Pois in riva all'Hudson

Heritage Trump PlaceUpper west sideCi sono giorni in cui mi sveglio esattamente con lo stesso pensiero con cui mi sono addormentato poche ore prima, un chiodo fisso, sì: una specie di ossessione che si chiama “New York” e che mi accompagna da sempre, da quando ho memoria di me e delle mie percezioni. E ci sono giorni nei quali ogni respiro ed ogni palpito sono rivolti unicamente verso quella Big Apple che m’ha preso il cor e pur non m’abbandona. Magari qualche altra volta vi parlerò del mio rapporto con l’universo che ruota intorno a Central Park ed ai cinque distretti di questa meravigliosa città, oggi voglio raccontarvi un’altra cosa che, comunque, la vede protagonista.

Apro gli occhi con la mente impastata di pensieri e desideri che mi riportano oltreoceano e che sono esaltati dalla doccia mattutina, un crudele ed infingardo contrappasso al quale ormai, e sempre più spesso, non riesco più a sottrarmi; accendo il pc e mi metto in postazione mentre sorseggio un tristissimo caffè in una tazzina kitsch con delle raffigurazioni in bianco e nero di alcuni scorci di Brooklyn comprata in uno dei miei viaggi laggiù e che anche soltanto tenere in mano mi fa stare meglio. In realtà, per uno strano meccanismo di teletrasporto/immedesimazione sono seduto al tavolo del rassicurante e caldo ambiente di Starbucks al 345 W 42th mentre al di là della vetrina un vento gelido e pungente sferza le migliaia di persone che s’incrociano lanciando invidiose occhiate all’interno della caffetteria.

Bevo uno Skinny Vanilla Latte mentre gusto, tra l’estasi di un piacere quasi mistico e la gioia delle mie papille, uno strepitoso Strawberry muffin, uno di quelli che anche solamente guardarlo manderebbe in visibilio i sensi di qualsiasi estimatore del genere; tutto ciò mentre scorro le notizie sull’Ipad. Ed ecco che qualcosa cattura subito la mia attenzione facendomi dimenticare per qualche minuto sia la calda bevanda sia il delizioso dolce: un ricchissimo principe saudita mette in vendita il suo buen retiro newyorkese. E ditemi voi se non è questa una notizia degna di menzione, e che menzione, anche perché solitamente gli ereditieri arabi comprano e non vendono!

Leggo, anzi divoro l’articolo corredato dal book fotografico della lussuosissima magione del petroliere e intanto la mia salivazione continua a ridursi a tal punto da prosciugare del tutto bocca e gola; riprendo il bicchierone della mia bevanda preferita per ridare vita ad una parte di me che dopo aver visto quelle immagini mostra chiari segnali di cedimento. Una roba tipo: “Sogno o son desto?”, per intenderci una casa che scatenerebbe le invidie di qualsiasi essere umano.

Dunque, un appartamento situato nell’Heritage Trump Place, uno di quei “cosi” a metà tra un moderno grattacielo ed un’elegante costruzione razionalista, un edificio austero che custodisce gelosamente ed in assoluta discrezione appartamenti dalla bellezza senza pari e con vedute mozzafiato sull’Hudson; chissà perché, poi, il magnate arabo voglia sbarazzarsene, di certo non gli mancherà il denaro per sostenere i costi di una residenza simile. L’Heritage Trump Place si trova al 240 di Riverside Boulevard, nel cuore di Upper West Side, il quartiere di Manhattan che unisce Central Park al fiume Hudson; una zona residenziale e molto ricca dove insistono e si svolgono la maggior parte delle attività culturali ed artistiche e dove, per capirci, ci sono il Metropolitan Opera e l’American Museum of Natural History, meta preferita per acquistare casa da parte di quasi tutti i ricchi che decidono d’investire a New York e topos fisico e ideale dove amano ritrovarsi artisti provenienti da ogni angolo del mondo. In poche parole una meraviglia nella meraviglia.

E vengo all’appartamento: l’articolo non specifica il piano ma, occhio e croce e a giudicare dalle foto con vista panoramica allegate, si direbbe non meno del ventesimo piano; non è riportata neppure la superficie ma a dire dal corredo e dalla sfilza di stanze e ambienti non credo meno di cinquecento metri quadri in cui non mancano in ordine casuale: sala fitness, area spa, sala biliardo, tre stanze da letto, salone parrucchiere, terrazza panoramica sull’Hudson, sushi bar, acquario con acqua marina, Jacuzzi da sei persone, impianti high-tech ovunque ed ogni genere di lusso, immaginabile e non. Che dire? Una robetta da nulla.

Il costo di questo scherzetto? Udite, udite… 48,5 milioni di dollari che col cambio corrente a 1,10 fa poco meno di 48 milioni di euro o giù di lì.

Io non ho più fame e quel che resta del mio muffin finisce direttamente nel cestino della spazzatura, esco da Starbucks stringendo nelle mani il mio Vanilla Latte e tutta la mia tristezza: perché la vita ed il mondo sono così terribilmente ingiusti? Meno di cento metri e guadagno il cuore del mondo, sono a Times Square: non potrò mai avere una casa come quella del nababbo arabo, probabilmente continuerò a sognarla ma, vivaddio, in questo momento sono l’uomo più felice al mondo perché, in fondo, per esser felice mi basta trovarmi lì, nella stupefacente fantasmagoria di tutte quelle luci che accecano anche di giorno.

A proposito, ho appuntato il numero dell’agenzia immobiliare che tratta la vendita dell’appartamento, se tra voi c’è qualche interessato non esiti a scrivermi a rocco@ilpuntoh.com; e soprattutto scrivetemi e commentate anche se non volete o non potete procedere all’acquisto. Forse non ci crederete ma è davvero straordinaria la sensazione del mezzo gaudio derivante dal mal comune!

Ciauz!

6 thoughts on “Pois in riva all'Hudson

  1. Ebbene si rocco….svelo le mie carte sono un milionario e sono interessato all’acquisto, come richiesto ti chiederò info by mail….ho appena finito di mangiare una mela che se proprio devo dire la verità era pure big e leggendo il tuo articolo mi ritrovo nel tuo pensiero, chiodo fisso o ossessione come dir si voglia. La mia ossessione nasce dal cinema e come posso non ripensare a Melanie Griffith, Joan Cusack ed Harrison Ford quando leggo la descrizione di quei luoghi….adesso lancio la sfida …..di che film sto parlando caro amico mio….R.S.V.P.
    Ciauz

    1. Marco, non vorresti mica adottarmi? Oppure potrei essere il tuo maggiordomo, o il tuo cameriere! Una donna in carriera ma, se vuoi, parliamo pure di Sex and the City! <3

      1. caro rocco, la tua risposta è soddisfacente ma non mi convince…potrai diventare il mio maggiordomo ma io continuerò a fare quello per cui ho studiato e magari un giorno trasferirò il mio studio nell’appartamento di Donald Trump anche se qualcuno lo ha fatto prima di me…questa volta è pochino più difficile ma non troppo riuscirai a rispondermi…non mi deludere ti prego

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