
Ciao! Eccoci al terzo appuntamento con #CinemaCove, la nuova rubrica de #Il PuntoH! A quanto ho saputo, la fanpage Facebook ha superato i 1000 like quindi… quale miglior modo di ringraziarvi se non parlandovi di una piccola perla prodotta dalla BBC Films?!
Le Regole del Caos (titolo originale A little chaos. Sempre con questo vizio di cambiare i titoli… meno male non hanno fatto danni, stavolta) è un film pieno di poesia (che dura quasi due ore, quindi non spaventatevi), interpretato da una splendida Kate Winslet nel ruolo di Sabine De Barra, affiancata da volti noti e meno noti del grande schermo.
La regia è di Alan “Piton” Rickman, attore di grandi capacità, che si è ritagliato una piccola parte nei panni del Re di Francia Luigi XIV. Sì, avete capito bene, la storia di questo film è ambientata proprio a Parigi, nel 1682. Apparentemente il plot sembrerebbe dei più semplici: una creatrice di paesaggi è in lizza per l’assegnazione del ruolo di progettista di uno dei giardini di Versailles, viene scelta, realizza la sua opera (il “caos” del titolo), fine. E invece non avviene solo questo! Al contrario, la storia si muove su numerosi binari, che rendono il film un prodotto molto ricco e piuttosto impegnativo da seguire. Ciò non toglie che vada assolutamente visto.
Innanzitutto Kate Winslet è superlativa. In un ruolo cucito alla perfezione su di lei, trasmette tutta la passione e l’intelligenza di una donna umile che lavora duramente, ma che non perde mai la dignità tipica di chi sa il fatto suo (“Lavoro per me stessa”, dirà quando le viene chiesto cosa fa per vivere). Propone al Maestro Architetto André Le Nôtre un’idea di giardino unicamente francese, che non associ il loro stile a quello di Roma o del Rinascimento. Una donna decisa, quindi anticonvenzionale per l’epoca, che però si sente un pesce fuor d’acqua nelle occasioni di corte, ambiente pieno di insidie che mina le sue (in)sicurezze. Ma, nonostante il maschilismo imperante, incontrerà amici e amiche che la rassicureranno e la aiuteranno a credere nel proprio valore (“Un diadema tra le erbacce”; “Proteggetela, gli avvoltoi sono già in volo”). Ho trovato sapiente la maniera di far scoprire la storia di Sabine durante tutto l’arco temporale del film. In questo modo il suo passato lascia piano piano spazio al suo presente. Rivedere poi Kate Winslet nelle vesti di un personaggio “in costume” rende impossibile non ricordarla in Ragione e Sentimento del 1995 (titolo originale Sense and Sensibilty), in cui interpretava Marianne, e in Hamlet del 1996, in cui impersonava Ofelia.
La figura che ruota principalmente attorno a Sabine è, ovviamente, quella di André Le Nôtre, interpretato dall’attore belga (non troppo carismatico, a dire il vero) Matthias Schoenaerts, a me fin’ora sconosciuto. Ebbene, il Maestro, fin da subito incuriosito da questa donna outsider, approva il suo progetto e la accoglie con la frase: “I giardini saranno grandi a sufficienza per contenere altre voci, oltre la mia”. Il rapporto tra i due scatenerà le gelosie dell’odiosa moglie di lui, Françoise, interpretata da Helen “Malfoy” McRory, la quale non esiterà a dare problemi. E qui non anticipo altro…
Molto gradevole il personaggio del Duca Philippe D’Orléans, fratello del Re, affidato ad un sempre brillante Stanley “Il Diavolo veste Prada” Tucci. Il suo doppio ruolo di marito di Elizabeth Charlotte e amante di un uomo più giovane porta positività e buonumore nelle scene che lo vedono protagonista. Preciso subito che non lo ritengo ritratto in modo stereotipato: è solo un personaggio schierato dalla parte del bene. Ok, è gay. Stop.
Per concludere, molto ben costruito il rapporto tra Sabine e il Re Luigi XIV. Tra loro nascono, fin dalla prima conoscenza, una stima e un rispetto reciproco che li coinvolgeranno in un paio di scene memorabili e, verso il finale, in un dialogo spettacolare a base di metafore sulle rose (non è particolarmente stupenda, Kate, nella foto qui sotto?!),
per poi accompagnarci verso una dolce chiusura della storia (di cui non condivido proprio tutte le direzioni prese, ma insomma)…
Trattandosi di un film particolare, più vicino al “prodotto d’autore”, è d’obbligo un cenno all’arte della voce italiana. Sebbene io preferisca l’audio in lingua originale, ho avuto una piccola soddisfazione riguardo al doppiaggio perché le corde vocali scelte per Kate Winslet/Sabine De Barra sono state quelle di Chiara Colizzi: connubio perfetto!
Chiudo con una menzione speciale per la colonna sonora del giovanissimo compositore Peter Gregson (classe 1987!), sua opera prima per un lungometraggio. Musiche ricche di pianoforte e archi, che ben si sposano sia alle suggestive panoramiche dei paesaggi che alle curate inquadrature dei protagonisti e degli ambienti in cui si muovono. Non posso dire altro se non: bellissima! Vale la pena fermarsi durante i titoli di coda per apprezzarla ulteriormente. Ne faranno mai un cd?
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