
Il 25 Aprile del 1945 l’Italia viene liberata grazie all’intervento di forze alleate che hanno combattuto al fianco dei nostri soldati: tra questi amici c’era anche la valorosa Brigata Ebraica. È bello ogni anno che durante la parata organizzata nella Capitale, chi ha combattuto per la nostra liberazione (pagando con la perdita di parecchie vite umane) possa avere dei propri rappresentati a sfilare. Com’è anche giusto che esponenti di altre associazioni e/o rappresentanze di gruppi il cui interesse sia la libertà e l’unione possano partecipare all’annuale parata.
Giusto non è però lasciare che gruppi facinorosi macchino con interventi inopportuni e dimostrazioni razziste, quasi xenofobe, gli eventi legati a questa importantissima data, e magari si permettano anche di offendere la memoria dei tanti caduti in guerra, combattenti per la pace, tra cui molti, moltissimi ebrei.
L’anno scorso infatti, un gruppo della Brigata Ebraica venne avvicinato da una decina di ragazzi, in prevalenza stranieri, che in mano avevano bandiere palestinesi con raffigurato Arafat, i quali cercarono di cacciarli in malo modo, con frasi del tipo: “siete peggio delle SS!” (ma scherziamo!?) I rappresentanti della Brigata Ebraica non ebbero modo di poter parlare e nessuno fece riferimento al sacrificio di molti ebrei per la liberazione dell’Italia dal nazi fascismo. Parliamo delle stesse persone che vogliono partecipare alla parata di questo 25 Aprile, sfilando con bandiere palestinesi: bandiere di un Paese che con tantissimo rispetto parlando, non ha nulla a che vedere con gli ideali di libertà e pace.
Sono un pacifista convintissimo, e credo che per non cadere in errore, siamo tutti tenuti a ricordare la nostra storia: forse a questi signori pro-palestina che citano il nome delle SS associandole a noi ebrei, farebbe bene sapere un paio di cose, come ci ricorda la storica Anna Foa.
“[…] nella guerra portata da Hitler al mondo democratico i palestinesi si trovarono dalla parte dei nazisti. Per quanto ignoto alla maggior parte delle persone, si tratta di un fatto storico indiscutibile e incontestabile. Dal 1921 Gran Muftì di Gerusalemme, Amin al Husayni, fu il leader incontrastato delle rivolte arabe contro gli ebrei in Palestina a partire dal 1920 fino alla grande rivolta del 1936. Favorevole al nazismo fin dall’avvento al potere di Hitler nel 1933, legato al fascismo italiano fin dal 1934, al Husayni si stabilì a Berlino nel 1941 dove intrattenne stretti rapporti con Hitler. Nel 1942 sollecitò la creazione di un’unità militare araba italiana e nel 1943 si impegnò nella creazione di una speciale unità bosniaca musulmana delle Waffen SS. La partecipazione alla guerra nazista non fu quindi solo ideologica, in nome della lotta antibritannica e antisionista, ma militare e operativa. Tutto questo è storia.”

Ricordiamo anche che le Waffen-SS erano una forza armata nazista e i suoi militari si resero responsabili dei più efferati crimini di violenza nei confronti di popolazioni civili o di prigionieri nemici uccidendo in modo disumano tutti gli ebrei che incontravano e catturavano. Proprio per questo motivo le Waffen SS furono dichiarate organizzazione criminale al Processo di Norimberga. Nel 1943, invece, il Gran Muftì fu inviato in Jugoslavia dove reclutò militanti islamici, sloveni e croati e li incorporò nella 13 Waffen Gebirds Division SS Handschar che fu costituita il 10 febbraio 1944. Fu una gara tra le Waffen ss Handschar e gli Hustashà di Ante Pavelic a chi fosse più sanguinario, accanendosi con le popolazioni civili soprattutto ebree.
Arafat poi, sì proprio lui, ha più volte vantato il fatto che egli stesso discendesse proprio dal Gran Muftì nazzista. Che orgoglio, vero?
Forse non tutti questi signori lo ricordano!
