Bon ton – conoscersi e farsi visita – la guida definitiva

Diciamocelo chiaro e tondo, ci vorrebbe una guida per il bon ton, ma mica quella scritta nel 1500 da Giovanni della Casa.

No, ovviamente noi parliamo di un galateo moderno e semplice, per le persone semplici come noi. Quante volte infatti ci siamo trovati a vivere situazioni imbarazzanti da ospiti o padroni di casa? Non so voi, ma io molte sia in una veste che nell’altra.

Partendo dalle basi, bisogna immediatamente trattare il tema saluto. Negli ultimi anni si è diffusa a macchia d’olio l’abitudine di salutare cani e porci, così quando si incontrano due gruppi di 10 persone ciascuno, mediamente si passa il primo quarto d’ora a salutare tutti. Saluti molto spesso inutili dal momento che nella fase presentazioni solitamente l’attenzione è tutta sull’indovinare quale lato della guancia bacerà chi ti sta di fronte per evitare imbarazzanti limonate alla Rossella O’Hara – Rhett Buthler, e non sull’ascoltare realmente il nome della persona che abbiamo davanti. Passeremo quindi l’intera serata a dire “ehi” “ma tu” fino all’imbarazzantissimo “mi devi perdonare, ma io il tuo nome proprio non lo ricordo..”

 
Via-col-vento
 

Superato lo scoglio nome, bisogna chiarire un altro tema fondamentale per evitare di incorrere in risse, sceneggiate in locali pubblici o musi lunghi tutta la serata. La confidenza.

La confidenza è un qualcosa di cui non si dovrebbe mai abusare e soprattutto, a meno che non vi siano stati chiari ed espliciti inviti a scherzare da parte dell’altro, evitiamo proprio di prendercela. No a battute a sfondo sessuale o piccoli insulti che potrebbero essere presi molto molto male da chi abbiamo di fronte, soprattutto se permaloso. No anche ai monologhi sulla propria vita quando si è in gruppo, perché ascoltare è sempre bello, ma a tutto esiste un limite e non andrebbe mai passato per evitare di sfociare nell’insulto pesante al logorroico di turno. Eviteremo anche i temi caldi come musica, calcio, politica, perché non conoscendo bene chi abbiamo di fronte, potremmo rischiare di innescare una spirale polemica che si concluderebbe con “qualche parola grossa e spintoni”, per dirla giornalisticamente.

Se avremo passato indenni la prima serata di conoscenza, forse rivedremo le persone, allora si aprirà un mondo di tranelli ed ostacoli, che noi abilmente eviteremo uscendone alla grande. Ovviamente se sei il padrone di casa è tutto più semplice, ti basterà pulire per bene, cucinare o predisporre del cibo, e garantire una varietà di bevande. No totale e categorico quindi a chi in tavola sceglie l’odiato MONOBIBITA. Certo, l’acqua è buona, ma a volte è più adatta alle piante che alle persone, garantiamo quindi sempre un minimo di varietà: un the freddo, una Cola, un’aranciata, o del vino. No alle bottiglie mezze iniziate perché per quanto ne sanno gli ignari ospiti, avresti pure potuto berci con la bocca, e praticità a parte, in una nuova conoscenza questo non ti fa certo partire con 100 punti di vantaggio. A differenza di quanto mostravano in “Cortesie per gli ospiti”, non sarà necessario predisporre regali per gli ospiti perché come dicevamo, noi siamo persone comuni. Inoltre spesso l’ansia e la fatica di preparar casa per la visita valgono più di un regalo.

Se invece sei l’ospite, la tua serata sarà un po’ un esser continuamente messo alla prova. Prima di entrare pulisciti le scarpe sul tappetino, e a seconda del livello di sguardo satanico del padrone di casa, chiedi se devi togliere le scarpe. Solitamente diciamo che se il padrone di casa ti guarda le scarpe ci sono due possibilità:

  • potresti doverti togliere le scarpe
  • potresti aver bisogno di una guida sul come vestirti ed abbinare le scarpe all’abito

Porta sempre con te un piccolo dono, anche da due soldi, ma ti permetterà di non passare per lo scroccone della serata che mangia a sbafo. (“quando le visite a casa di una persona diventano regolari e contraccambiate, il dono perde di importanza e può essere abbandonato”, capitolo 6, paragrafo 21 del Libro “Come non sembrare un pezzente pur essendolo”). Ogni tanto cerca di fare qualche complimento casuale sulla casa, l’arredamento o le tende, che offrono sempre tanti spunti di dialogo e conversazione. Se la casa sarà più simile ad un rudere da Favela che ad un appartamento, focalizzati comunque su un aspetto da lodare “che splendido piano cottura” “che incredibile vivacità delle tinte” “che bagno post avanguardista”.

La cena sarà il pass partout per accedere alla vita del padrone di casa. Complimentati ma non esagerare, soprattutto per evitare di sembrare falso, come probabilmente sarai dato che oggi di persone che cucinano bene ne son rimaste poche. Evita di mangiare come una scrofa, usa sempre le posate e soprattutto non avanzare o rifiutare alcune cose. Purtroppo dovrai metterti una mano sul cuore ed una sulla coscienza per mandar giù cibi che mai avresti pensato di mangiare, ma che ti piaccia o meno lo dovrai fare. Tutto ciò anche se io ieri non l’ho fatto, perché va bene tutto, educazione sempre, ma la composta di cipolle con pezzetti di fegato ANCHE NO. E infatti, caro padrone di casa, evita di cucinare improbabili esperimenti o cibi da Gambero Rosso, perché il rischio concreto è, oltre a non esserne in grado, di mettere i tuoi ospiti in situazioni di palese imbarazzo. No quindi ai risotti di Rabarbaro mantecati all’amaretto con essenza di pinoli e gamberi della Thailandia, perché probabilmente è una busta di risotto liofilizzato, ed io che ne mangiavo a vagonate ti becco in 5 minuti e ti so pure riconoscere la marca e se ci hai aggiunto dado vegetale o di carne. Anche in tema di quantità, non esagerare mai per non costringere il tuo ospite a vomitare nel tuo bagno o a passare la notte in bianco. Infatti lui starà sicuramente seguendo la regola del “mangia tutto per buona educazione” quindi ingurgiterà cibo fino a star male soltanto per non ferirti.

 
Risultati immagini per piatti improbabili

Arrivato in bagno dovrai capire se l’igiene sia di casa o se chiamare gli ispettori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per mettere la casa in quarantena. Tema principale sarà il wc, che anche se non nuovo, dovrà esser comunque pulito, cerca macchie di sputi di dentifricio sullo specchio o ciocche di peli a terra. In assenza di questi elementi, potrai usare i servizi.

Se sei un maschio sarà tutto più semplice, la farai in piedi e ti accerterai con immensa cura di non aver sporcato, perché il padrone di casa è buono, bello e simpatico ma sicuramente ti posso garantire io che non ama pulire la tua pipì.

Se invece sei una donna, auguri. Estrai dalla borsa il tuo mini trapano, buca il soffitto, aggancia un comodo moschettone, indossa la pratica imbragatura che sempre porti con te ed espleta le tue funzioni completamente sospesa da suolo come se stessi scalando il Monte Rosa.

Accertati prima di iniziare eventuali determinate operazioni che vi sia carta igienica a sufficienza, altrimenti correrai il rischio di:

  • doverti pulire in altro modo
  • farti un bidet in casa di qualcun altro
  • dover gridare “caaaartaaa”, e dato che non sei Maria (sempre sia lodata) ad Amici, ti consiglio di evitare

Se avrai superato queste delicatissime fasi, potrai dirti soddisfatto di te stesso ed il rapporto potrà continuare.

Ti è mai successo di andare completamente in panico ad una prima conoscenza?

Fammelo sapere!

Ciao e a presto,

Mattyvic

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