
La nostra è decisamente un’era di grandi contrasti: in un mondo dove anche le donne, al pari di un uomo, possono ambire alle cariche più alte e andare sulla Luna e una star può fare coming out senza che per questo venga messo in discussione il suo talento, assistiamo ancora a discriminazioni contro il gentil sesso e, soprattutto, vere e proprie accuse di reato per gli omosessuali. È quello che è successo in questi giorni in Tunisia. Le autorità del posto hanno infatti condannato un uomo ad un anno di prigione per “sodomia”, sottoponendolo ad una sonda anale.
Per la Tunisia non è di certo la prima volta che si verifica un evento del genere, tuttavia questa volta il caso ha attirato l’attenzione pubblica dopo che le accuse sono diventate pubbliche, ricevendo così supporto da parte dei gruppi di aiuti umanitari locali e internazionali: «È un oltraggio il cui processo ricorda l’Inquisizione spagnola» ha detto Badr Baabou insieme alle associazioni tunisine per l’Uguaglianza e la Giustizia.
Tante anche le giovani associazioni del posto che non hanno avuto timore di far sentire la propria voce, come LGBT NGO Shams che condanna il reato di sodomia e preme per una maggiore consapevolezza sulla persecuzione degli omosessuali nel paese. Dalle pagine di VICE News Amna Guellali, ricercatrice dei diritti umanitari in Tunisia ha detto: «Non possiamo essere sicuri di quanti omosessuali siano soggetti a questo trattamento, ma possiamo dire con certezza che questa persecuzione in Tunisia non è di certo un fatto isolato».
In un comunicato stampa si condanna severamente l’arresto, pregando le autorità tunisine di revocarlo immediatamente e rilasciare l’uomo.
Una nuova caccia alle streghe, una “primavera araba” che pare proprio non voglia cedere il passo ad una bella stagione e alla totale accettazione che un uomo possa amare e avere rapporti sessuali con un altro uomo senza che debba essere trattato come un efferato criminale di guerra. Un trattamento che lede non soltanto i diritti degli omosessuali di sentirsi degli esseri umani, ma che, con le sue sonde anali e altri genere di accertamenti, è a metà strada tra l’Olocausto e Guantanamo, facendo dell’omosessualità l’ennesima insensata crociata da combattere.