchie del mondo. Il pubblico altro non può che applaudire in un misto tra imbarazzo e posa.
E che dire del terzo posto che va alla reunion tanto annunciata tra Albano e Romina che si è rivelata una scenetta quanto mai edificante ma è bastato poco per scadere nel disagio totale: al termine della performance Conti incita i due a darsi un bacio, pur vedendo i cantanti visibilmente imbarazzati. I due sembrano riappacificati musicalmente parlando, anche se non mancano velate frecciatine ai trascorsi amorosi.
Per Penny al questo posto troviamo la co-conduzione di Arisa (e so che Raffa me ne vorrà!): sebbene sia molto spontanea, e questo non può che giocare a suo favore, forse una voce così acuta non si addice molto al ruolo di presentatrice, tanto che quando si lancia in urla annunziatrici dei cantati sfiora la soglia di frequenza degli ultrasuoni.
Last but not the least…lo sketch con i Boiler, gruppo comico dei tempi d’oro di Zelig, che però non riesce nell’intento, inscenando un insipido siparietto che raccoglie solo applausi di cortesia.
Top5-CiPiace-Moments – Meno accuratamente selezionati e descritti da un’ubriaco (di sonno) Raffa
Al primo posto non posso non spezzare una lancia, ma volendo anche una cassa intera di lance, a favore della conduzione del sempre più abbronzato e tirato Carlo Conti nazionale, che ha fatto sfarfallare l’equilibratura di luci e colori allo schermo del mio TV: una conduzione veloce, chiara, ordinata, senza troppe pause e senza troppe marchette che negli ultimi anni hanno rovinato la qualità stessa degli spettacoli. Un presentatore compito, sorridente e rilassato (non ho mai avuto quella sensazione da “Can You Feel The Ansiah?” che negli ultimi due anni percepivo ad ogni cambio artista); un conduttore perfezionista ma ancora molto “umano” e che ti riporta alla mente le edizioni di Luna Park (con la zingara Cloris) ma ancor di più all’edizione di Tale e Quale Show. E cosa dire delle “vallette”? Finalmente due vallette che non si sono prese troppo sul serio, che hanno portato una ventata di spensieratezza e semplicità (ammetto che in alcuni momenti, forse, era anche troppa semplicità che sfociava in sciattezza) vestite sempre bene, eleganti e mai volgari. L’unica che non c’entra una cippa-lippa al limone è proprio la Rocio e i suoi gamberetti!
Al secondo posto, per noi #PeopleFromTitina, si classifica Tiziano Ferro che fa la sua comparsa sul palco dell’Ariston con un mash-up dei suoi più grandi successi e delle più celebri canzoni contenute nel suo ultimo disco; la performance è ovviamente molto gradita dal teatro intiero che si leva in piedi, facendo commuovere il nostro ex 111 – che se continua così ci torna presto oltre i 100 – e che a noi c’è piasciuto ‘nzacchissimo: proprio nu bellu guagjone!
E sulla scia ormonale lasciata da Tizianuccio bello de Zia Titina, come non parlare degli Imagine Dragons che se anche distrutti da fusi orari intercontinentali hanno regalato al pubblico della kermesse uno spettacolo davvero delzioso! Finalmente hanno interrotto l’orribile trend degli ospiti internazionali che cantano in play-back senza grandi esibizioni e senza regalarci reali emozioni, qui il bel quartetto di Las Vegas (il cantante e il batterista della band saranno padri di un tot di miei figli ma non lo sanno ancora!) ci ha regalato una rivisitazione in stile ballata country dei loro pezzi nuovi e già famosi che ho davvero tanto ma proprio tanto apprezzato. Anche voi, vero?
Quarto posto, tutto meritato va alla bellissima scenografia: pulita, moderna, con le giuste luci. Uno stile accattivante e fluido, funzionale, più caldo e giovane che ha finalmente fatto piazza pulita di quell’inutile scempio e spreco di fiori che ogni anno tristemente colorava il palco dell’Ariston. Questa nuova scenografia ha fatto apparire il teatro un posto più piccolo, più familiare e raccolto, un posto dove stare tra amici e ascoltare della buona musica divertendosi. Bravo Carlo e bravo Sig. Bocchini!! Ci siete riusciti.
E proprio di buona musica si dovrebbe parlare a Sanremo, cosa che negli scorsi anni non si è molto fatto e che invece quest’anno è la padrona indiscussa (almeno pare). Quinto posto per la qualità della cernita musicale fatta, almeno per la prima serata, perché a mio giudizio sono state presentate delle belle canzoni con buoni arrangiamenti musicali ad esclusione del brano dei Dear Jack che con umiltà e rispetto parlando li vedo più idonei ad una sagra di paese – come ha già avuto modo di dire Rocco qui – e ci ha regalato un brano, quello di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi che è davvero bello, toccante, profondo e al contempo forte.
Speriamo tanto che anche le prossime serate ci riservino belle soprese musicali e che questo Festival si confermi, di nuovo e finalmente, IL festival della BUONA musica Italiana!
E voi che ne pensate? Nel frattempo… Stay with #PeopleFromTitina !!!
Enniente, non è neppure iniziata la seconda (estenuante) serata del festival e so già che mi mancherete. 😉