Gli effetti dell’omofobia sulla salute dei gay

rainbownews

Sapevate che l’omofobia ha dei notevoli aspetti anche sulla salute dei gay? No, non mi riferisco soltanto a quando ci pestano a sangue fuori da una discoteca o ci attaccano improvvisamente a scuola dandoci del “finocchio”. Uno studio, condotto dal professor John Pachankis di Yale, insieme a tanti altri istituti accademici tra cui la Columbia University e la London School of Hygiene & Tropical Medicine, ha infatti evidenziato l’impatto dell’omofobia sulla salute dei gay e bisessuali e, in particolare, il loro atteggiamento sessuale, l’uso di contraccettivi e il livello di conoscenza in merito a malattie come l’HIV.

La ricerca, pubblicata sul giornale ufficiale della società internazionale AIDS, si è avallata di dati internet di partner accademici e governativi, che hanno valutato le abitudini sessuali su di un campione di circa 174.000 omosessuali europei. I dati sono poi stati incrociati con le leggi nazionali, le politiche e gli atteggiamenti sociali nei confronti dell’omosessualità.

Ciò che emerge da questa indagine è un quadro davvero preoccupante in quanto dimostra che non è soltanto il bullismo, la violenza, la non tolleranza a fare del male fisico ai gay, ma sono anche e forse soprattutto le istituzioni, depositarie di quello che dovrebbe essere il vivere civile e egualitario per tutti. Nei paesi infatti con una minore tolleranza verso l’omosessualità, e leggi più restrittive a riguardo, è emerso che i gay sanno molto meno sull’HIV e sono addirittura meno propensi all’utilizzo del preservativo, il che ha portato a pensare i ricercatori che l’omofobia riduce l’utilizzo dei servizi sanitari con una conseguente compromissione della qualità dei servizi stessi.

Lo studio ha inoltre sottolineato un alto rischio di contrazione di malattie per uomini gay e bisessuali nei paesi omofobi, laddove la contraccezione è limitata e l’opportunità di rapporti sessuali, paradossalmente, invece è in crescita, facilitato da viaggi e spostamenti, e dalla possibilità di conoscere gente attraverso siti dedicati, applicazioni mobili e social network.

Un ulteriore dato ha evidenziato anche che nei paesi in cui l’omofobia è più forte gli uomini hanno meno partner sessuali, e se da un lato ciò rappresenta un minor rischio di contrarre l’HIV, dall’altro invece è anche sintomo di omosessualità latenti e spesso nascoste, con una maggiore ignoranza sui reali fattori di rischio infezioni e contrazioni di virus e malattie sessualmente trasmissibili.

Il professor Pachankis in merito ha dichiarato: «I nostri risultati di ricerca suggeriscono che l’HIV non è il risultato di un fallimento personale, ma il rischio di contrarlo è in gran parte determinato da leggi nazionali, politiche e atteggiamenti verso l’omosessualità – e ha aggiunto – questo studio è la dimostrazione che agli uomini gay e bisessuali nei paesi omofobi sono negate le giuste risorse, incluse quelle psicologiche come il libero pensiero e la possibilità di esprimere se stessi, necessari per restare in buona salute».

7 thoughts on “Gli effetti dell’omofobia sulla salute dei gay

  1. Ma è davvero spaventoso – per quanto una cosa che dovevamo aspettarci – quanto l’ignoranza capeggiata dall’omofobia di un governo e di un popolo possa far davvero tanto, ma tanto male, a noi gay.
    grazie per averci informati!

  2. In effetti rileggendo il tuo articolo la cosa ha tantissimo senso. Questo è uno dei veri fallimenti umanti: altro che “Il fallimento” a cui alludeva Monsignor Parolini! Ragazzi doabbiamo ancora pacificamente lottare per debellare tale piaga! Credo che ora mi ricerco lo studio che hai citato e me lo leggo per bene tutto. grazie.

    1. guarda, io oramai da quelli della chiesa cattolica mi aspetto davvero di tutto. Hai seguito il discorso di Luciana Littizzetto la scorsa domenica? ecco, lei ha avuto perfettamente ragione: Parolini ha aperto bocca solo per sparare minchiate!

  3. Qualche mese fa ero in Turchia per vacanza e con amici siamo andati un hammam – ovviamente tutto maschile – e siamo fuggiti nel giro di 10 minuti o poco più: era uno “scoparsi” reciprovo in quella sauna tra gay velati e “etero curiosi” e tutto chiaramente senza preservativo. Ha ragione il prof che hai citato: questo è un vero fallimento per l’umanità!

    1. purtroppo dove c’è poca conoscenza, c’è poca prevenzione, e dove c’è poca prevenzione il rischio è notevolmente più alto. Bisogna sempre proteggersi, nel rispetto di se stessi innanzitutto, ma anche dei partner sessuali con cui condividiamo il letto (anche se solo per una notte).

  4. Ché, poi, l’Italia si vanta pure d’essere un Paese civile e con una legislazione moderna ed avanzata, soprattutto in fatto di diritti e, più in generale, di welfare. Io sto imparando, ancorché ci sia arrivato con notevolissimo ritardo (ma, vi prego, non vogliatemene, le mie dinamiche hanno risentito di condizionamenti eterodiretti particolarmente pesanti), che parlare e condividere idee e pensieri sia non soltanto efficace ma anche irrinunciabile; il dialogo ed il confronto continui servono a rompere le palizzate di una ghettizzazione, sovente (mal)celata) che opprime e deprime la comunità omosessuale. Io, per esempio, devo molto anche a questa meravigliosa famiglia che è Il Punto H! Grande Anonimo! <3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *