
Caro Babbo Natale,Ti ho sempre chiesto regali materiali, dalla serra del piccolo botanico in cui non son mai nati nemmeno i ravanelli, alla fabbrica dei mostri con cui ho invaso la casa di mostriciattoli gommosi. Ti ho chiesto Monopoli e soldi, vestiti e l’allegro chirurgo.
Poi ti ho chiesto la serenità, ti ho chiesto di esser felice, ho identificato nel Natale i momenti più belli della mia vita, anche quando andava tutto a rotoli. Ho perso il mio sguardo nella neve che scendeva, nelle goccie di pioggia che scorrevano sulle finestre, nella nebbia che nasconde quel che è lontano. Non ho mai potuto fermarmi a pensare a quel che andava male perché la vita è un brivido troppo grande e rapido per essere tristi.
Quest’anno ti chiedo solo di proteggere le persone che amo e le persone della mia vita.
Ma ti vorrei chiedere altre due tre cosette…
Ti vorrei chiedere di regalare un pizzico di dignità, onestà ed umiltà alle persone. Da chi ci governa, agli amici di una vita, dai conoscenti al negoziante di fiducia. Mettere da parte la superbia e far spazio all’umiltà, prenderci tutti meno sul serio e amare di più chi ci sta intorno. Avviare una rivoluzione culturale che pulisca una società morta dentro.
Ti vorrei chiedere di regalare un pizzico di autocritica a tutti. Mai più porchette in leggings in giro per le strade, basta pettinature e tagli ad ananas che forse andavano bene all’epoca dei Mohicani, basta barbe improbabili su facce che non lo richiedono, perché siamo in Europa, non membri di associazioni terroristiche. Basta ragazze con mutande nere sotto pantaloni bianchi. Basta risvoltini esagerati sui pantaloni, basta esibizionisti di professione.
E poi Babbo Natale, basta reality coi bimbi in tv. Basta genitori esaltati più dei figli e che hanno come aspirazione massima quella di avere una figlia che a 12 anni vende 400.000 copie e diventa una piccola Lindsay Lohan alcolizzata. Basta padri che credono di avere in casa piccoli Ronaldo ed invece hanno solo degli spacca caviglie che non sanno nemmeno se mettere o meno l’h davanti al verbo avere alla prima persona singolare del presente.
Basta gente che invoca l’estate da Novembre a Marzo e l’inverno da Giugno a Settembre.
Basta pesantezza nelle persone.
Caro Babbo Natale, questa lettera era partita bene, poi come sempre nella mia vita, è andato tutto in vacca.
Se non hai voglia di realizzare tutte le richieste puoi concentrarti per piacere sulle pancette coppate in abiti attillati che girano per le nostre città e sugli adepti dei risvoltini?
Te ne sarei grato ❤️
Mattyvic