
Ieri pomeriggio mentre impegnavo tutte le mie forze fisiche da giovane uomo senza muscoli per caricare la legna, trasportarla dentro la casa gelida e accendere il camino, mi è tornato in mente un episodio molto tenerissimo, sentimentale al limite del mal di stomaco, ma che è quasi riuscito a toccarmi il cuore e farmi commuovere (QUASI).
Mentre le fiamme cominciavano a riflettersi nelle lenti dei miei occhiali da ipovedente come casualmente Harry, ho rivisto Olaf che cercava di scaldare la principessa Anna per evitarle una fine da crocchetta surgelata, ed inspiegabilmente sono stato assalito da una sensazione di rabbia incontrollabile, e ho iniziato a lanciare legna sul fuoco ispirandomi alle sedie scaraventate in piscina da Marissa Cooper.
Non riuscivo a capirne il motivo.
L’unica soluzione era correre nell’armadio del pensatoio e ripescare qualcosa che mi rendesse chiaro quello stato d’animo.
Quindi con iPhone alla mano ho googlato “Principessa Anna congelata” e tra le varie offerte di Catering a tema sono riuscito, perché dopotutto pare che qualche neurone lì dentro funzioni, a scovare le notizie di cui avevo bisogno.
Sicuramente tutti ricorderete il terribile attentato ad Arendelle (googlate Nord per vedere dove si trova) di due anni fa che colpì la città e la trasformò in un immenso freezer per qualche tempo.
Immediatamente è stato tutto chiarissimo.
Davanti ad un episodio terribile come quello, che rischiava di mettere in ginocchio l’economia della zona basata appunto sul commercio del ghiaccio, tutto il popolo, arrabbiato, affamato e infreddolito, manipolato magistralmente dalle serpi di palazzo (ad Arendelle c’è la monarchia come in Francia ai tempi di Lady Oscar) attraverso la stampa e i media, riversò tutta la sua frustrazione sulla Regina Elsa, bellissima, bionda, riservata ed inavvicinabile come una fashion blogger, se non per le foto postate su Instagram sempre ed esclusivamente nella sua stanza, con l’intento di rilanciare l’uso del guanto come accessorio must di ogni stagione.
Non potrò mai dimenticare il periodo di terrore dovuto alla fuga e alla latitanza della regina, la gente rinchiusa nelle case per paura di un attacco magico che l’avrebbe trasformata in una scultura glaciale, bellissima sì, ma senza vita, mentre ad Arendelle i potenti dei paesi alleati cercavamo di riportare l’ordine inviando squadre armate alla ricerca della strega cattiva, convincendo il popolo che la magia era il male, e la regina coi suoi poteri era la minaccia per l’intero mondo perché non avrebbero mai potuto comprenderla e controllarla.
Avevo così paura che mi sentivo come un mezzosangue dopo il ritorno del Signore Oscuro.
Ma io non dimentico come è finita.
Come l’intelligence dei paesi nordici non meglio identificati ha aiutato la principessa Anna a far rientrare Elsa ad Arendelle per rimettere le cose a posto con l’aiuto dei suoi poteri.
Io non dimentico come tutti, quando il ghiaccio è scomparso, hanno esultato e ringraziato la regina che poco prima volevano morta.
Io non dimentico tutti quei sorrisi davanti alle nevicate sulle piste di pattinaggio sul ghiaccio create da Elsa, con la stessa magia che poco prima terrorizzava tutti.
Io non dimentico come, davanti ad una cosa sempre diversa e incomprensibile, ma a quel punto piacevole, tutti si fossero dimenticati quanto prima la odiassero proprio perché era un’altra cosa dalla loro vita di ogni giorno.
Io non dimentico come la stessa magia fosse appunto sempre la stessa maestosa inspiegabile e affascinante magia, ma che con un’abile strategia comunicativa di travisamento era diventata il mostro cattivo da combattere.
Perché, alla fine, è solo un modo diverso per poter affrontare un’esistenza che sostanzialmente è uguale per tutti, ma proprio nella sua diversità non tutti ne sono legati e la conoscono, e sfruttando quell’ignoranza non colpevole può trasformarsi in uno strumento terribile stravolta nella sua sostanza per scopi di meri giochi di potere.
Io non dimentico le parole del maestro Ollivander quando parlava delle bacchette più potenti da lui fabbricate, in grado di fare “grandi cose, terribili certo, ma grandi”.
Perché quelle grandi cose, nel momento in cui diventano terribili, smuovono ideologie sopite nelle masse, e le differenze associate agli eventi si trasformano in odio verso le diversità che si presentano sconosciute e minacciose nei riguardi di una tranquillità già messa a rischio dalla paura.
E se ad ogni grande e terribile cosa fatta da una magia potente e sconosciuta ne segue un’altra altrettanto grande e terribile fatta da una magia diversa per combatterla, si inizierà un circolo infinito che non porterà a nulla, se non a un susseguirsi di brutalità giustificate con la volontà di eliminare una minaccia, ma che poi si sveleranno solo dei tentativi di dimostrazione di potenza e volontà di controllo di una su tutto.
E chi non sarà d’accordo o vorrà mantenere la propria magia in casa propria, sarà visto come intralcio e fatto passare come potenziale minaccia da cacciare o anche eliminare definitivamente.
Sempre perché, in fondo siamo tutti un po’ Voldemort, ma a nessuno piace guardarsi allo specchio e scoprirsi senza naso.
Solo con una grande magia è possibile sedersi su una nuvola.. li noi creature magiche non distinguiamo confini tra una nazione e un’altra, tra una città e un paese, tra una “persona” e un’altra. Questa grande magia è per pochi eletti.. perché la stragrande maggioranza delle persone sulla terra sono solo dei semplici babbani…
È per tutti ❤️ a meno che non siano totalmente deficienti.
Sarò io poco sveglio ma quest’articolo di che cazzo parla?
Prova a rileggerlo e arrivaci con calma non ci sono limiti di tempo. 🙂