
Il governo pakistano ha per la prima volta nella sua storia assunto una dipendente transgender. Il Benazir Income Support Programme (BISP), un programma diretto di cash transfer per i disoccupati (supportato nel paese soprattutto per l’indipendenza economica che ha concesso a molte donne), ha annunciato la storica decisione in una lettera scritta il 26 settembre in cui annunciavano l’assunzione della donna come cuoca nella mensa aziendale. Nomi, nome con cui si è presentata ai giornali pakistani la donna, ha definito la cucina la sua passione ed ha parlato di come la madre le abbia insegnato la cucina e della gioia di aver ottenuto il posto, nonostante la mancanza di titoli ufficiali, nonostante il suo essere una donna trans in Pakistan. Infatti, ha rivelato quante persone le avessero predetto una vita indecorosa di lavoro a nero e di come questa offrerta le abbia cambiato la vita:
“È veramente incredibile che abbia trovato un lavoro rispettabile per il governo sulla base del merito e che riuscirò a guadagnare denaro con rispetto e dignità”. “La mia nomina è una risposta a quelle persone, soprattutto i miei vicini ed i miei parenti, che credono che una persona come me possa guadagnare solo illegalmente” ha aggiunto.
Il BIPS a riguardo ha annunciato di esser pronto ad assumere più personale trans e che sul posto di lavoro non sarà tollerato nessun tipo di discriminazione.
Nomi è una delle tante persone transgender che stanno finalmente facendo sentire la propria voce nel paese musulmano, come Marvia Malik, prima giornalista trans e modella freelance, che ha cominciato a lavorare per il canale Kohenoor questo marzo.
La giornalista ha detto di aver intrapreso la carriera per dare speranza alla comunità transgender: “non c’è nulla che non possiamo fare; siamo educati, laureati, ma ci mancano le opportunità e l’incoraggiamento. Questo è ciò che voglio cambiare.”
La comunità transgender pakistana, nonostante il successo di figure chiave, è ancora fortemente discriminata e vittima di violenza, ma nell’ultimo anno ha ottenuto la storica vittoria del riconoscimento del genere senza l’affidavit medico e l’ottenimento dei pari diritti.
Quest’anno ha visto anche il più grande numero di candidati trans alle elezioni a giugno, dopo la candidatura di Sanam Fakir nel 2013, con ben cinque candidati, nessuno dei quali, però, ha ottenuto la vittoria. È stato anche sottolineato come gli attivisti trans siano stati allontanati dai seggi elettorali.
Il Pakistan, dove l’omosessualità è ancora illegale, ha dimostrato negli ultimi anni di aver intenzione di spingersi verso una maggior inclusione della comunità LGBT+, ma il processo sarà lento e non senza passi indietro.