"Sorrido sempre perché sono positivo."

Me li ricordo i miei 20 anni. Lontano da casa, nuova vita è un mondo da affrontare con la sensazione di star diventando adulto, ma con la mente ancora giovanissima, piena di paura a cui non dava realmente peso.

Me li ricordo i miei 20 anni perché quella primavera, per la prima volta, mentre i miei ormoni comandavano tutt’altro, credo di essermi scontrato con quella cosa a cui tutti danno il potere più grande sulle persone.

Quanto eravamo deficienti nemmeno ve lo sto a raccontare.

Sorrisi, sguardi, frasi che lasciavano intendere tutto, ma che puntualmente restavamo solo parole perché “chi lo conosce? Che cazzo stamo a fa?“, gelosie stupide, che, nonostante tutto sembrasse già così ovvio dall’inizio, si sono concluse con un “ti amo” sussurrato in dormiveglia sperando non venisse sentito.

Me li ricordo i miei 20 anni ogni volta che ripenso che da quel giorno, nemico il tempo che ci rende gli adulti che non realizziamo di diventare mai, son passati anni e quello che non avremmo nemmeno pensato potesse iniziare è finito.

Capita di ripensare ogni tanto a quel percorso, vissuto insieme così veloce, che ora da spettatore sembra quasi impossibile.

Una telefonata la prima estate, prima di rivederci al mare, il silenzio, la tensione, la risposta che conoscevamo entrambi, ma che al momento era una maledizione potente da pronunciare e nessuno dei due ne aveva la forza.

Le risate cretine, da adolescenti deficienti, ogni volta che ci toccava fare scorta di preservativi e non spendere un patrimonio, che nemmeno le mamme di famiglia che fanno la spesa mensile al discount.

Le vacanze improvvisate nei week end più improbabili che finivano in viaggi immensi in macchina sbagliando persino direzione in autostrada e arrivando in Umbria, invece di tornare a Roma la sera.

Le vacanze dei week end saltate per gli appuntamenti in ospedale a farsi prendere in giro dall’infermiera, imperdibili come i concerti di Madonna.

I momenti in cui l’attrazione prendeva il sopravvento e li trasformava nei migliori della giornata.

I momenti in cui l’attrazione prendeva il sopravvento e la ragione spariva lasciando poi spazio al panico e alle telefonate al medico in piena notte.

Ricordi.

Ricordi che tornano e fanno sorridere in fondo.

Ricordi che terminano con la sua frase del nostro epilogo con i calici al nostro nuovo inizio perché “tu stai tranquillo, non pensare a me, devi stare bene, io ce la farò, sono o non sono uno positivo!“.

Una storia come tante altre, cominciata quando avevo 20 anni, una storia diversa da molte altre.

Una storia dove l’ostacolo ne è solo diventato parte, una normalità un po’ stramba della quale ci dimenticavamo, ma che all’improvviso tornava a farsi presente giusto per rompere le palle e non farci fare stupidaggini.

Perché credo che in fondo questo sia avere un compagno “positivo“.

Vivere una storia d’amore come chiunque ha la fortuna di trovarlo, con quel pensiero reciproco di attenzione in più e ansia passeggera perché è giusto non sottovalutarlo mai.

2 thoughts on “"Sorrido sempre perché sono positivo."

  1. Giallo, sei più unico che raro. Le emozioni sono arrivate tutte.. mi hai fatto piangere.. ora ricollego una frase che hai detto l’altro ieri a pranzo e che non avevo capito.. nell’articolo non hai parlato di “positività”… parlavi d’amore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *