A che punto sono le unioni civili?

Sembrava fatta, questa volta poteva essere davvero la volta buona. Abbiamo visto 98 piazze favolose, i primi voti in senato, un’atmosfera di cauto ottimismo. Poi sono arrivati i dubbi sull’adozione del figliastro fino al brusco stop di qualche giorno fa. L’incredulità per prima della senatrice Cirinnà che ha anche annunciato il suo ritiro dalla scena pubblica qualora fallisse l’iter della legge 2081. Oggi, a mente fredda facciamo un po’ di chiarezza, rispondendo ad alcune domande.

Cos’è il ddl 2081 e da quanto è in senato?
È un disegno di legge di iniziativa parlamentare che ha come prima firmataria la senatrice Monica Cirinnà, questo disegno è diviso in due parti. Nel primo si istituisce un nuovo istituto giuridico, quello delle unioni civili appunto; nel secondo si regolamentano in maniera più specifica tutte le convivenze more uxorio.
Questo provvedimento è stato depositato in parlamento nel 2013; ha subìto 14 stesure; ha atteso due anni prima di essere discusso e, appena iniziato l’iter nella commissione competente, è stato tenuto in ostaggio dall’ostruzionismo per 76 sedute. L’attuale versione del ddl è stata appoggiata principalmente da PD, SEL, Movimento 5 Stelle e altri gruppi minori.

È vero, come affermano alcuni senatori, che questo disegno di legge non è mai stato discusso in commissione?
Nì. L’attuale versione del disegno di legge è effettivamente diversa da quella presentata inizialmente alla commissione, in alcune parti formali più che sostanziali.

Che cosa significa che il provvedimento non ha un relatore?
Ogni disegno di legge, che sia di iniziativa parlamentare o governativa, ha solitamente un relatore ed un controrelatore o relatore di minoranza. Il relatore si prende la “responsabilità” del provvedimento in sede di discussione e diventa “regista” del dibattimento. A causa del pesante ostruzionismo in commissione giustizia il Partito Democratico ha intrapreso la strada più impervia ma inizialmente più veloce: procedere senza relatore.

Qual è la differenza tra iniziativa parlamentare e iniziativa governativa?
La divisione dei poteri dà al Parlamento il potere legislativo, quello cioè di promuovere e votare le leggi, mentre al Governo spetta il potere di far applicare le leggi.
Tale distinzione diventa spesso “fumosa” in quanto il partito (o coalizione) di maggioranza al parlamento è lo stesso che (per forza di cose, visto il rapporto fiduciario tra camere e governo) appoggia il governo; ciò comporta che le leggi licenziate dal parlamento siano in qualche modo di iniziativa governativa. Il governo ha anche strumenti più diretti, ma in questo caso non ci interessano.
Questo grande preambolo ci serve per spiegare cosa è accaduto con ddl 2081: il PD ha preferito la via dell’iniziativa autonoma del parlamento al fine di ottenere una maggioranza diversa da quella di governo.

Perché?
Si è ritenuto opportuno escludere una parte della maggioranza, NCD, per niente interessata all’approvazione di questa legge. Proprio il partito di Alfano è stato infatti uno dei maggiori oppositori in commissione. Altro elemento che ha fatto propendere per una maggioranza alternativa è stata la volontà di estendere l’adozione del figliastro anche per le coppie dello stesso sesso, dove su questo tema circa 30 senatori del PD hanno sempre storto il naso.

E il Movimento5Stelle?
Il partito di Grillo si è sempre detto favorevole alle unioni civili.
Va detto che nel 2012 lo stesso Grillo parlava di matrimonio egualitario e non semplicemente di unioni civili. Sempre il movimento grillino ha dato più volte segno di interesse politico verso la materia anche con alcune, simpatiche, manifestazioni in aula: famosi sono i baci alla camera trai deputati dello stesso sesso del gruppo m5s.
In questo ultimo disegno di legge il senatore Airola ha portato avanti in maniera molto convinta, audace e tenace la battaglia per le unioni civili. Un’altra parte del partito però ha iniziato a presentare dei malumori. A differenza del voto online che parlava esplicitamente di stepchild adoption, è stata lasciata libertà di coscienza. Va detto che visto il numero irrisorio di senatori contrari all’estensione della responsabilità genitoriale nessuno si è preoccupato molto. Resta però l’impegno del movimento intero a votare il disegno di legge se e soltanto se questo non viene stravolto dal voto in aula.

