Bio…logicamente promettente.

tofuseitan“Ciao! Sono qua perché volevo scoprire un universo ma la prima domanda che mi viene da farti è se, per caso, in mezzo a tutte queste cose fighissime e buonissime tu non abbia pure una schifezza che mi manda in brodo di giuggiole; lo so che ora ti metterai a ridere (sempre che, incapace di assecondare un eccesso di educazione, non mi caccerai dal tuo store) ma… niente, volevo sapere se vendi pure il burro di arachidi?” “Ciao! Certo che vendo il burro d’arachidi e, ti dirò di più, vendo pure la crema di arachidi; vieni ti accompagno allo scaffale così potrai scegliere tra diverse opzioni”. Sono una contraddizione vivente, ammettetelo anche voi ed insultatemi pure nei peggiori modi ma proprio non riesco ad abdicare a me stesso.

Quella mattina ero partito da casa, diretto a Lecce per il mio consueto impegno in Fondazione, ma per strada, con la subdola complicità di un’interessante trasmissione radiofonica, all’improvviso si era accesa una lampadina: avendo un bel po’ di anticipo sulla tabella di marcia, avevo deciso che sarebbe stato il caso di fare una deviazione e, forse inconsapevolmente, avevo pure deciso che quel giorno mi sarei finalmente avvicinato al mondo del cibo biologico. Da troppo tempo ne sentivo parlare da diversi amici appassionati cultori della materia e, soprattutto, da troppo tempo continuavo a sentirmi colpevolmente estraneo a quella meraviglia che sto scoprendo essere l’alimentazione biologica; non era più tempo di rimandare. Eh no, alla mia veneranda età è necessario porre argini all’incedere del tempo anche sfruttando al meglio le potenzialità di un mangiar bene. Di un mangiar sano. Certo, forse il burro d’arachidi non è propriamente la quintessenza di tutto ciò ma… chissenefrega, ogni tanto sarà pur necessario concedersi alle proprie fragilità, o no?!

Per strada già immaginavo una sorta di gigantesca porta magica che si schiudesse su uno scrigno di bontà mai assaggiate e di bellezze mai viste, ché il cibo, almeno secondo me, è anche essenziale fattore di bellezza; e già immaginavo un perdermi tra visioni, sapori e colori che mi avrebbero conquistato. Sapevo che da un annetto o forse più anche nella mia città era arrivato uno store NaturaSì e dopo averne impostato l’indirizzo sul navigatore lo raggiunsi trepidante e felice come un bimbo che sta per aprire il suo enorme uovo di Pasqua. Più che un negozio un vero e proprio supermercato con annesso ampio parcheggio per accogliere i clienti e con una luminosità interna che, da subito, mi ha rassicurato e predisposto alla scoperta famelica e vorace di tutto ciò che ci sarebbe stato da scoprire in quel luogo, in quella sorta di tempio della salute e del benessere; ma poiché sono davvero fatto male, incontrando il titolare del medesimo, un ragazzo gentile e fotografia eccellente di quanto si possa essere belli se si sa pure mangiare, la prima cosa che mi viene in mente di chiedergli è del mio burro d’arachidi… ché, poi, se uno entra in un negozio di cibo bio e chiede del burro d’arachidi forse le idee del tutto chiare non deve averle. Per niente! Ottima la mia entrée e fantasticamente ridicolo il mio approdo su questi nuovi lidi.

Ma tant’è, rimediata e rubricata in men che non si dica la terribile figuraccia, e dopo aver messo nel carrello il bel barattolo di una delle mie leccornie preferite, inizio a girare –quasi del tutto disorientato ed incapace di dare un senso al mio girovagare- tra i corridoi del negozio. All’improvviso un flash legato ad una conversazione avvenuta giorni prima con la mia istruttrice in palestra, forse un monito del mio inconscio, mi vengono in mente i quattro alimenti bianchi che valgono quasi quanto veleno: zucchero, farina, sale e latte. Eppure pare proprio esista una maniera di mangiar bene e sano facendo allegramente a meno di questi quattro alimenti o, comunque, riducendone visibilmente il consumo; avete voglia di scoprirla con me?

Decido che, forse, è proprio il caso di iniziare da qua. Le farine! E chi aveva mai anche soltanto sentito menzionare tutti quei tipi di farina? E il latte? Io che ero rimasto al parzialmente scremato o, al massimo, al latte di soia. E che dire dello zucchero e del sale che dopo aver letto un raggelante articolo scientifico sulla loro conclamata dannosità mi è venuta voglia di rinascere pietra dell’Himalaya? I moti di meraviglia si susseguono a velocità supersoniche: il tofu che tanto sembra un formaggio ma che non lo è, il seitan per capire che si possono assumere proteine pur non mangiando la carne, e poi le paste integrali al farro, decine di tipi di riso, e poi ancora le lenticchie decorticate e tutto il variegato mondo dei cereali, e le tante varietà di broccoli di ogni colore, e poi gli ortaggi, e lo zenzero anche in caramelle, e il cioccolato buono: un’apoteosi di bontà e bellezza che aspettano soltanto di concedersi.

Il bello, o il brutto (molto dipende dalla prospettiva da cui ci si pone) è che in un luogo del genere riesci molto spesso a sentirti fuori posto: quanto sono cretino io –infatti- che, se capita, non disdegno il panino di Mc Donald’s? E quanto sono cretino per il solo fatto che, se capita, insieme a quel panino bevo pure un buon mezzo litro di Coca Cola? E quanto sono cretino io che, se capita, un cannolo di sfoglia alla crema non si può rifiutare? E quanto sono cretino io che, se capita, a qualche buon cioccolatino non si può dir di no? Ecco, un negozio di questo genere è quanto di peggio possa capitare: ti fa sentire una merda anche soltanto per il fatto di pensare a certe cose e, soprattutto, ti fa toccare con mano tutta la schifezza di cui sei fatto. Però io sono tenace, e pure un po’ audace, voglio dare una svolta al mio essere e questa svolta non può non passare anche per ciò che mangio. E’ solo questione di volontà e di gradualità temporale con cui abituarmi ad un regime alimentare che sinora non mi apparteneva. Chi vuole accompagnarmi in questo cammino di rigenerazione? Scrivetemi  a rocco@ilpunto.com e commentate, ditemi cosa pensate del mondo bio e magari raccontatemi delle vostre esperienze: tutto sarà utile. Vi aspetto!

Ciauz!

2 thoughts on “Bio…logicamente promettente.

  1. Carissimo…è venuta anche a me una voglia matta di scoprire il mondo bio…anche se non mi sentirò “cretino” nel mangiare ancora quelle che tu definisci “merde”..

    1. Carissimo Mario, perdonerai -ne sono certo- i miei eccessi verbali; io sono perfino peggio di te e per un succulento hot-dog potrei fare follie. In fondo vivere è anche questo… o no? ;-=

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