
L’Italia è il mio Paese ed io, malgrado tutto, lo amo sempre più.
E l’Italia è quel Paese in cui, malgrado i crolli di Pompei e gli scantinati degli Uffizi zeppi di opere d’arte in via di disfacimento, si riescono a fare anche delle gran belle cose.
E l’Italia è quel Paese in cui i cantieri della Salerno-Reggio Calabria sono in piedi da quarant’anni ma sono bastati pochi mesi perché si realizzasse una meraviglia sotto il profilo ingegneristico, architettonico e della sostenibilità ambientale.
E’ pronto a Torino, infatti, un grattacielo realizzato con le più innovative tecniche di costruzione e tra i primi al mondo quanto ad eco-compatibilità e risparmio energetico: si tratta della nuova sede di Intesa Sanpaolo interamente progettata da Renzo Piano e dal suo staff di architetti e pensata per soddisfare ed assecondare al meglio la filosofia green.
La costruzione è una torre alta 166 metri (due in meno della Mole) distribuiti su 44 piani, dei quali 38 sono fuori terra, e con una superficie complessiva pari a circa settemila metri quadrati. Tecnicamente, ed in estrema sintesi, l’edificio è così composto:
- I primi sei piani -riservati alla fruibilità esterna- contengono un auditorium, una scuola, diversi spazi dedicati agli eventi culturali ed un ristorante;
- 27 piani per gli uffici di Intesa Sanpaolo;
- Al trentunesimo piano un Centro per l’Innovazione in cui si continua a studiare e a fare ricerca inerente, appunto, il miglioramento dei sistemi costruttivi nell’ottica della eco-sostenibilità;
- Una caffetteria panoramica in cima alla torre;
- Un giardino ipogeo del primo piano sul quale si affacciano una mensa aziendale e l’asilo nido;
- Tre livelli interrati di parcheggi e vani tecnici;
- Un giardino adiacente.
La costruzione si presenta di pregevole bellezza e, soprattutto, mostra una leggerezza che le ha meritato l’appellativo di “frammento di ghiaccio” voluto dallo stesso Piano; esteticamente innovativa e dalla linearità elegante e trasparente, si caratterizza per un’armonica diversità tra le diverse facciate: quelle est ed ovest “a doppia pelle”, luminescenti come un cristallo di ghiaccio, interamente rivestite di lamelle frangisole che garantiscono la ventilazione in estate e l’isolamento termico in inverno e che, soprattutto, consentono di modificare, orientare ed utilizzare al meglio la luce solare limitando al massimo l’utilizzo della luce artificiale; la facciata sud, invece, si caratterizza per un campo fotovoltaico per l’accumulo di energia.
L’illuminazione artificiale del grattacielo è interamente affidata al sistema Led che, automaticamente e gradualmente, accende le luci interne seguendo giorno per giorno l’andamento del tramonto.
A tutto ciò si aggiunge un impianto di climatizzazione che sfrutta l’energia di scambio termico con l’acqua di falda senza emissioni nocive in atmosfera ed un modernissimo sistema di raccolta dell’acqua piovana da utilizzare per wc ed aree verdi.
Insomma, un vero e proprio edificio che respira e che si sposa a meraviglia con l’ambiente circostante pensato e costruito tenendo ben a mente la necessità di ridurre il consumo di energia e di rispettare al massimo i parametri dell’eco-compatibilità; ed un primo importante risultato Piano lo ha già ottenuto: la sua creatura registra un consumo energetico pari al 45% in meno rispetto agli standards medi, questo lo pone ai primissimi posti al mondo quanto all’eco-sostenibilità ed all’eco-compatibilità.
Che dire? Dal cemento dell’imponente viadotto di Genova realizzato dal grande Nervi alla nuova leggiadra costruzione del nostro più famoso, e forse più bravo, architetto, l’Italia continua ad essere il Paese delle belle cose; amiamo questo nostro Paese per quello che riesce a dare consegnando al mondo un’immagine di modernità e di attenzione massima alle più cogenti problematiche.
Bene, programmiamo insieme un caffè sulla sommità di questa meraviglia magari dopo aver fatto un giro al Museo Egizio? Vi aspetto, scrivete a rocc0@ilpuntoh.com le vostre proposte ed i vostri suggerimenti.
Ciauz!
Con tutto il rispetto e bla bla bla perché non investire soldi proprio per quelle opere storiche che vanno a male ogni anno invece di costruire questo palazzo?
dovevano far sparire qualche soldo?
Poi, detto francamente a me non piace nemmeno.
Francesco, hai ragione per quanto riguarda la necessità del recupero storico ed architettonico di ciò che già c’è ma non credo che quest’opera, meritoria e doverosa, non possa essere espletata insieme alla costruzione e realizzazione di nuove cose. Sul fatto che il grattacielo di Renzo Piano non ti piaccia non discuto, ovviamente, il gusto personale si affina in base a dinamiche del tutto singolari. 😉
Bello sì… ma a torino secondo me è una cosa che stride con l’eleganza della città.
Beh, Parigi è una città elegantissima eppure appena fuori dal centro c’è La Dèfense, probabilmente uno dei quartieri più avveniristici d’Europa! La stessa cosa vale per Lisbona e per Valencia. Io ho sempre pensato che la più sfrenata contemporaneità possa ben conciliarsi con tutto ciò che pre-esiste se c’è l’attenzione a non profanare nulla. 🙂
Ecco l’hai detta giusta: “l’attenzione a non profanare nulla”….cosa che in Italia non mi pare ci sia.
Raffa, impegniamoci per migliorare la qualità di chi deve prendere questo genere di decisioni; so bene quanto sia difficile e che spesso, soprattutto, noi poco possiamo ma io voglio credere che lo sforzo di tutti ci aiuterà ad essere un Paese migliore. Ti abbraccio.!
OK.. MI HANNO anticipato nella risposta. Però hai ragione: l’importante è fare attenzione che tutto si concilii con ciò che già esiste…non ocme gli ecomostri dell’archittettua litorali anni 80/90!