L’altra faccia delle “unioni civili”

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Si dice Unioni Civili, si legge “matrimonio gay”. A tenere banco in questi giorni è la delibera da parte del governo in materia di regolamentazione delle coppie di fatto, ma in tanti, erroneamente, credono si tratti di una tematica puramente omosessuale. Niente di più sbagliato, dato che la legge andrebbe anche a garantire i diritti di tutte quelle coppie eterosessuali che, per scelta, hanno deciso semplicemente di convivere senza contrarre matrimonio civile o (anche) religioso che sia.

Se questa settimana molto ha fatto discutere il caso “Scialpi”, il cui marito, Roberto Blasi, sposato negli States qualche mese fa, è stato trattato da estraneo in seguito ad un suo ricovero in ospedale, tale trattamento è stato riservato anche a molte coppie eterosessuali, di cui, forse la più nota degli ultimi anni, quella di Alberto Bevilacqua e la compagna Michela Macaluso, che pare non avesse alcuna voce in capitolo alla salute dello scrittore in seguito ad un suo ricovero in una costosa clinica privata.

Ma non è soltanto quella che in Chiesa è definita la “cattiva sorte” che questa legge andrebbe a regolamentare. Occorrerebbe infatti che si garantisse anche il partner dal punto di vista patrimoniale ed economico, consentendogli, come una qualsiasi moglie o marito, di accedere ai beni o al diritto di reversibilità della pensione per la quale un compagno di vita ha duramente lavorato.

Si pensi ad esempio a Marco Alemanno, compagno del cantautore Lucio Dalla, che alla morte di quest’ultimo ha avuto lo schiaffo di una casa in vendita e di una contesa in un’eredità, con i parenti del cantante, in cui pare non avere alcun diritto o garanzia. Ma non è solo la storia recente a dircelo: già nel 1997, Antonio D’amico, compagno di Gianni Versace, rinunciò alla sua eredità in seguito alla prematura scomparsa dello stilista italiano, assassinato proprio al cancello della sua villa di Miami.

E se da un lato è giusto che lo Stato si tuteli dall’innescare eventuali meccanismi di frode, di cui malintenzionati potrebbero senza dubbio approfittarne, è altrettanto vero che garantire e tutelare anche chi, per una serie di ragioni non può o semplicemente non vuole contrarre matrimonio, si ritrova tutta una vita al fianco di una persona per la quale vorrebbe avere una valenza non solo affettiva, ma anche legale. Che garantisca quella libertà di scelta di vita, di morte, di conservare e proteggere quegli oggetti, non soltanto per quel valore materiale che la società impone, ma per quella valenza affettiva che conquistano negli anni vestendosi di ricordi e amore, e ciò trascende il sesso o il proprio orientamento sessuale, ma entra a far parte di quella tutela della PERSONA, di cittadini onesti che pagano le tasse, lavorano, si sforzano di rendere un paese migliore, quello stesso paese che spesso li discrimina e li fa sentire dei reietti, quello stesso paese che, a dispetto di millenari secoli di arte e scienza, spesso dimostra di essere bigotto e omofobo.

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