
Cane non mangia cane; i feroci leoni non si fanno guerra; il serpente non aggredisce il suo simile; v’è pace tra le bestie velenose. Ma per l’uomo non c’è altra bestia più pericolosa dell’uomo. Erasmo da Rotterdam
Un breve invito al soffermarsi, prima di puntare il dito all’usuale straniero, alla solita religione, al solito mondo. Perchè Isis non è Islam, non è religione ma è persone. Che il circo mediatico scorretto e partitico sia lasciato a se stesso. Che ci si fermi a guardarsi in faccia.
Non si può ascrivere ad una religione o un credo, quale che sia, tutta la responsabilità dell’abiezione umana e politica e sociale e economica che essa crea in Africa, nelle Filippine, in Sudamerica, in Germania, in Italia… e non fino al punto di alleggerire la responsabilità del singolo individuo che si fa religioso o abitante di una terra, non fino a diventare quell’appartenenza capro espiatorio dello stato di indigenza culturale e civile dei nostri paesi; no, esiste la responsabilità individuale, altrettanto imperdonabile,di tutti coloro che sono consapevoli dell’inganno e autoinganno cui sottostanno e al cui dispotico trionfo contribuiscono senza fare niente per abbatterlo.
Bisognerebbe capire il Male, l’intelletto che lo muove e l’indifferenza che lo agita in chi si è rassegnato in esso e ha rinunciato ad ogni tensione morale, al di fuori del familismo protettivo solo verso i suoi referenti di sangue o clan.Bisognerebbe voler sapere, infine, se i complici del male sono consapevoli o no di esserlo e fino a che punto, dentro di sè, credono di operare o supplendo con la teoria alla pratica a qualsivoglia fine. Una questione da porre, per esempio all’uomo, distruttore universale di ogni cultura altra da sè. Il dito va puntato verso se stessi, bisognerebbe avere il coraggio nel gesto.
Guardandosi in faccia, riconoscersi animali umani, che persistono a credere di essere fatti a immagine e somiglianza di Dio (una qualsivoglia appartenenza), come Dio non migliorano, alternano solo piede e staffa.
Un invito ad una laicità impossibile. Tanto per cominciare in qualsivoglia credo o appartenenza, vi è sempre un male, un estraneo da estinguere, ad esempio Satana nella nostra cultura, invenzione della Chiesa per distrarre l’attenzione da se stessi. Chi grida “Al lupo! Al lupo!” di mestiere che altro mestiere può fare se non il lupo?
Io, per me, invece di essere io ed essere mio malgrado profetico, avrei preferito essere uno di voi, un cazzo una figa un culo come voi, e come voi credere che i marziani appartengano a un altro pianeta, che i morti e gli animali siano gli altri e che l’Apocalisse debba ancora venire. Aldo Busi
Bisognerebbe arrivare a poter esclamare ciò, e questo lo si può fare solo guardando a se stessi e tenendo il braccio ben saldo al suo posto.