
Dite quello che volete, ma alla fine Sanremo resta sempre Sanremo. Uno parla tanto di rinnovamento yeah get down ma, gira che ti rigira, vincono i grandi pezzacci melodici. Ballate midtempo che fanno contenti un po’ tutti. Ma attenzione: non troppo noiose! Se no si fa la fine della Galiazzo: la gente si appisola, ti schifa pure il cane della TIM e la cassa dell’Esselunga è sempre dietro l’angolo.
Hanno vinto gli Stadio e hanno dichiarato che non se lo aspettavano. E dev’essere vero dal momento che, dopo essere scesi dal palco, hanno detto che a loro dell’Eurofestival non importa una cippa. Ha vinto Gaetano Curreri, l’eterno mediano, lo storico autore di Vasco. Capelli grigi e faccia da buono, non da rockstar. Si diceva che se ‘Un giorno mi dirai’ l’avesse cantata il signor Rossi, sarebbe venuto giù S. Siro. Gaetano non è Vasco, ma è comunque riuscito a vincere Sanremo mettendo dietro di sè la piccola Francesca Michielin e la coppia peggio assortita che mente umana ricordi dai tempi di Mike Bongiorno e Antonella Elia: Giovanni Caccamo e Deborah Iurato.
Si è chiuso il festival più Arcobaleno di sempre, in cui le ovazioni da stadio sono state per il granitico maestro Peppe Vessicchio. La cui assenza nella prima serata ha messo in allarme il popolo web più di un’ipotetica apparizione di Gabriel Garko nelle vesti della Medea di Euripide.
Ma vediamo cos’è successo ieri sera.
Esibizione in apertura del vincitore della sezione giovani, collegamento con Il Volo che fanno ciao ciao da New York (boh, va be’) e recupero in extremis della ‘campionessa’ Irene Fornaciari che rientra, così, in gara.
Si esibisce Roberto Bolle sulle note di ‘We will rock you’ dei Queen. Magia pura e io vorrei tanto vedere un duetto tra lui e la Fracci di Virginia Raffaele. E poco dopo quasi arriva: Roberto e Virginia ballano sulle note di ‘La notte vola’. Epici!
La Raffaele, vera mattatrice di queste serate, stupisce presentandosi semplicemente come se stessa, in tutta la sua bellezza e simpatia. E forse è il premio migliore per questa attrice straordinaria: godersi il meritato successo indossando, per una volta, i propri panni.
La serata parte con un ritmo serrato e la gara inizia subito. Ogni cantante riceve gli auguri in video di un suo amico. Scopriamo, così, che la Bertè è alle cascate del Niagara. Ecco il pittoresco video di saluti per Patty Pravo! Mo quella quando torna…
Francesca Michielin. Piccola Heidi uscita indenne dalle grinfie del ‘bad boy’ Fedez. E’ molto più tosta di quanto
dia a vedere. La canzone è orecchiabile e lei sta prendendo le misure del successo. Farà molta strada.
Alessio Bernabei. Ci crede. Tanto. Ma solo lui. Scopiazza Ariana Grande, insulta Tiziano Ferro e si veste con una giacca fatta di tovaglioli di Zara Home. Per la finale si presenta agghindato come il fante di coppe. Tutto sbagliato. Tutto.
Clementino. E’ bravo e simpatico. E con la cover di De Andrè ha stupito chiunque. La sua canzone ha un testo molto più profondo dell’arrangiamento. Sottovalutato.
Patty Pravo. Compensa con classe ed eleganza ciò che manca in voce. E’ forse l’ultima vera diva italiana. Poco importa che assomigli al cagnone della Storia Infinita. Nella serata cover, rifà se stessa. C’è chi può. E lei può.
Lorenzo Fragola. Prova a fare Mengoni che fa Modugno. Ma qui mancano talento e voce. Abbiamo solo faccino da teen idol e tanta tanta spocchia.
Noemi. E dai che ti ridai, forse stavolta è riuscita a trovare la sua strada. Nella borsa di una donna magari c’è anche la formula per il vero successo?
Superospite voluta a furor di web, la titanica Cristina D’Avena sale sul palco dell’Ariston, intona sigle televisive a richiesta tipo jukeboxe vivente e viene giù il teatro. Se non avete cantato con lei, provenite da un’altra galassia. Capo del mondo. Subito.
Elio e le storie tese. Si presentano travestiti dai Kiss. Musicalmente sono geniali e vantano una vertiginosa autoironia, altro che Morgan. A differenza di molti
politici, sparano cazzate, ma sono tutt’altro che idioti. Avanti 1000 anni.
