
Confesso di essermi trovato in non scarsa difficoltà a scegliere l’argomento per il post di questa settimana, essendo la televisione caduta in una sorta di torpore dopo la chiacchieratissima settimana sanremese che spero abbiate seguito con le nostre pubblicazioni.
Facendo zapping qua e là, rinunciando a Take me out, che ha visto l’addio delle ragazze “storiche”, uniche che movimentavano lo sviluppo di un programma che già non fa più presa, mi sono imbattuto con sorpresa in Quasi quasi Rischiatutto, in onda dalle 20.30 alle 20.40 su Rai3. Tutti ormai sanno che era già da tempo nella mente della RAI l’idea di riproporre uno dei più famosi game show televisivi italiani, che nell’anno Domini 1970 sbarcò sull’allora Secondo Programma con la conduzione del mitico Mike Bongiorno, accompagnato dalla storica valletta Sabina Ciuffini e dal Signor No, che prende parte anche a questa nuova edizione.
Ebbene, il noto quiz risorgerà a vita nuova quanto prima, e nel frattempo il pubblico – soprattutto quanti non hanno memoria dell’originale – può accostarvisi grazie a questa striscia quotidiana di provini, che danno un assaggio di quello che sarà il programma, che manterrà inalterata la struttura, salvo proiettarsi nel 2016.
Perché ridare vita ad un programma televisivo così retrò appare evidente: innanzitutto c’è da dire che il Rischiatutto di quarant’anni fa è stata una vera e propria rivoluzione in ambito televisivo, tanto per gli accorgimenti tecnici – pensiamo al tabellone elettronico delle domande, vera novità nel panorama televisivo italiano – quanto nel format stesso: per la prima volta abbiamo una valletta “parlante”, e si afferma contestualmente la propensione – forse involontaria – a depositare nell’immaginario collettivo il concorrente, tanto che i nomi dei più famosi aleggiano ancora oggi in un aura quasi leggendaria, per chi non ha potuto vederli all’opera nel piccolo schermo: la signora Lóngari (quella del “Ahi ahi ahi signora Longari, lei mi è caduta sull’uccello!”, esclamazione spuria attribuita a Mike), oppure Massimo Inardi, addirittura “cacciato” perché sapeva troppo e stava vincendo troppo.
Sì, perché per vincere a Rischiatutto era veramente necessario sapere “troppo”. Certo, lo spazio per le domande di cultura generale c’era ed era ampio (e dai provini vediamo comunque che per cultura generale si intendono quesiti del tipo “Che cos’è un buco nero?”, non pizza e fichi), però la fase decisiva del raddoppio si giocava su una materia di specifico interesse del concorrente, e lì l’attenzione al dettaglio e ai particolari più puntigliosi degli autori raggiungeva livelli impensabili.
Per questo penso che, a differenza degli altri programmi che le varie reti hanno riesumato dalla storia della televisione (cfr. Maurizio Costanzo Show, o Carosello) questo possa realmente avere successo; se i primi oramai non hanno più nulla di nuovo da dire – siamo ormai assuefatti alla pubblicità e ai talk show –, Rischiatutto potrà appassionare e mettere in gioco il pubblico, in un contesto in cui i game show televisivi non richiedono più particolari doti né tantomeno nozioni specifiche.
Il primo grande appuntamento con la nuova edizione del gioco sarà il 21 e 22 aprile in prima serata su Rai1, mentre in autunno cominceranno le regolari trasmissioni, su Rai3 al giovedì. Nell’attesa, sempre su Rai3, possiamo seguire i provini, e chissà, magari cimentarci con i quesiti.