
Ciao! È ufficiale: parte da qui la stagione 2015/2016 di #CinemaCove, la rubrica che tiene sempre lo sguardo puntato sulla Settima Arte per gli amici e le amiche de #IlPuntoH!
Come anticipato nel mio precedente articolo (quello su #Venezia72), stavolta l’attenzione è puntata sul fenomeno del momento che, stando a qualche spulciatina nel web, continua a macinare incassi, milioncino su milioncino. Inside Out è il nuovo film d’animazione della fantasmagorica Pixar, destinato a segnare la storia come opera non solamente rivolta ai bambini e alle bambine.
In Italia è uscito lo scorso 16 settembre, preceduto dal cortometraggio Lava, dedicato ad un vulcano che attende la sua compagna per secoli e secoli trascorrendo l’esistenza intonando una melodia di fronte allo spettacolo dell’amore delle altre coppie che la natura dell’oceano gli offre. Malinconico, romantico, bello.
La canzone originale è stata doppiata da Giovanni Caccamo e Malika Ayane in modo impeccabile nel senso che loro, effettivamente, sanno cantare bene. Anche se i traduttori hanno indubbiamente cercato di adattare il pezzo al meglio, mi è dispiaciuto perdere completamente il senso del gioco di parole LAVA/LOVE che caratterizza il ritornello in inglese. D’altro canto, nel cinema d’animazione, è tipico scegliere volti noti per dare voce a storie e personaggi.
Ma sono partito dal discorso del doppiaggio perché, per Inside Out, ho notato invece che sono stati scelti doppiatori professionisti, non star italiane. E meno male perché, con la storia di Riley, veniamo messi letteralmente di fronte ad argomenti tecnici della psicologia umana, a volte anche complicati da seguire con la velocità e l’enfasi di un cartone animato. Qui non servono voci trascinanti di comici o conduttori tv per enfatizzare i caratteri dei personaggi: c’è qualcosa di più alla base. Ad esempio, carinissimi anche i Minions, ma facciamo a capirci…
L’avventura viene raccontata da Gioia, il primo sentimento nato nella mente della protagonista, quindi direi la leader del gruppo composto anche da Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura (forse anche perché ha sembianze più umane degli altri?). Loro vivono nel cosiddetto “Quartier Generale” e hanno uno specifico compito da svolgere: manovrare la consolle in base all’osservazione del mondo che avviene attraverso gli occhi della loro bambina!
Con loro scopriamo proprio l’organizzazione della mente. Ogni ricordo è rappresentato da una sfera del colore dell’emozione associata e viene quotidianamente trasferito nella “Memoria a Lungo Termine”, un immenso labirinto di scaffalature. Il cervello è ancora più affascinante visto in quest’ottica!
L’avventura segue poi il processo di cambiamento della bambina a seguito di una decisione presa dai suoi genitori che le provoca un tilt completo dei sentimenti: la crescita. Tutta da gustare!
A questo giro, la Pixar ha superato un ulteriore limite, se possibile per quei maledetti geniacci: parlare ANCHE al pubblico più adulto. Avviene proprio un invito a non vedere solo i mille colori e le gag della storia (come possono, e devono, giustamente fare i più piccoli e le più piccole). È proprio qui la trasversalità che sta bene al cinema modernamente inteso: un racconto diviso in livelli di comprensione a cui ognuno darà un’interpretazione in base a ciò a cui è arrivato ad essere nel momento in cui entra in sala. Molto bene.
Ultima cosa, che poi detta da me che sono un criticone di prima categoria è tanto: non credo affatto che Inside Out sia una scopiazzatura e uno scimmiottamento di altri prodotti, come ho letto da qualche parte (dove, tra l’altro, si spoilera a bomba). In un mondo in cui tutto è già stato pensato e (quasi) creato, la nuova maestria dei professionisti del cinema è sfruttare spunti e citazioni per realizzare qualcosa di ancora più magico e originale, quindi NUOVO. Ma si sa, il Bastian contrario ci sarà sempre, sennò come campa…?!
E a proposito di crescita, argomento molto discusso in questi ultimi mesi nei vari ambienti, vi lascio con un invito. Osservate la grafica dei sentimenti nella mente della mamma e del papà di Riley… che differenze ci sono tra i loro e quelli della figlia?! Magari è una mia impressione, ma credo si tratti di un’intelligente scelta degli sceneggiatori.
Alla prossima settimana! E ricordatevi di sentirvi sempre liber* di dire la vostra, commentando, condividendo su Facebook, Twitter e scrivendomi a dan@ilpuntoh.com, anche semplicemente per chiedermi di guardare dei film per voi. Fatevi sentire!
#Dan