Ospiti di Carlo Conti, non ci crederete mai, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. Urla, strepiti, ‘o maremma, ‘o via e robe così. Insomma, delle sagome.
Arisa. Sublime. Anacronistica e quasi strafottente. Ma così incredibilmente intensa che commuoverebbe anche se cantasse le Pagine Gialle.
Annalisa. Quest’anno più fatalona e padrona del palco. La canzone è bella. Ma nella serata cover ha dimostrato di poter prendere a calci molte sue colleghe. Ha tutte le carte per il successo che merita. Le mancano le canzoni giuste. Occhio perchè si diceva lo stesso anche di Giorgia.
Renato Zero show! Intona i suoi successi e di nuovo tutti in piedi. Parla tanto, ma tanto, ma tanto: della vita, di Fonopoli, della salvaguardia della musica e ovviamente della famiglia. Con una delicata metafora, rivendica anche la propria identità, come solo un artista sensibile sa fare.
Rocco Hunt. Fa casino. E’ caciarone e canta in napoletano. Dopo Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio, punta a essere il nuovo scugnizzo d’Italia?
Dolcenera. Divina. Elegantissima e con una classe da musicista consumata. Lei sa fare il suo mestiere. E si sente.
Enrico Ruggeri. E’ pur sempre un rocker. Nell’animo e nel look. Ed è più che credibile! Mestiere da vendere e una canzone esattamente nel suo stile. Ha dimostrato tutto quello che doveva, ora si diverte. E ci diverte.
Deborah Iurato – Giovanni Caccamo. Due metà fanno un artista intero? Annunciati alla vigilia come possibili vincitori, sono stati subissati di critiche per l’orribile abito melanzana di lei (da privazione dei diritti civili), mandando in secondo piano la canzone. Alchimia pari a quella tra un manichino della Conbipel e il fiasco del Monopoli.
Valerio Scanu. Dopo Tale e Quale, viene il dubbio che Valerione stia a Carlo Conti, come Luca Laurenti stia a Paolo Bonolis.
Irene Fornaciari. Poverina, lei ci prova pure. Tralasciando il perchè faccia parte dei Big, il cognome che porta pesa. E tanto. Se poi presenti una canzone che ha lo stesso titolo di un album di papà Zucchero, be’ il dimenticatoio te lo meriti tutto.
Classifica finale! Fornaciari 16ma, Arisa 10ma, Ruggeri 4°. A contendersi la vittoria sono Stadio, i Caciurato e Francesca Michielin. Il pubblico rumoreggia timidamente, il web si indigna e l’orchestra sonnecchia. Arriva tale Willy William e canta Alè Alè Alè, ma non importa a nessuno, solo a lui.
Dopo 45 minuti di ringraziamenti anche alle bidelle del’asilo del figlio di Conti, ecco il momento della verità.
3° Posto per Caccamo e Iurato. La prendono talmente bene che sembrano a un passo dal catfight in Eurovisione.
2° Posto per Francesca Michielin che sorride emozionata. Di certo un ottimo Festival per lei che è nata nel 1995 (‘tacci sua).
1° Posto per gli Stadio che sembrano davvero ma davvero sorpresi. Qui il loro video.
Ascoltiamo la canzone, grazie a tutti, saluti e baci e annatevenammorì…
Momento trash della serata. Gabriel Garko cerca di ‘presentare’ Patty Pravo e lei, fottendosene altamente di quel pupazzo, parla nel microfono per controllare che sia acceso. Più volte.
Ma adesso veniamo a noi. Anzi, a voi! Vi abbiamo chiesto di votare e lo avete fatto, oh se lo avete fatto! L’hashtag #Titina16 è entrato da subito nei trend topic di Twitter e voi ci avete subissati di commenti divertenti per la gioia nostra e soprattutto dei nostri #haters. Vi siete espressi e avete votato. E allora ecco i vincitori delle nostre specialissime categorie!
COMPRO L’ALBUM – Arisa.
ALLA SAGRA DI PAESE! – Caccamo e Iurato.
PER ME NON HA UNA COLLOCAZIONE E PUO’ TORNARE A CASA – Enrico Ruggeri.
MA PERCHE’ STA A SANREMO? – Valerio Scanu.
CANTANTE VINCITORE MORALE – Patty Pravo e Arisa
AND THE WINNER IS – Arisa.
Insomma, Rosalba Pippa da Pignola in da houze!
That’s all, folks! Anche quest’anno avete seguito il festival insieme a noi e ci siamo divertiti da pazzi!
Grazie a tutti voi per il vostro potentissimo supporto e… Continuate a seguirci! Mica è finita qui…
Sciaouz!
Tracio