Il gruppo della Brigata Ebraica e quello degli Ex Deportati non parteciperanno quest’anno (almeno tale è la comunicazione al momento).
Ora, non è che io voglia fare l’avvocato del diavolo, non ci guadagnerei nulla se non bestemmie e maledizioni da parte dei falsi perbenisti benpensanti, ma mi chiedo, davvero possiamo lasciare che vi siano tali defezioni alla parata di quest’anno per lasciar partecipare persone che di ideali di pace e libertà ne sanno poco o addirittura niente?
Siamo in democrazia e tutti abbiamo il diritto di fare dimostranze e contestare per cose in cui crediamo, ma queste contestazioni alla memoria di morti per la pace, oltretutto ebrei che hanno dato la loro vita per difendere noi italiani, possiamo davvero lasciarle proseguire?
Forse se questi contestatori rileggessero la storia, eviterebbero un’altra inutile e vergognosa offesa alla pace, alla memoria di chi per essa ha combattuto e alla resistenza, e magari potrebbero anche agire per costruire un futuro migliore che non ripeta gli errori del passato.
Utopia?
Ditemi quando è la festa nazionale in Israele? il 26 aprile? il 5 maggio? Non mi ricordo… Quello che qui posso dire è che non ho mai partecipato alle manifestazioni del 25 aprile nella mia città, perché mi sono reso conto fin da adolescente che il PCI non mi voleva, io con quel partito non avevo niente a che fare e non sono mai andato in cellula, per cui non conoscevo nessuno e non ero conosciuto da nessuno: quindi per loro ero fascista (per inciso voglio fugare ogni dubbio: fascista non lo sono mai stato: mi è bastato, per non esserlo, ascoltare da bambino, le storie di guerra della mia famiglia e i libri di storia sono arrivati molto dopo).
Ma per loro non importa: o sei dalla loro parte i sei fascista
Quest’anno cade il 23 Aprile (in genere il 5 di Lyar).
Il problema vero, e noto che @mrgirodegiro:disqus ha preso in pieno il mio pensiero anticipandomi, è che tutto oramai gira intorno alla politica e non più intorno al sentimento reale di commemorazione e del senso di patria. Se tutto girasse intorno anche solo al senso di commemorazione e patria stai sicuro che tutti questi casini inutili non avrebbero nemmeno modo di esistere.
Non partecipo alle parate, ma commemoro a modo mio la storia di chi ha reso l’Italia libera dal nazifascimo.
Con tristezza, constato sempre più che di commermorazione ogni anno ce n’è sempre meno e che si tende sempre di più a rendere la parata una cosa politica e basta. Che le Brigate Ebraiche non partecipino secondo me fanno bene: certe persone – come i contestatori in questo caso – non meritano di godere dei sacrifici e della memorie di persone che hanno lottato con ideali di fratellanza e di libertà.
Se un po’ tutti rileggessimo la storia magari smettendo gli abiti della faziosità probabilmente tutti vivremmo in un mondo decisamente migliore. Raffa, che dirti? Condivido e sottoscrivo a pieno ogni tua parola, ogni tuo palpito, ogni tuo fremito. E contro una dilagante, e spesso figlia dell’ignoranza, moda pro-Palestina non mi resta che dire… il buon Dio sappia sempre aiutarci a tenere alto l’onore e la memoria di una storia che non può essere profanata da eserciti di stolti assassini. Grande Raffa!
Forse hai ragione, ultimamente pare essere sempre più una moda essere pro-palestina. Se invece la smettessimo con le mode e ci impegnassimo a batterci per degli ideali reali che si basino su una storia vera, allora forse forse le cose andrebbe un tantinello meglio. grazie per il tuo commento, Rocco.
Raffa, con me sfondi davvero un portone aperto. Anni fa lessi un libro meraviglioso (a dire il vero era un libello!) della Loewenthal… per me le affinità e le simpatie per l’Ebraismo vengono da lontano e non ho mai accettato di svenderle per i beceri calcoli di una politica spesso distratta ed immemore. Sono con te!