ABRACADABRA E… OPS, TOUR EIFFEL NON CI SEI PIU’!

Mentre scrivo mancano poco meno di ventiquattr’ore all’importante referendum che potrebbe decidere i destini della vicina Grecia, segnando peraltro in maniera non indifferente le sorti del nostro Paese e, più in generale, dell’intera Europa.

Piramide LOuvreMentre scrivo negli uffici e nelle stanze di Strasburgo si preparano i dossier per una questione che se non fosse paradossale sarebbe quasi kafkiana.

Mentre scrivo centinaia di migliaia di persone, forse milioni, con in mano il loro smartphone dotato di potentissima videocamera oppure con una superaccessoriata reflex, in ogni angolo d’Europa e del mondo sono intenti a fotografare ed immortalare monumenti ed edifici pubblici, scorci di architettura ed ingegneria degni d’essere ripresi e riportati sui personali album dei ricordi e delle immagini.

Che dire? Tutto ciò potrebbe non essere più possibile con buona pace di chi, come me, ama girare e fermare la Bellezza negli scatti per poterne godere in qualsiasi momento della vita. Già, proprio così, le nostre attività di fotografi amatoriali potrebbero subire una grave ed irrevocabile battuta d’arresto a detrimento dell’appagamento dei nostri sensi. E, nel caso davvero finisse così, potremmo mai farcene una ragione?

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

La prossima seduta plenaria del Parlamento Europeo prevista per il nove luglio si occuperà, tra le altre cose, del cosiddetto “Freedom of PaPalazzo reale Belgionorama”, Libertà di Panorama, cioè la possibilità di pubblicare fotografie che ritraggono edifici pubblici ed opere d’arte senza dover chiedere il consenso a nessuno: attualmente questa singolarissima forma di libertà è concessa solo in alcuni Paesi dell’Unione (Spagna, Portogallo e Germania) mentre in quasi tutti gli altri (Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Grecia) vigono delle norme che la proibiscono o la delimitano fortemente. La vicenda nasce dalla proposta di un eurodeputato tedesco che ha chiesto di estendere e sancire la Libertà di Panorama in tutti gli Stati membri, proposta che, però, ha trovato la chiara ostilità di un collega francese che –da par suo- ha presentato un emendamento col quale si richiede (!!) il consenso o l’autorizzazione del titolare dei diritti d’autore in caso di utilizzo commerciale della riproduzione fotografica. Ed il guaio serio è che la controproposta francese ha già incassato il sostegno dei tre più grandi gruppi politici dell’Europarlamento e, cioè, dei Socialisti, dei Popolari e dei Liberali.

In Italia il Codice Urbani impone delle particolari autorizzazioni sulla pubblicazione di foto che ritraggono edifici culturali storici, in Francia addirittura è vietato fotografare la Tour Eiffel di notte. Proviamo ora ad immaginare di pubblicare una foto dei Padiglioni di Expo su Facebook, su Twitter, su Instagram o su qualsiasi altra piattaforma social (cosa che, ad onor del vero, avviene puntualmente e quotidianamente dal Primo Maggio, giorno della sua inaugurazione!): se dovessimo attenerci alle norme occorrerebbe il consenso autorizzato di almeno una dozzina di architetti. E se volessimo pubblicare una fotografia dell’Atomium di Bruxelles o del Palazzo reale dei sovrani del Belgio? Dovremmo forse scrivere al re Alberto e alla regina Paola? E vi pare davvero la cosa possa dirsi ragionevole e sostenibile?

Possibile che, oggi, nell’era del digitale e della globalizzazione delle immagini che viaggiano nella rete in tempo reale ci si debba ancora occupare di una questione, la riproduzione di opere d’arte, che sa di anni Cinquanta, di cinema e di riviste? E, soprattuAtomiumtto, possibile la si debba affrontare ragionando in termini decisamente inattuali e, oserei dire, quasi ridicoli? Siamo proprio sicuri che al Parlamento Europeo non dovrebbero forse occuparsi di vicende un filino più serie ed importanti?

Peraltro, l’emendamento dell’eurodeputato francese parla di “utilizzo commerciale dell’immagine”, e a meno non si voglia fare dell’inutile sofismo ciò implicherebbe necessariamente qualcuno che venda e qualcuno che compri: e chi di noi che pubblica di continuo immagini di edifici pubblici o di opere d’arte ha mai pensato di farne oggetto di commercio? Suvvia, siamo seri! Strasburgo, sveglia!

Sta per essere votata una norma decisamente antistorica che va contro l’evoluzione della società che, qualcuno dovrebbe ricordarsene, è fatta anche d’immagini e di riproduzione delle stesse.

Riuscite ad immaginare cosa accadrebbe se, all’improvviso, il mondo intero smettesse di pubblicare le foto delle grandi opere di Renzo Piano, di Richard Rogers e di tanti altri straordinari e famosissimi architetti e ingegneri? Io no, proprio non ce la faccio, così come non riesco ad immaginare di dover smettere di fotografare il Colosseo o la Piramide del Louvre.

E voi che ne pensate? Credete che l’Europarlamento deciderà di restringere, se non addirittura abbattere, una delle nostre più grandi e globali passioni? Scrivetemi, come sempre, a rocco@ilpuntoh.com, sarò felicissimo di leggervi.

Ciauz!

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