
I social ci regalano sempre qualche meraviglioso argomento di discussione che crea ranghi e litigi al limite della Civil War e come ogni giugno esce quello del Pride; sempre forte lo schieramento contro le manifestazioni in giacca e cravatta che come ci piace ricordare “ci vogliono più palle a sfilare in gonna che in abito elegante”, ma quest’anno una nuova ombra si sta insinuando tra i tweet (suspense)…
il coming out,
diversi cinguettii invocano la partecipazione di tutta la comunità LGBT tanto divisa in questo momento (ArciLesbica che si tira continuamente la zappa sui piedi o gli stessi gay che continuano ad escludersi ed incolparsi) e particolarmente guardata male dal nuovo governo, chiedendo di uscire finalmente allo scoperto; e la recensione di oggi parla proprio di questo.
Tirate fuori i pop corn Dolcezze!
Other People
Film del 2016 diretto da Chris Kelly, sceneggiatore del celebre programma americano Saturday Night Live al suo primo lavoro come regista in questa opera autobiografica.
Il film stato presentato nel Sundance Film Festival dedicato al cinema indipendente, per essere poi stato distribuito limitatamente nelle sale, solo successivamente Netflix ne ha acquistato i diritti della distribuzione internazionale.
La storia
David Mulcahey è un giovane sceneggiatore per il SNL che per assistere la madre malata di leiomiosarcoma (un tumore al tessuto muscolare) lascia New York e il suo fidanzato per tornare a Sacramento dopo 10 anni di assenza. David trova una famiglia cambiata, oltre alla madre malata ha a che fare con delle sorelle che non ha visto crescere, una realtà cittadina ben diversa da New York, l’unica cosa rimasta la stessa è il padre conservatore che non ha mai accettato a pieno la sua omosessualità.
Tutta la storia ruota attorno agli ultimi mesi della malattia della madre.
Film dedicato al nucleo familiare dove il tema LGBT non è che una sfumatura che colora l’intera storia.
Divertente. Triste. Monotono. Normale. Tutti elementi che compongono la nostra vita nel quotidiano e che vengono usati per costruire una pellicola toccante, ma allo stesso tempo ironica, triste, ma senza togliere spazio alla leggerezza. Un racconto che ricorda quanto la famiglia, per quanto strana o poco adatta al nostro pensiero, in verità è la nostra colonna portante.