
C’era tanta attesa, dopo il successo inaspettato ed incredibile dello scorso anno, per il ritorno della web serie più famosa d’Italia: “The Lady” by Lory del Santo.
So che a questa frase molti di voi avranno storto il naso, ma questo è The Lady e questa è la forza dei progetti di successo: o li ami o li odi.
Io ero tra quelli che la odiava, ogni settimana sentivo parlare di #MercoLady, la gente mi diceva frasi senza senso tipo “Adoro il tuo british humour” o “Tentazione estrema spericolata” o “Sei un pezzo da esporre al museo del Louvre” e ogni settimana mi facevo la stessa domanda: che problemi hanno?
Poi a dicembre 2014 è successo che, spinto da un mio amico a buttare via i pregiudizi che avevo, ho deciso di guardarla. Ricordo il senso di smarrimento dopo la prima puntata: “Che cazzo è questa cosa?”.
Un nonsense totale, frasi a caso, dialoghi a caso, attori a caso e a tratti imbarazzanti.. ma decido di andare avanti.
[Piccola nota: le puntate non superano mai i 16 minuti].
Alla 1×03 c’è la scena di svolta, quella dove ho riso e rido ancora di gusto, la scena che mi ha fatto amare e capire il progetto di Lory del Santo.
Ho iniziato a capire che questo nonsense era ricercato, che la trama era dentro di te, che Lory racconta una storia che però non sa nemmeno lei, quindi trovi tu il senso a tutto.
Di base la trama sarebbe questa: Lona è la moglie di un uomo molto ricco morto in un incidente misterioso. A quel punto lei diventa amministratrice di questo patrimonio tra servitù, auto di lusso, feste, case sparse in Europa, palestre, piscine, cattivi che le vogliono male, uomini che la amano per la sua ricchezza e così via.
Potete capire quindi che stiamo parlando del nulla. Ma è un nulla che piace ai telespettatori, tanto che la serie l’anno scorso ha raggiunto numeri di visualizzazioni vertiginosi e il mercoledì è diventato #mercolady.
Gli attori sono doppiati da loro stessi quindi se anche la recitazione è scarsa, immaginate cosa non è una brutta recitazione con un brutto doppiaggio, condito da dialoghi di dubbia logica.
Lory ha ridefinito il trash, l’ha portato a vette estreme e l’ha reso piacevole e interessante. Ha ostentato la superficialità con personaggi preoccupati solo del loro aspetto sociale, pronti a tutto per apparire in un qualche modo. Un tema se vogliamo molto attuale, oggi come 10 o 30 anni fa.
In un’intervista a Tgcom24 Lory stessa si dice sorpresa di questo successo:
Sinceramente no, ma sapevo che il mio studio di anni e anni non poteva essere vano. Sapevo che avevo qualcosa da dire. Una storia da raccontare. Bisogna avere delle idee e io le avevo, servono quelle per costruire. Mi sono presa anche qualche critica, ma ne è valsa la pena.
Ma arriviamo a questa seconda stagione.
Non sapevo cosa aspettarmi, ma ero abituato a non sapere cosa aspettarmi da “The Lady”.
Posso dire che ha superato le mie aspettative, anche se non sapevo quali fossero.
I dialoghi nonsense: ci sono.
Le bonazze nude: ci sono.
I bonazzi nudi: ci sono.
Situazioni paradossali: ci sono.
C’è tutto, ma c’è anche una cosa inaspettata: una regia migliore, una sigla più seria (per quanto possa essere serio un prodotto volutamente trash).
E su quest’ultima frase aprirei una parentesi: Volutamente trash o Trash per caso?
Non lo sapremo mai.
Le scene degne di nota di questa prima puntata della seconda serie sono:
– la cattiva che vuole Lona morta, e lo dice mentre un ragazzo mezzo nudo si struscia a lei;
– Lona che ci racconta la fine della sua storia con Luca (Costantino Vitagliano) truccata come Lady Gaga in Applause;
– Il ritorno di Chang che è uno dei personaggi più amati dal web;
– Doris che fa finta di lavorare mentre mangia una banana;
– La serata in discoteca, il furto della borsetta, il dialogo surreale che si chiude con “Dio creò gli ombrelli.”
All’inizio pensavo di fare un riassunto della puntata, una specie di analisi, ma sono del parere che “The Lady” debba essere visto per due motivi:
– Capire quando tutti fanno una citazione per essere sempre sul pezzo (e oggi ne ho già lette davvero tante);
– Capire questo fenomeno, perché di questo si tratta. Avere un’idea personale su questo progetto, non per “aver sentito dire che”.
Qui sotto vi linko la prima puntata della seconda serie, ma vi consiglio di prendervi un momento e recuperare la prima stagione, nel caso non lo abbiate ancora fatto.
Anche perché è così “bello fare le pause”.