Cos’è accaduto in aula?
Lega Nord, da sola, ha presentato quasi 5000 emendamenti, circa 4500 li ha però ritirati il 17/02; gli altri partiti ne hanno presentati 197. Il totale ad oggi è 777. L’unico gruppo parlamentare a non averli presentati è stato il movimento 5 stelle. Uno degli emendamenti presentati è il famoso super canguro o emendamento Marcucci.

Cos’è il super-canguro? E cosa prevede l’emendamento Marcucci?
Il supercanguro è un maxi-emendamento di solito viene votato per primo che, se approvato, fa decadere a cascata moltissimi altri emendamenti.  L’emendamento presentato dal senatore Marcucci (PD) fissava alcuni punti fermi che avrebbero evitato lo snaturamento della legge e dunque favorito l’approvazione della legge viste anche le dichiarazioni del gruppo grillino.

Dov’è allora il problema?
I senatori del Movimento5Stelle, a sorpresa (alcuni esponenti di sinistra parlano di sms che fino all’ultimo minuto “dicevano tutt’altro”) hanno ritirato l’appoggio al maxi-emendamento in quanto minerebbe la discussione parlamentare. Questo però è vero a metà: con l’emendamento Marcucci approvato sarebbero rimasti più di un centinaio di emendamenti.

Davvero bastano due giorni per approvare 777 emendamenti?
Purtroppo no, come dicevamo prima questo disegno di legge è di iniziativa parlamentare e non ha relatore, il governo non può chiedere un contingentamento dei tempi e il regolamento prevede che i gruppi abbiano ciascuno dieci minuti di parola per ogni emendamento.
Facendo due conti: 10 gruppi parlamentari, ognuno dei quali ha 10 minuti di tempo per un totale di 777 emendamenti fanno 77700 minuti di discussione parlamentare. 135 giorni di lavori se l’unica legge da approvare fosse questa e se i lavori del senato fossero dedicati esclusivamente al ddl Cirinnà. Va tenuto conto che sono ammissibili molti voti segreti, basta che 20 senatori chiedano un voto segreto e la presidenza deve analizzare la richiesta e se ci sono le prerogative concederla. Una prima analisi ne ha contati 200.

Si può chiedere la fiducia su questo disegno di legge?
No, o meglio non proprio. Come dicevamo prima questo non è una legge avanzata dalla maggioranza di governo; sebbene le regole del senato non lo vietino sarebbe politicamente inammissibile.

Cosa succede ora?
Si spera. Monica Cirinnà ha esplicitamente detto che il suo partito ripresenterà tale e quale la legge martedì 24 febbraio. La questione è davvero molto complessa: M5S e SEL potrebbero non appoggiare più la legge se questa verrà stravolta. Il M5S per scelte etiche (i più maligni parlano di questioni politiche, diciamo che l’ultimo video di Alessandro Di Battista lascia pochi dubbi anche al sottoscritto ma sono considerazioni personali) non voterà il super emendamento che avrebbe mantenuto i capisaldi della legge. Nel centro ci sono dichiarazioni più o meno positive nel caso in cui venisse stralciato l’articolo 5. La Lega e Forza Italia puntano con ogni mezzo all’affossamento della legge.

Nei prossimi giorni vedremo se pur di avere una legge si punterà a verdiniani e al NuovoCentroDestra. In quel caso rinunceremo fin da subito alla stepchild adoption, ma non è detta l’ultima parola: è attesa a breve una sentenza della consulta che si esprimerà sul tema e non è la prima volta che la magistratura mette una pezza dove la politica non arriva.

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