
Giugno 2018. Finalmente il Mese dell’Orgoglio è iniziato, non che gli altri mesi ci nascondiamo in attesa del Pride, ma questo è il momento che aspettiamo per scendere in strada e manifestare in favore dei nostri diritti, delle ideologie che portiamo avanti; si aggiunge che quest’anno cadono i mondiali di calcio e voi penserete “ma cosa centrano i gay con il calcio?” be’ signori, pensate che tutti i calciatori siano etero o che lo siano gli sportivi in generale?
Spoiler: NO
Lo Sport è permeato di figure LGBT che portano avanti una battaglia di uguaglianza e contro l’omofobia, anche se sappiamo che il calcio è forse per antonomasia lo sport con il fardello più omofobo da smaltire e tanto per rincarare la dose l’evento sportivo quest’anno si svolgerà nella Grande e Potente Russia e non serve che ve ne elogi le politiche contro la comunità LGBT.
Tirate fuori i pop corn Dolcezze!
To Russia with Love
Documentario rilasciato nell’ottobre del 2014 in Usa (approdato in Italia solo nel 2016 sulle piattaforme in streaming) segue le vicende che girano attorno ai giochi olimpici invernali svoltisi a Sochi. Il mondo intero visse con tensione quell’evento a causa delle leggi restrittive contro la comunità LGBT che vigevano sul territorio guidato da Putin.
Secondo le regole dei Giochi Olimpici la manifestazione è apolitica, ma di contro si batte per i diritti fondamentali dell’uomo, quindi molti atleti si son trovati a scontrarsi con la voglia di portare la bandiera rainbow (metaforicamente parlando) segnando i giochi con una lotta per la comunità LGBT e doversi “nascondere” partecipando solo per la nazione (diversi atleti firmarono delle carte dove dichiaravano che non avrebbero preso parte a nessun tipo di manifestazione in merito).
Tra i volti che vediamo seguendo la storia troviamo Blake Skjellerup , un pattinatore di velocità, che ha rappresentato la Nuova Zelanda ai Giochi olimpici di Vancouver 2010, si dichiarò gay a fine dei giochi per paura di perdere gli sponsor; Belle Brockhoff, snowboarder australiana e Anastasia Bucsis, pattinatrice di velocità canadese che dopo il suo coming out si batte contro l’omofobia nello sport.
Sarà il momento politico o quello che sento dentro e voglio portare avanti anche grazie al mio impegno nel Pride o semplicemente mostrando la mia faccia, ma questo documentario tocca nel profondo ed è uno specchietto di quello che qualche politico vorrebbe per il nostro Paese e che noi dobbiamo combattere per mantenere la nostra libertà. Nella pellicola vengono messi a tavolino la politica russa e le testimonianze di ragazzi che ogni giorno subiscono il risultato di questo pensiero: dagli insulti verbali a vere e proprie ritorsioni fisiche.