Gay Pride (dalla) Russia (senza amore)

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Se James Bond fosse stato gay, di certo non sarebbe venuto con amore, almeno non dalla Russia. Essere gay e manifestare con fierezza il proprio orgoglio omosessuale in pubblico diventa sempre più difficile nella terra di Vladimir Putin, dove amare un altro o uomo o un’altra donna non solo è proibito, ma addirittura vietato dalla legge. E così anche quest’anno Mosca non ha avuto il suo Gay Pride Russia. Pur sapendo a cosa sarebbero andati incontro, i russi omosessuali hanno provato comunque coraggiosamente a manifestare a difesa dei propri diritti, ma il loro tentativo si è tragicamente concluso con scontri e arresti.

Già il sindaco della capitale russa aveva negato il permesso di poter scendere pacificamente in piazza, ma ciononostante un gruppo di attivisti ha voluto ugualmente far sentire la propria voce a nome di tutti. Contro i manifestanti arcobaleno non sono scese in campo soltanto le forze dell’ordine, ma addirittura un gruppo di militanti anti-gay, gli ultraortodossi di San Giorgio, emblema del patriottismo russo, che con il loro nastro arancio-nero hanno lanciato uova contro il Gay Pride improvvisato, aggredendo alcuni manifestanti. Soltanto dopo è intervenuta la polizia per tenere a bada le sommosse.

È dal 2013 che la madrepatria Russa ha adottato una legge federale che vieta la propaganda omosessuale tra i minori, vietando così ogni forma di manifestazione o campagna a supporto della causa gay.

È strano come i russi, che per anni hanno gareggiato con gli americani per chi andava prima sulla luna, dagli States non abbiano importato anche quella libertà di essere ciò che si è e si desidera senza pregiudizio di sorta. Probabilmente per il Cremlino è molto più decoroso andare a letto con un’altra donna, quando si ha la moglie a casa, e forse ad una supertop bellissima, come Alina Kabayeva, le si perdona tutto, anche il ruolo scomodo di amante. O forse l’Amore, quello tra due persone, non va di moda, o non va rispettato, solo perché gay, omosessuale, tra due persone dello stesso sesso, mentre è meno disonorevole un ménage à trois purché eterosessuale.

Forse un giorno la storia ci rivelerà che i russi sono stati davvero i primi a mettere piede sulla luna, ma di certo il presente ci insegna che sono rimasti fermi al medioevo.

5 thoughts on “Gay Pride (dalla) Russia (senza amore)

  1. La cosa è purtroppo spaventosa: ho amici russi che pur di poter vivere liberamente la loro omosessualità sono emigrati in altri paesi come il Regno Unito o la nostra Italia. Io davvero non riesco a capire cosa abbia quel miserabile di Putin contro l’amore gay: mi sorge un dubbio però. E se lui stesso fosse gay e per paura di doverlo ammettere, lotta con cattiveria inspiegabile contro tutto ciò che ha a che fare con il mondo LGBT?

  2. Non ho una spiegazione a cotanto miserabile e inspiegabile accanimento omofobo della Russia e si quell’idiota di Putin, e rileggendo il commento di Giuseppe, oltre che il tuo articolo, mi viene da pensare a due cose. La prima è che forse è vero che Putin o quelli del suo partito covino anche loro tanto amore per l’altrui pisello ma per paura di doverlo ammettere e non accettandolo, combattano così odiosamente e con insana cattiveria tutto quello che ha a che fare col mondo gay; e la seconda (soprattutto basandomi sull’articolo) è il dover constatare che stati come la Russia e l’Italia anche, fanno da anni la corsa a chi spara il razzo più grosso, a chi fa la scoperta più grossa o anche a chi ce l’ha più grosso in ogni campo…ma non capiscono quanto potrebbero essere grosse le loro economie – ancora più di quello che già sono – se solo aprissero le loro porte COMPLETAMENTE al mondo LGBT, dando finalmente e per sempre quei sacrosanti diritti UMANI che il popolo LGBTI merita da millenni: questo aprirebbe a grandi flussi di nuovi turisti gay – che in genere sono sempre più facoltosi e propensi a spendere – che porterebbero benessere e maggiore giro di moneta. Poveri noi…e poveri i nostri fratelli e le nostre sorelle Russi/e: siamo con voi! Non mollate!

  3. Dirsi sconcertati mi pare perfino superfluo, ormai è cosa risaputa. Ovviamente condivido in toto i commenti di Raffa e di Giuseppe e continuo a pormi degli interrogativi devastanti: 1. La paura di tollerare, quindi l’omofobia, ha un’ezio-patologia razionale o è frutto dell’istinto? 2. Quale catastrofica conseguenza ricadrebbe sulla società russa (per altri aspetti su quella italiana) se si arrivasse ad un approccio civile e maturo nei riguardi dell’omosessualità? 3. La comunità internazionale, penso essenzialmente all’Onu, nulla riesce a fare per orientare diversamente questa politica?

    1. il problema è che qui è proprio una mentalità da cambiare. La Russia è davvero rimasta indietro di almeno mille anni. Persino i greci e i romani consideravano del tutto normale l’omosessualità, e qui invece ancora stiamo a parlarne. E, hai perfettamente ragione Rocco, è un paradosso che l’ONU, depositaria dei diritti umani, non si batta per fare qualcosa in merito.

  4. io credo che il problema di questi paesi è che siano rimasti ancora legati a mentalità retrograde, che pensano che il “maschio” per antonomasia sia quello che si sposi, abbia figli, e che prima di farlo abbia dimostrato la sua virilità inseminando quante più donne sul suo cammino. Il fatto che un uomo desideri di andare a letto con un altro uomo o una donna con un’altra donna, è ancora considerato come qualcosa di cui vergognarsi, disonorevole, mentre un tradimento o un triangolo, purché sia eterosessuale, “normale” insomma, è una scappatella perdonabile o una storia trascurabile. E paradossalmente è proprio questo che dovrebbe far più scalpore, come un paese che ambiva ad essere tecnologicamente avanzato e competere con gli Stati Uniti, possa essere invece così chiuso e omofobo nei confronti di un amore il cui lo stesso appellativo di “diverso” è anche già superato.

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