Libera Rugby Club Roma: #lberatutti dai pregiudizi

Sabato 13 Giugno Milano ha visto sfidarsi in campo due squadre di Rugby in un’amichevole che precedeva l’incontro tra le Leggende del Rugby: gli Italian Classics allenati per l’occasione dal grande e gli All Black Selection della Nuova Zelanda, nella fantastica cornice dell’Arena Civica nel Parco Sempione.

Una giornata importantissima, vuoi non solo per la sfida tra due colossi del Rugby internazionale (per la cronaca gli All Black Selection hanno vinto sugli italiani…ma vabbè, il loro AKA li avrà spaventati?! Video qui.) ma, almeno per quanto riguarda noi de IlPuntoH, per il messaggio di accettazione e di inclusione e di lotta al bullismo gay e all’omofobia portato in campo dai ragazzi (bei pezzi di manzi) della squadra Libera Rugby Club Roma. Una squadra non professionista formata da ragazzi di tutte le provenienze con lo scopo di fare dello sport uno strumento attivo per far passare il messaggio dell’accettazione, dell’inclusione, della lotta all’omofobia: dove nessuno è diverso dall’altro e dove tutti sono liberi di essere se stessi senza paure; uno sport che #liberatutti!

imageNoi de ilPuntoH eravamo presenti e Raffa, è riuscito ad intervistarli soprattutto grazie all’aiuto del simpaticissimo Andrea Carega (quello con gli occhi azzurri e capelli brizzolati in foto con me): conosciamoli meglio!

Come nasce la squadra?

image– La squadra nasce dal desiderio e dall’iniziativa tutta personale del capitano Stefano (in foto al lato) che reduce dalla partecipazione a campionati di rugby di squadre LGBT all’estero, ha voluto metter su una squadra gayfriendly – la prima in Italia – una volta tornato a Roma. Come ha fatto? Beh.. a che servono i social?

Da quanto esiste Libera Rugby Club Roma?

– Beh, siamo una squadra giovane: ci siamo formati circa 2 anni fa, ma sai com’è, degli originali che l’hanno formata siamo rimasti in 5. L’iniziativa sta riscuotendo un buon successo e Althea ha deciso di sponsorizzarci e questo ci fa tanto onore e piacere, oltre al fatto che siamo loro grati per la fiducia che hanno riposto in noi.

Cosa vuol dire fare parte di questa squadra e quale messaggio volete portare?

– Significa portare avanti un messaggio di accettazione ed integrazione per i diritti LGBTI, e in questo Paese ce n’è più bisogno che in altri, perché se fosse un paese dove l’omosessualità fosse accettata come in tanti altri paesi al mondo, allora una squadra come la nostra sarebbe finalmente non necessaria e potrebbe concentrarsi solo sul gioco e non dover spesso lottare contro i pregiudizi. Siamo molto orgogliosi di far parte di questo progetto sportivo e miriamo a costruire un futuro dove non ci sia più bisogno di squadre come Libera Rugby Club Roma. Nonostante le tante critiche poco lusinghiere arrivateci alle spalle, siamo contenti di vedere che il nostro progetto è stato accolto con tanto entusiasmo: infatti molti sono i complimenti ricevuti non solo per il nostro impegno sportivo ma anche e soprattutto per il grande impegno nel sociale di cui la nostra squadra si è fatta carico.

Rugby e lotta ai diritti LGBTI si fa un po’ fatica ad accostarli: come mai pensate che sia proprio questo sport a poter dare un maggiore supporto al popolo LGBTI italiano?

– Il rugby è uno sport molto nobile dove il sostegno e lo spirito di squadra sono molto più forti che in qualsiasi altro sport di gruppo; tant’è vero che nonostante possa sembrare uno sport che “inneggi” al machismo, il sentimento di squadra, di unione, di aiuto reciproco e di accettazione delle altrui differenze e dell’omosessualità nascono in questo sport molto più facilmente che in altri, come il calcio, dove i giocatori tendono a nascondere la propria omosessualità a tutti i costi a differenza del mondo del rugby, dove alcuni esponenti famosi hanno fatto coming-out senza problemi.

Come vedete al momento lo stato dei diritti LGBTI in Italia? E quanto pensate che lo sport possa aiutare il movimento LGBTI italiano a vedere riconosciuti i propri diritti?

– Lo stato dei diritti in Italia per il popolo LGBTI  è pressoché inesistente, c’è poco da dire purtroppo, è la realtà dei fatti. Come squadra Libera Rugby Club Roma abbiamo due impegni: uno è ovviamente quello sportivo; l’altro è quello di portare avanti un messaggio di accettazione ed inclusione. Vogliamo essere una squadra forte e competitiva per arrivare a giocare in serie C – è chiaro che a nessuna squadra piace scendere in campo per raccogliere margherite – e dall’altro lato vogliamo mantenere viva e forte la nostra identità che è quella di una squadra inclusiva.

Avete mai fatto o pensate di fare attività di sensibilizzazione nelle scuole italiane?

– Non lo abbiamo ancora fatto perché sai meglio di me quanta burocrazia serve in Italia per poter far muovere un progetto come il nostro nelle scuole italiane, ma ci stiamo organizzando per poter visitare almeno le scuole della capitale e potare il nostro messaggio di accettazione e inclusione. Speriamo che in questo caso la burocrazia e i falsi perbenisti non ci si mettano contro!

Come esortate i vostri giocatori a vivere la propria omosessualità?

– Non vogliamo essere un ghetto, soprattutto non vogliamo essere un ghetto gay, né una squadra machista. Non crediamo esista un modo giusto o sbagliato di essere gay ma crediamo che ognuno debba essere libero di essere ciò che sente e rifiutiamo categoricamente l’etichetta di machisti solo perché giochiamo a rugby. Noi amiamo questo sport e chiunque voglia venire a giocarlo con noi è sempre il benvenuto. Pensa che abbiamo anche avuto dei giocatori transgender. Non abbiamo nessun pregiudizio e vogliamo impegnarci per un futuro in cui quello che conta è lo sport (almeno nel nostro caso) e dove siamo tutti uguali ma tutti diversi senza etichette. I ragazzi gay in squadra lo dicono tranquillamente e vivono al fianco dei propri compagni di squadra etero senza sentirsi derisi o etichettati. Uno sport diverso e che #liberatutti è possibile  e con noi esiste già e vorremmo che le persone riuscissero a capirlo!

I ragazzi sono stati tutti molto bravi nella partita, anche se ho avuto la netta impressione che la squadra del 15 Ambrosiano Milano sia stata una squadra messa in campo e formata solo per l’evento: troppe differenze di livelli e di età che hanno messo in difficoltà i nostri ragazzi della Libera Rugby Club Roma, ma che se anche hanno perso, hanno saputo vincere portando in campo il messaggio dell’accettazione e di uno sport che libera tutti.

Noi de IlPuntoH con Winophy, ci siamo poi intrattenuti con la squadra nel terzo tempo, e tra una birra e l’altra abbiamo scoperto delle persone davvero molto belle, oltre che degli sportivi veri impegnati nel sociale!

Grazie ragazzi, e a presto!

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