
Decidere di andare a visitare una mostra è sempre il preludio ad un beneficio spirituale ed emotivo che spesso non siamo in grado di quantificare o percepire nell’immediato ma che, di sicuro, torna a farsi sentire anche a distanza di tanto tempo; questa, probabilmente, la potenza comunicativa dell’arte che sa farsi linfa vitale per chiunque abbia voglia di scoprire, di conoscere, di lasciarsi inebriare dalla bellezza.
Di recente, e per una ben determinata volontà, mi è capitato di recarmi alle Scuderie del Quirinale, superbo complesso di fronte al Palazzo che fu residenza dei Papi e che ora ospita la Presidenza della Repubblica nonché location meravigliosa, per godere –ancora una volta- dell’accattivante abilità pittorica del grande Henri Matisse, il genio francese che, con Georges Braque, probabilmente più e meglio ha incarnato lo spirito del rinnovamento del linguaggio pittorico moderno.
Arabesque il titolo dell’interessante mostra allestita nelle sale delle Scuderie, un percorso sognante, forse perfino visionario e leggiadro, che prende per mano il visitatore sin dall’ingresso per rapirlo e condurlo nel magico mondo di Matisse e per fargli scoprire tutte le implicazioni e gli influssi sociali e culturali che lo portarono ad innovare profondamente lo stile di una pittura che aveva necessità di cambiare e di adeguarsi ai tempi moderni.
La violenza espressiva del “Fauve”, della “bestia selvaggia”, della “fiera”, si presenta agli occhi attenti di chi si mette davanti a quei capolavori con tutta la sua dirompente carica comunicativa ed offre la visione d’immagini che non si prestano a derubricazioni: Matisse spara la sua arte con una (pre)potenza cromatica che, però, non presta mai il fianco alla volgarità di tratti buttati a casaccio. La stesura del colore, l’uso del pennello, la consistenza delle pennellate, la scelta del soggetto da raffigurare… tutto ha un senso e si lega indissolubilmente a quella che resta una delle personalità più affascinanti della pittura moderna.
Una tavolozza mai anonima e la scelta di riprodurre gli oggetti tenendo quasi mai conto dei loro colori naturali, una vera e propria mistificazione immaginifica che rende i quadri di Matisse delle interessanti astrazioni o, magari, delle significative divagazioni capaci di catturare anche gli sguardi più distratti e meno inclini alla bellezza dell’arte pittorica, una full immersion in un mondo cangiante e policromatico, caleidoscopico e mutevole, una passeggiata in ambienti e contesti di matrice orientale che consegnano ai suoi lavori un fascino del tutto singolare e perfettamente riconoscibile.
La novantina di opere esposte alla mostra concedono l’opportunità di scoprire un universo particolarissimo costruito su un amplissimo ventaglio di fattori e continuamente alimentato da uno spirito avido di conoscenza e di novità e sempre spinto dalla curiosità di addentrarsi nell’ignoto.
Amici, io davvero vi consiglio di fare un salto a Roma per non perdere quest’occasione che durerà ancora fino al 21 giugno prossimo e, soprattutto, per farvi un regalo, quello di lasciarvi raggiungere dall’irresistibilità di una pittura che ha impresso al Novecento un nuovo corso.
Non esitate ad andarci e, se proprio non potrete o non vorrete andare alle Scuderie del Quirinale, magari fate un giro su internet alla scoperta del meraviglioso mondo di Matisse… e poi scrivetemi a rocco@ilpuntoh,com e ditemi che impressioni ne avrete ricevuto.
Ciauz!