
debuttare sul PuntoH in una settimana come questa, o perlomeno provare a fare dell’ironia in un momento così delicato per lo scenario mondiale, è piuttosto complicato se non rischioso, ma l’unico modo che abbiamo per non farci abbattere è provare comunque a sorridere.
Gli attentati avvenuti a Parigi lo scorso 13 novembre hanno avuto una forte risonanza su tutti i media e su ognuno di noi. Tutti ci siamo fermati almeno per un minuto di silenzio, perché non si è mai pronti a tanto orrore; era un comunissimo venerdì sera e anche noi eravamo a cena fuori o a un concerto con gli amici, ma fortunatamente in un’altra città, perché loro potevamo essere noi.
Ci siamo fermati, abbiamo riflettuto un po’, e dopo…. e dopo è iniziato il delirio.
Per quanto in passato abbia provato del sano odio accademico nei suoi confronti, durante gli esami di semiotica all’università, devo ammettere che Umberto Eco aveva proprio ragione: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino “(aggiungerei -di troppo).
Il genere umano dopo un trauma reagisce in tanti modi diversi, ma dobbiamo ammettere che i social network, a volte, fanno uscire proprio il peggio di noi.
La prassi è sempre la stessa, accade una tragedia e il popolo del web si divide sistematicamente in due macro schieramenti, all’interno dei quali si generano molteplici cluster. In questo caso:
1) Quelli che immediatamente cambiano l’immagine profilo Facebook con il tricolore francese
2) Quelli che criticano aspramente coloro che l’hanno fatto.
In men che non si dica milioni di utenti hanno rivelato la loro vera natura, quella di esperti di politica internazionale e mediazione interculturale. Nell’arco di nemmeno 24 ore siamo passati da tweet con hashtag #JeSuisParis , #PrayForParis e status del tipo “con il cuore a Parigi” e “Un abbraccio a tutte le vittime” a
“non dimentichiamo le vittime in Siria”, “non esistono stragi di serie A e di serie B”, “…ricordiamoci dei cani abbattuti in Cina” e dulcis in fundo “… e i Marò??” (quelli ci stanno sempre bene).
Sproloqui, lunghi papiri digitali indirizzati al nulla cosmico dell’etere dall’illogicità immonda, che al loro confronto le battute di Lona in The Lady scritte da Lory del Santo cominciano ad assumere un senso compiuto e diventare quasi sagaci.
C’è poco da fare, sembra che il fatto di avere tutti il diritto di parola e, grazie ai social, quello di divulgazione ci esoneri da quella possibilità che a volte è la più adeguata, ossia il SILENZIO.
Sentiamo sempre la necessità di eleggerci protagonisti della situazione: gente che dichiara di non riuscire a riprendersi e nemmeno 24 ore dopo pubblica la foto in discoteca con gli amici giustificandosi che non ci si deve arrendere o avere paura (certo magari la partecipazione alla fiaccolata in piazza sarebbe stata più azzeccata).
Ho visto cose che voi comunissimi utenti come me avete già visto, collant con la torre Eiffel ricamata sopra in sostegno del popolo francese; conversazioni whatsapp circa l’utilizzo dell’hashtag #PrayForParis senza essere a conoscenza del motivo per cui si trovava tra i trending topic ma solo perché “boh, siccome lo scrivono tutti” -_-
Abbiamo visto e sentito fin troppe cose durante questa lunga settimana e di alcune, personalmente, ne avrei fatto proprio a meno; quello che invece voglio ricordare sono gli abbracci che questo ragazzo musulmano ha ricevuto dai parigini, da chi va aldilà dagli stereotipi che alcune prime pagine di giornali cercano di diffondere (guardate il video mi raccomando)
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Nel frattempo altre faccende di “grosso spessore” si susseguono nella nostra cara Italia, ad esempio: può passare inosservata la nuova campagna pubblicitaria della Melegatti?? Ovviamente no!
Partiamo intanto dall’immagine che difficilmente si allontanerà dai miei incubi ,quella di Valerio Scanu sulla confezione del pandoro. Ma dico io, PEEEERCHè??? Hanno sostituito lo zuccchero a velo con boccoli di cioccolato? Hanno adeguato il packing del prodotto all’invendibilità del contenuto? Misteri che neanche Daniele Bossari riuscirà a risolvere.
Non contenti di ciò la Melegatti ci ricorda di amare “il tuo prossimo come te stesso… basta che sia figo e dell’altro sesso” Ovviamente dopo la valanga di tweet e insulti il responsabile del marketing si è scusato e ha cancellato il post omofobo dai social. Io vorrei tanto prendere un caffè co sto genio per capire tante cose e sentirmi un po’ meglio. Figlio mio dopo 2000 anni decidi di cambiare quell’anonima confezione coloro azzurro pe’ mettece i ricci e il sorriso plastico de Scanu; poi cacci fuori un post omofobo giustificandoti che la comunicazione pubblicitaria è affidata a un’azienda esterna e che non hai dato il consenso. Ma, dico io, sei scemo o sniffi zucchero a velo andato a male? Stai dirigendo un’azienda, non stai giocando a burraco co’ tu nonna e le vicine di casa.
Per questa settimana non mi sento di andare avanti, ho detto già abbastanza e poi adesso “ho voglia di distrarmi, devo uscire da una stasi ipnotica”(#cit.) e vi consiglio di fare lo stesso 😀
Buona settimana a tutti