Il punto sui diritti civili

L’elezione del Presidente Mattarella, uomo di grande spessore morale e con una visione moderna delle necessità del paese, è stato un momento politico importantissimo. Nonostante Napolitano sia sempre stato a favore delle unioni civili, non ne ha mai parlato nei suoi discorsi d’insediamento, mentre il nuovo Presidente, cattolico praticante, è stato il primo a parlarne con la speranza che non passi inascoltato.
Il ddl Cirinna’ prosegue il suo percorso pieno di incertezze, inciampi e problematiche. Si parlava di una calendarizzazione in aula entro il mese di marzo ma devono ancora essere presentati gli emendamenti nelle varie commissioni e non si vede nemmeno lontanamente la volontà del governo di velocizzare l’iter. Sul piatto, ciò che rischia di più è la proposta delle stepchild adoption, lasciando ancora una volta nel limbo quei genitori a metà.
Solo quest’estate si parlava di una legge entro settembre, siamo a febbraio 2015 e ancora non si hanno date certe né possibili.
Nonostante alcuni esponenti del Partito Democratico e di SEL continuino incessantemente questa battaglia il resto del parlamento pone paletti su paletti, cercando di rallentare il più possibile l’iter della legge usando il noto “le priorità del nostro paese sono altre”.
Intanto, con un po’ di confusione circa le date delle varie calendarizzazioni, Matteo Renzi, durante l’ultima direzione del PD parla anche di diritti civili, con il suo personale auspicio:

E poi la legge sui diritti civili. Il 20 febbraio credo che ci sia la scadenza in Senato, sul testo attualmente all’attenzione della commissione, per gli emendamenti. Noi abbiam preso l’impegno che, terminata la fase costituente, avremmo affrontato questo tema trovando un punto di equilibrio tra di noi e con gli altri perché finalmente quest’anno sia la volta buona anche per quello.

Dopo i tanti rinvii, sarà questa la volta buona? Si riuscirà nel 2015, a vedere finalmene cmpiuto questo atto di civiltà? La speranza è l’ultima a morire, ovviamente, ma il tempo passa e nonostante le promesse i risultati non arrivano.

Intanto è stato presentato il Family Act dai contenuti non troppo chiari e quantomeno scontati, giusto per contrapporre ancora una volta due visioni di famiglia dimenticando (furbescamente) che il riconoscimento di un diritto non elimina quelli altrui.

Un Presidente della Repubblica, cattolico convinto ed ex-democristiano, che nel suo discorso d’insediamento fa riferimento alla necessità del riconoscimento delle unioni civili, riuscirà a dare quella spinta in più? Quando potremo finalmente definirci un paese moderno?

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