Freakend – I fatti della settimana

Risulta difficile parlare di questa settimana passata, sarà di certo una di quelle che difficilmente verrà dimenticata, non solo per un chiaro segno di inciviltà che sempre più ci allontana da quell’Occidente del quale tanto ci sentiamo parte, ma anche e soprattutto per la scomparsa di uno di quei fari che ci faceva brillare agli occhi del mondo intero: si è infatti spento due giorni fa uno degli uomini più brillanti a cui il nostro paese ha avuto l’onore di dare i natali: Umberto Eco. Ad 84 anni ci lascia in silenzio e sorpresa e molto poco resta da dire, chi avendo letto i suoi libri (ammetto d’aver provato ben due volte a finire Il Pendolo di Foucault senza esito), chi ascoltando i suoi aforismi vocali o “twitterini” o chi aveva anche solo sentito parlare di lui al telegiornale, insomma chiunque ha il dovere di conoscerlo e un saluto è più che meritato.
Come è stato scritto in giro sul web “Finalmente gli angeli avranno qualcuno da cui imparare qualcosa davvero”

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E adesso passiamo all’altro “tomone” che ha acceso i dibattiti di quasi la totalità della penisola: l’argomento che infatti ha smosso e scosso tutti gli italiani è quello delle Unioni Civili. Questo benedetto DDL Cirinnà che proprio non riesce ad essere digerito da alcuni dissidenti in linea col Medioevo. Questo martedì difatti era stato designato per gli ultimi interventi prima della grande votazione a favore della legiferazione. Si prevedevano scontri e pareri contrari, si sapeva della diffidenza dei cosiddetti “cattodem”, ma ci si faceva forti del patto con il Movimento 5 Stelle, che avevano dato pieno appoggio tra discorsi e “o la legge passa intera o non la votiamo”. Succede quindi che per evitare l’approvazione emendamento per emendamento ad opera di ostruzionisti quali Malan o Giovanardi che, parliamoci chiaro, sta legge non la vogliono neanche vedere da lontano così tanto da aggiungere modifiche come:

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si pensa alla “strategia del Canguro” che avrebbe permesso, una volta accettato, di effettuare questo salto d’oltre 700 lapalissiani trabocchetti e di votare dunque la legge.
Sembra quasi di raggiungere la meta, fino a quando a sorpresa i pentastellati rigettano il canguro, perché anticostituzionale e contro ogni concetto di democrazia, come se votare un emendamento che chiede la specifica in una coppia omo chi sia il marito e chi la moglie sia da considerarsi democrazia. Lo spacco avviene, migliaia di gente perde ogni tipo di speranza, il disgusto sale prima sui grillini, poi sul PD, poi ancora sull’ala fascisti; non ci si crede, bisogna ancora aspettare.
Ancora.
Nel 2016.
Il sunto è più o meno questo: I 5 stelle si dichiarano a favore della legge, la vogliono in toto, ma non possono accettare un mezzuccio così subdolo come un salto sulle opinioni altrui; è l’ennesima prova che dimostra la fragilità della maggioranza. Loro smascherano i misfatti, rendono debole un partito già sezionato dall’interno. La legge va votata nella sua interezza senza voto segreto per far capire agli italiani chi abbiamo in Parlamento e cosa pensa davvero questa classe politica.
E tutti a dare la colpa ai 5 stelle. Infami, voltagabbana, opportunisti e Giuda e a niente servono i disegnini di Di Battista per giustificare la loro scelta, ormai è stato deciso, questo partito si è giocato la carriera.
Tornando alla “piazza”, subito il fronte lgbt si muove e vuole farsi sentire, perché quella legge parla di questa comunità e quindi ci si sente in dovere di metterci la faccia. Ci si muove per manifestazioni, flash mob, moti di protesta per far suonare ancora una volta quella sveglia che invita l’Italia a desistere a quell’intorpidimento che la avvolge. Milano oggi, Roma il 5 marzo, si urla ancora una volta #SVEGLIATITALIA

Così oggi il Duomo si riempie non di gioia e canzoni della Carrà, ma di rabbia, frustrazione e voci tremanti; tre minuti di silenzio seduti, poi ci si alza mentre parte in sottofondo “The Power of love” e ammetto che a fatica ho trattenuto le lacrime. Faceva davvero senso quella scena, gente riunita per far vedere che si parla solo di amore. Solo quello, davvero.

E allora a me non viene voglia di scagliarmi contro un partito piuttosto che un altro, già digerisco a fatica il fatto che si debba legiferare sul fatto che una persona possa o meno essere riconosciuta degna di poter amare qualcuno o meno e potersi riconoscere in quanto tale. Ma sia.
Quello che fa paura è la paura stessa che muove questo immenso dibattito, perché si può mascherare fino ad un certo punto il vero motivo che suscita questa “minaccia per la famiglia tradizionale e la violazione del diritto del bambino”.
I bambini qui non c’entrano nulla, qui si cela un disgusto pietoso per gli omosessuali. Ancora una volta i bambini sono arma contro una cosa che non ci sta bene.
Qui non si sta parlando di una percentuale IVA o di una tassa. Qui si sta parlando di persone, di esseri umani. Persone con una dignità che viene derisa nel momento in cui si deve discutere lo sdegno o meno agli occhi della società.
Non dovrebbe essere difficile giungere alla conclusione che siamo tutti uguali, ma continue guerre, sevizie, stupri, abusi, attacchi omofobi, razzisti, religiosi mi fanno capire che è un concetto davvero utopistico. E con immenso sconforto mi domando in che razza di mondo ci siamo ridotti a vivere.

Ma nonostante tutto bisogna continuare a sperare anche se sembra difficile farlo, sperare perché sappiamo d’essere dalla parte del giusto, sperare perché noi crediamo davvero in quel “The power of love”.

 

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