Non esiste un posto che si chiama "fine"…

Cinemacovelogo

Benvenuti e Benvenute al primo appuntamento con questa nuova rubrica! #CinemaCove sarà una incontro settimanale che vi regalerà un punto di vista in più su film attualmente in circolazione o anche su vecchie glorie da non dimenticare (o magari da conoscere per la prima volta).

L’inaugurazione spetta a un bel prodottino che ci viene presentato da un cast non indifferente diretto da John Madden (forse vi ricorderete il suo Shakespeare in love con Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes).

Ritorno al Marigold Hotel (titolo originale The Second Best Exotic Marigold Hotel) è il sequel di Marigold Hotel (titolo originale The Best Exotic Marigold Hotel) e vede ancora protagoniste due eccellenti attrici ultra British del panorama cinematografico mondiale: Judi “Philomena Dench e Maggie “McGranitt” Smith. Con loro ritroviamo Bill Nighy, Dev “The Millionaire” Patel e gli altri che avevano preso parte alla pellicola del 2012 in cui si raccontava la permanenza di signori e signore maturi in una residenza calma e tranquilla (si fa per dire…) dove trascorrere l’età della pensione. Ad arricchire il gruppo abbiamo una mega new entry: il sempre affascinante Richard Gere (il cui personaggio, ve lo dico, appena appare, fa esclamare ad una delle protagoniste: “Signore, abbi pietà delle mie ovaie!”). Questa nuova storia si apre con una corsa sfrenata sulla famosa Route 66 (sogno di chi vuole attraversare gli U.S.A. in macchina, o in moto) dove i proprietari del Marigold Hotel, Sonny e Lady Muriel, si lanciano per andare a San Diego a caccia di finanziatori che li aiutino ad ampliare il loro business.

Locandina TSBEMH

Dopo l’importante incontro con un pezzo grosso della finanza, tornano a Jaipur, nello stato indiano del Rajastan, a continuare la loro attività all’hotel nell’attesa di un ispettore in incognito che vada a valutare le loro capacità. Ma non è così semplice, perché il giovane Sonny deve seguire anche i preparativi delle nozze con la sua adorata Sunaina e non tutto procede sempre come previsto, a partire dalla mamma che lo mette in imbarazzo fino ad arrivare all’invadente amico della sua fidanzata! Da qui inizia… il Ritorno al Marigold Hotel.

The Second Best Exotic Marigold HotelNon preoccupatevi se non avete visto il primo film, la storia resta abbastanza indipendente e non avrete difficoltà a seguirla. Chiaro che non si tratta di un film d’azione, quindi non aspettatevi esplosioni e salti sulla poltrona. Tuttavia vi farà trascorrere due ore simpatiche ed emozionanti perché le battute di questi “nonni” e “nonne” tutto pepe non lasciano tregua e, intrecciandosi alle vicende di una storia davvero corale, mantengono vivo l’interesse.

Mettendo a confronto tre generazioni e i loro rapporti, prenderanno vita dinamiche assolutamente divertenti, ricche di spunti e riflessioni, il tutto avvolto nella calda scenografia di una coloratissima India.

A onor del vero, bisogna ammettere che ci viene proposta un’immagine abbastanza stereotipata di quella parte del mondo. Non troviamo povertà, violenza, fanatismi religiosi o maschilismo. Ma il Cinema, si sa, porta avanti i nostri sogni e comunque, in questo caso, non esagera. Non si tratta di venderci a tutti i costi un’immagine onirica di un luogo esotico, ma di utilizzare la sua idea per catalizzare le vicende del film, fino a condurci ad una super coreografia finale degna di Bollywood (dove, ATTENZIONE, balla pure Richard Gere!).

Il fatto che il Best Exotic Marigold Hotel sia un alloggio in cui gli anziani vanno a trascorrere l’ultima parte della loro vita in un soleggiato e accogliente clima è solo un dettaglio che funge da crocevia per i racconti e per le sinergie che nascono tra i protagonisti. Giovani che imparano dai meno giovani e viceversa. Non solo, si traggono lezioni anche tra coetanei, com’è giusto che sia. Si può imparare sempre qualcosa da tutti se solo si è disposti ad ascoltare. Un film sulla reciprocità dei sentimenti e sul rispetto nella sua forma più generale. Perché se c’è rispetto ci può essere tutto.

Ritorno al Marigold Hotel è un film sull’armonia del cast, ottimamente integrato fra attori inglesi, statunitensi e indiani, della regia e, ovviamente, del contesto raccontato. Il tutto portato avanti con un bel ritmo, condito con battute piene di ironia, di saggezza e spesso molto pungenti. Questi “vecchietti” vogliono vivere l’età della pensione semplicemente come una nuova tappa, non come il capolinea. Non le mandano a dire, ma hanno un gran cuore e non si arrendono. E tutto questo lo insegnano ai giovani che prendono sotto le proprie ali con grande stima e umiltà, non guardandoli dall’alto in basso. Infatti non mancano mai le frecciate, per spronarli e convincerli a non arrendersi, perché “a volte si vince, mentre a volte si impara”. Ma soprattutto perché “non esiste un posto che si chiama fine. Solo un posto in cui lasci la storia”.

Un’ultima considerazione, prima di consigliarvi di vedere questo film, va alla colonna sonora di Thomas Newman. Un accompagnamento sempre ben legato alle scene, ma mai sovrastante. Molte percussioni e vocalizzi. Perfetta.

Insomma, da questi nonni e da queste nonne (se mi sentono mi picchiano!) si impara che:

1 – Le emozioni e l’entusiasmo si possono vivere a qualunque età

2 – Ci vuole (anche) il lavoro di squadra per realizzare un sogno

3 – Se non apri il rubinetto, l’acqua non scorre. E non superi la siccità

4 – A un certo punto si deve trovare un modo per fare da soli! Per quando loro non ci saranno più…

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